“Ci sei o non ci sei?”
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Articolo del compagno Fidel che
contiene la conversazione telefonica tra il leader
storico della Rivoluzione Cubana e il Presidente
della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Hugo
Chávez Frías . 14/ 04/ 2002 - Ore 7.01.

“…Padre,
gli ho detto “Ci sei, non ci sei o chi sei? E
guardando la Caserma della Montagna disse: “Mi
sveglio ogni cento anni, quando si risveglia il
popolo”.
Questa
fu la risposta del Libertador d’America alla
coraggiosa domanda di Pablo Neruda dopo lo scoppio
della Guerra Civile Spagnola, quando gli stessi
operai spagnoli riuscirono ad impedire che i
fascisti s’impadronissero della Caserma della
Montagna di Madrid Madrid.
Questi
ricordi mi tornavano in mente durante i fatti che
stavano accadendo nella fraterna Repubblica
Bolivariana del Venezuela. Nella nostra Patria
solitaria, la Rivoluzione era scoppiata molti anni
prima ed eravamo coinvolti in uno scontro
disuguale e quasi inconcepibile contro l’impero
più poderoso mai conosciuto prima dall’umanità.
Di
repente squilla il telefono dell’abitazione, solo
per le situazioni d’urgenza; chiamano dall’ufficio
di Hilda Castro, la vedova di Tamargo, il primo
stenografo che conobbi dopo il trionfo della
Rivoluzione, nel gennaio del 1959. Sono trascorsi
già 43 anni.
In
questa parte dei documenti rivisti comincia la
trascrizione di Hilda, che pubblico integralmente:
Conversazione telefonica tra il Comandante in Capo
Fidel Castro Ruz e il Presidente della Repubblica
Bolivariana del Venezuela, Hugo Chávez Frías.
14-04-2002 – ore 7.01.
Pres.
Chávez - ... l’eroina Maria, Fidel ( pare che io
lo avessi chiamato eroe un attimo prima)
Com. in
Capo Fidel Castro -“Ah! Lei è la campionessa,
caramba! Che storia! Che storia!
Pres.
Chávez - “(ride) Questo non ha nome, Fidel!
Com. in
Capo Fidel Castro - “Io adesso stavo meditando,
non potevo dormire. Andavo a dormire senza poter
dormire, quando suona uno squillo lì e già...Che
cosa!
Pres.
Chávez - “Che giornata, Fidel! Sto che… è una cosa
incredibile! Io sto ancora analizzando cose. E i
ragazzi… perchè io ero isolato; mi hanno preso
quando sono uscito di qui stamattina più o meno
due ore dopo che avevamo parlato. Poi allora alla
fine, come parlavamo, io ho detto ‘No, io non
rinuncio, che mi arrestino. E allora me ne vado
volontariamente. Ho parlato con i ragazzi che sono
- come tu sai – dei guerrieri e gli ho detto ‘Non
commettete pazzie’. Bene andiamo in prigione e
questo non è terminato. Ma io no avevo carte da
giocare. Altre unità leali, ma erano lontane, vedi?
Quelle che erano solide, soprattutto la brigata
dei paracadutisti a Maracaibo. Baduel mi ha
chiamato.”
Com. in
Capo Fidel Castro - No, e non la potevano muovere,
Hugo, perchè sarebbe stato armare una battaglia,
nemmeno una guerra civile.
Pres.
Chávez - Sì, sì, esattamente. Io gli ho detto…
Com. in
Capo Fidel Castro - Io ho sentito dire che
volevano venire e tu gli hai detto di no.
Pres.
Chávez - No, io ho detto mantieni la tua posizione
e mi hanno chiamato quei ragazzi di Maracaibo, là
nell’occidente, dei carri armati, e mi ha detto
Alcalá: ‘Qui c’è il mio battaglione di carri
armati pronti, in colonna e tutti i miei ufficiali
e le mie truppe. Patria o Muerte, io ritorno a
Maracaibo. Gli ho detto ‘No, mantieni la tua
posizione. Mi basta che mantieni la posizione
morale di combattimento, ma mantieni anche la tua
posizione fisica, questo sì, con l’artiglieria
pronta, se per caso ti attacca la forza aerea o
qualsiasi cosa.
È questo
si è moltiplicato a livello dei Comandanti dei
Battaglioni dei Carri Armati della Fanteria, di un
Battaglione della Selva, là nella selva.
Hanno
cominciato a dire che non riconoscevano il
presunto governo, questo nuovo e illegittimo.
Baduel è diventato l’asse e altri generali leali
sono andati là. Molti dei miei ragazzi sono
rimasti sciolti laggiù e si sono concentrati a
Maracay.
Io stavo
facendo un piano dopo aver parlato con te. L’unica
alternativa che mi restava era andare a Maracay.
Ma tu sai che questo sono circa due ore via terra.
E allora,
ecco, non avevamo la sicurezza di arrivare là.
Com. in
Capo Fidel Castro - Era impossibile, era
impossibile.
Pres.
Chávez - No, no. Ci avrebbero fermato sulla
strada e forse si sarebbe armata una battaglia lì...
chi sa cosa poteva succedere! Così che per questo
ho deciso di consegnarmi.
Mi hanno
portato in cinque posti. Mi hanno mosso da una
parte all’altra. Mi hanno fatto pressioni per
farmi firmare la rinuncia e io ho detto: “No! Io
non rinuncio! Io sono prigioniero. Sono
prigioniero e pronto. E giudicatemi.”
A
mezzanotte mi hanno portato là, in un punto di
riunioni navale e risulta che in due ore mi ero
guadagnato quasi tutti i sergenti, perchè sono
comandi di questi paracadutisti e tutto , no?
Com. in
Capo Fidel Castro - “Questo è stato quel giorno,
questo è accaduto venerdì.
Pres.
Chávez - Eh?
Com. in
Capo Fidel Castro - Il venerdì
Pres.
Chávez - No, questo è stato l’altro ieri, giovedi
notte.
Com. in
Capo Fidel Castro - Il giovedì è stato cosi! Ma tu
eri nel Palazzo.
Pres.
Chávez - No, questo è stato il venerdì, scusa.
Com. in
Capo Fidel Castro - Sì, è alle 3:50 che sei uscito,
il venerdì, prima dell’alba.
Pres.
Chávez - Corretto. Allora mi hanno spostato in tre
posti in quello stesso giorno e alla fine hanno
deciso – dato che la gente si stava già riunendo
...io ero là nel Reggimento della Polizia
Militare, prigioniero, e la cella dov’eri si trova
a un chilometro dall’uscita del Forte Tiuna, e si
udivano già le grida della gente. Perchè la gente
sapeva che io ero lì. Io ho telefonato da lì e ho
parlato con Maria Isabel e con la famiglia. Dite
che sono qui a Forte Tiuna, e la gente ha
cominciato ad andare lì e a riunirsi. Migliaia di
persone gridando slogan e senza paura ...
Com. in
Capo Fidel Castro - A che ore del venerdì?
Pres.
Chávez - Era già il pomeriggio di venerdì.
Com. in
Capo Fidel Castro - Chiaro, e come hai potuto
parlare con Maria e con il ministro d’Educazione e
del Lavoro?
Pres.
Chávez - I militari… Un militare mi ha prestato un
telefono cellulare.
Com. in
Capo Fidel Castro - Ma dove? E ín quel momento? Lì
nel Forte Tiuna?
Pres.
Chávez - Nel Forte Tiuna mi hanno prestato un
telefono e io ho cominciato a fare delle chiamate
ai miei figli, a Maria Isabel. È stato quando
Maria ti ha telefonato.
Com. in
Capo Fidel Castro - Alle 10 e due minuti mi ha
chiamato María. Del venerdì.
Pres.
Chávez - Nella notte.
Com. in
Capo Fidel Castro - No, di mattina.
Pres.
Chávez - Ah!
Com. in
Capo Fidel Castro - Alle 10 e due minuti mi ha
telefonato e quando io le ho chiesto se era
disposta a parlare lei stessa, ha detto di sì...
che cosa non farei io per mio padre!
Allora
ho fatto immediatamente predisporre che potesse
parlare con Randy, il giornalista e alle 12.40
eravamo in trasmissione. Quando abbiamo reso
pubblica la notizia, l’abbiamo data alle agenzie
e anche alla CNN. Allora la CNN ha cominciato a
passare la conversazione e ogni mezzora
trasmetteva la notizia.
Pres.
Chávez - E quanto tempo ha parlato Maria?
Com. in
Capo Fidel Castro - Bene, può darsi che abbia
parlato... sono stati sei minuti, ha esposto la
storia molto bene in sei minuti.
Pres.
Chávez - Ah, no, ma questa è l’eroina!
Com. in
Capo Fidel Castro - No, no, però sí. Ma è stato
fenomenale, perchè questa gente…
Pres.
Chávez - No, questo è stato molto, molto
importante.
Com. in
Capo Fidel Castro - Allora già Felipe, è stato
alle quattro del pomeriggio quando la nostra
ambasciata era assediata È stato là .. la
volevano assaltare... c’è stato un momento ...bene
aveva l’ordine, se era il caso, di sparare.
Dovevano difendersi, perchè li avrebbero ammazzati
tutti e c’erano 5 donne, un bambino e 17 compagni
là. È stata molta la tensione...
Pres.
Chávez - Dicono che gli hanno tolto anche la luce
e l’acqua.
Com. in
Capo Fidel Castro - È stata molta la tensione...
Gli hanno tagliato la luce, hanno tolto l’acqua.
Non si potevano muovere e, bene, sono stati al
punto d’assaltarla. Quello è stato il momento più
critico. Avrebbe perturbato terribilmente questo.
Perchè aprire una sparatoria…
Pres.
Chávez - Germán era là, no?
Com. in
Capo Fidel Castro - Germán si è portato… e tutta
la gente si è portata… davvero come degli eroi! Là.
Perchè erano assediati. Una folla . Romaní e tutti
quei vermi, se tu vedi il discorso che
pronunciava e a quelli sì che li trasmettevano.
Quelle catene trasmettevano tutto.
Pres.
Chávez - Chiaro, trasmettevano tutto.
Com. in
Capo Fidel Castro - E hanno passato tutto il
giorno calunniando e calunniando e parlando della
rinuncia, la rinuncia e la rinuncia. Allora loro
hanno edificato tutta la loro impalcatura sulla
base della rinuncia ed è così che si sono
imbarcati per l’inferno.
Pres.
Chávez - (ride) Sì, perchè hanno cominciato a
diffondere un testo che io non ho voluto
firmare, quando mi sono riunito nel Forte Tiuna
con i generali traditori quelli che erano stati
comprati dall’oligarchia e anche da altri settori.
Allora ,
bene, mi hanno portato via. Quando la gente
cominicva a riunirsi a Fuerte Tiuna, già dal
pomeriggio…
Com. in
Capo Fidel Castro - A che ora ci sono stati gli
spari là? Perchè ci sono stati degli spari. Dopo
il tramonto o già di notte.
Pres.
Chávez - Sì ci sono stati degli spari. Sembra che
furono in aria.
Com. in
Capo Fidel Castro - Sì, perchè la gente si stava
riunendo e scendeva dalle colline.
Pres.
Chávez - D’accordo.
Com. in
Capo Fidel Castro - Sì.
Pres.
Chávez - Allora mi portano là in elicottero, già
di notte, verso il punto di riunione navale che
si trova a un’ora e mezza da Caracas, in
elicottero.
Io non
sapevo dove mi portavano allora, ecco, sono salito
sull’elicottero e mi hanno portato in quel punto
di riunione navale dove c’era un gruppo di
ufficiali della Marina.
Com. in
Capo Fidel Castro - Sì, Riuma…
Pres.
Chávez - Eh?
Com. in
Capo Fidel Castro - Ha un nome… Io l’ho visto
ieri mattina, perchè un amico, uno dei vostri lo
ha detto alla AFP. Mi riferisco a venerdì no? no,
sabato mattina. Lo dice alla AFP che ti hanno
portato in un posto e gli dice il nome; dice: a
100 Km di Caracas in direzione di Miranda, più o
meno, e gli dà il nome del posto dove stavi.
Pres.
Chávez - Turiamo.
Com. in
Capo Fidel Castro - Turiamo, esattamente. Questo
l’ho saputo dopo una manifestazione la mattina, in
cui siamo stati duri, no?.Io stavo andando via
dalla manifestazione e mi informano che è arrivato
un dispaccio che indica il luogo in cui tu ti
trovavi. Lì.
Allora
ho chiamato là i tuoi genitori.
Avevano
sentito Maria, la notte, per la CNN e avevano
visto tutto. Allora tua mamma mi ha mandato un
messaggio, Ci ha chiamato e vuole parlare con me,
perchè anche lei vuole fare una dichiarazione.
Allora
io ho chiamato la sede del Governo e mi hanno dato
tre telefoni, che stavano nella residenza là dove
abbiamo mangiato quel pesce.
Pres.
Chávez - Sì. (e ride)
Com. in
Capo Fidel Castro - Allora lei si sentiva con buon
animo. Ma io mi sono reso conto perchè ho parlato
anche con tuo padre, e gli ho chiesto come stavano
le cose. La relazione con i capi militari era
buona, si era riunito. E allora era lì anche
quello di Sabaneta, molto attivo. E si erano
messi in contatto anche loro. là con la gente dei
paracadutisti e lì avevano il controllo della
situazione e si erano organizzati molto bene.
Allora
già cominciano le prime notizie.
E quando
ho finito di parlare con loro ho chiamato Maria -
erano circa le 10, le 10 e qualcosa - per vedere
che notizie aveva e io le ho dato l’informazione
che ti avevano portato in questa base.
Pres.
Chávez - Corretto. Rimasi là quella notte Lì bene
ho riposato un poco, ho parlato con i ragazzi, con
gli ufficiali ... perchè loro sono ragazzi del
comando dei paracadutisti, anche se sono della
marina, e allora risulta che me li sto guadagnando,
me li conquisto e loro acquistano fiducia e la
mattina risulta che uno mi propone di andarmene
da lì, ossia di prendere la base e riscattarmi,
partire da lì verso Maracay, via terra —perchè
l’elicottero non era vicino, stava nel punto di
riunione, dove lo controllavano. Allora mi hanno
messo in una baia con un’unità di comando di 100
uomini ; ma loro mi hanno detto – un gruppo di
ufficiali e di sergenti – mi hanno detto: Guardi
mio Comandante, siamo risoluti ad andarcene da qui
con lei.
Deteniamo alcuni ufficiali che non stanno con noi
e andiamo a Maracay, perchè lì c’è il mio generale
Baduel facendosi forte là, La gente è per le
strade, a Caracas la gente è nelle strade. Così
andiamo via da qui!
Bene
stavano facendo il piano e dopo un pò sono venuti...
Com. in
Capo Fidel Castro - E come avreste raggiunto
Maracay?
Pres.
Chávez - Per strada, perchè questa zona è vicina
a Maracay, è a circa due ore di strada da
Maracay.
Com. in
Capo Fidel Castro - Ma Maracay è a est o a ovest
di Caracas?
Pres.
Chávez - Maracay è a sudovest di Caracas, e forma
—con il luogo dov’ero, io una sorta di triangolo
quasi equilatero tra…
Com. in
Capo Fidel Castro - Sì. Ma allora quella base è
nella zona di Miranda o a ovest di Maiquetía?
Pres.
Chávez - No, a ovest di Maiquetía, nello stato di
Carabobo, andando verso…
Com. in
Capo Fidel Castro - Quella base?
Pres.
Chávez - A Turiamo, sì.
Com. in
Capo Fidel Castro - Chiaro, adesso capisco, adesso
intendo.
Pres.
Chávez - Ed è dello stato di Aragua, Turiamo si
trova in Aragua, e la capitale è Maracay. Loro
hanno commesso un errore lì perchè mi hanno
portato nello stato di Aragua.
Com. in
Capo Fidel Castro - Ti hanno portato vicino a dove
stanno i paracadutisti.
Pres.
Chávez - Vicino! E non si sono resi conto di
questo! Allora io mi sentivo più solido e i
ragazzi erano pronti E adesso che succede? A
Maracay non c’era solo Baduel. Un altro generale
che era con me qui nel Palazzo, García Montoya,
risulta che è staio lui a raccomandarmi di
consegnarmi Mi ha detto no lei qui deve preservare
la vita. noi c’incarichiamo della resistenza. Si
consegni, chieda garanzie e, bene, noi qui
pretendendo ed esigendo che rispettino la sua
vita.
Da un
lato mi stavano portando via prigioniero e dall’altra
lui che andava a Maracay perchè è molto amico di
Baduel e là, lui che è Generale di Divisione aveva
organizzato il Comando della Resistenza e la
Dignità. Ed ha cominciato questo comando. I miei
ragazzi qui, quei giovani che tu conosci andarono
anche loro là, a Maracay, che si trova a un’ora e
mezza da Caracas. Se ne andarono, scapparono dai
loro capi qui, da quelli che li avevano assunti.
Qui
avevano già un piano. Alcuni restarono nascosti
nella cantina.
Com. in
Capo Fidel Castro - Credo che anche Martínez si
trovava là, vero?

Pres.
Chávez - Sì c’era Martínez, tutti erano lì.
Martínez…
Com. in
Capo Fidel Castro - Io ho parlato con questo
generale di cui parli.
Pres.
Chávez - García Montoya?
Com. in
Capo Fidel Castro - Sì, io ho parlato prima con
Baduel —perchè Maria mi aveva messo in
comunicazione. Mi aveva messo in contatto prima
con quello che era a capo del comando e che era il
Comandante della Forza Armata, Lucas.
Pres.
Chávez - Ah, Lucas, Lucas! Hai parlato con lui?
Com. in
Capo Fidel Castro - Sì lei mi ha messo in
comunicazione con lui.
Era il
periodo i cui tu ti trovavi a Orchila, già a quell’ora.
Questo è
stato nel pomeriggio, nelle prime ore del
pomeriggio più o meno. Io ho parlato con lei.
Allora
Maria, dopo, mi dice che Baduel vuole parlare
anche lui con me e mi ha dato i numeri di telefono.
Era molto difficile e la conversazione si è
interrotta due volte con Lucas, e poi attraverso
Maria ho potuto ... lei mi ha detto che Baduel
voleva parlare con me.
Continua
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