Capitolo 3.3
Danni finanziari e bancari
3.3 Danni finanziari e bancari
Come segnalato, nel periodo che si analizza, la
politica d’ostilità, persecuzione e aggressione
del governo degli Stati Uniti al settore
bancario e finanziario, si è incrementata. Si è
indurita la persecuzione sulle istituzioni
finanziarie e bancarie straniera indirizzata a
limitare le operazioni verso e dalle banche
cubane, sostenendo l’ impossibilità di operare
con Cuba perchè è un paese inserito nella “lista
dei paesi patrocinatori del terrorismo”, anche
se la maggioranza dei trasferimenti di
realizzano in euro o in altre monete.
Le principali perdite al Sistema Bancario
Nazionale in questo periodo sono state le
seguenti:
Le perdite per le operazioni di cambio delle
monete, di fronte all’impossibilità di usare il
dollaro statunitense nel commercio estero
cubano, che obbliga a ricorrere al meccanismo di
doppio forex - uso di una moneta diversa dal
dollaro - con il conseguente rincaro dei costi
finanziari per poter rispettare gli obblighi con
i creditori che esigono trattare in dollari.
La chiusura di conti di entità cubane nelle
banche straniere.
Si mantiene la negazione alle banche
corrispondenti per confermare o garantire le
carte di credito.
Il rifiuto di alcune banche straniere di
realizzare pagamenti di entità bancarie cubane.
La necessità di mantenere saldi minimi nei conti
cubani all’estero, di fronte al rischio
dell’embargo.
Alcune banche straniere hanno incorporato come
requisito per operare con le banche cubane
l’obbligo di dare informazioni sui loro
azionisti e sulle banche corrispondenti, tra
l’altro, con la giustificazione che Cuba è tra i
paesi sanzionati dalla OFAC.
Alcune di queste perdite si evidenziano con i
seguenti esempi:
Durante il 2011, la OFAC ha multato due entità
per un ammontare totale di 198.000 dollari per
aver realizzaato transazioni finanziarie non
autorizzate relazionate solamente con Cuba.
Inoltre sono state imposte multe ad altre tre
per un ammontare di 89 milioni 176.408 dollari
per aver violato congiuntamente i regolamenti su
Cuba e altri paesi. In questo caso, la banca
statunitense JP Morgan Chase ha sborsato la
maggior parte, liquidando un debito di 88.3
milioni di dollari.
Nel 2012, un’entità bancaria europea ha
rifiutato l’apertura di un conta corrente in
euro di una banca cubana, riferendo che il conto
non si aggiustava alla strategia della banca per
quel tipo di prodotto, anche se pochi mesi prima
aveva accettato la richiesta cubana.
All’inizio di quest’anno e senza incidenze
precedenti di questo tipo, un’altra banca
europea, corrispondente di un’istituzione
cubana, ha trattenuto i fondi di un gruppo di
pagamenti a favore di imprese cubane, per le
quali agiva come intermediaria, sostenendo che,
per le restrizioni della OFAC, necessitava
maggiori informazioni su quelle operazioni.
Un’entità bancaria asiatica non ha accettato di
occuparsi di un’operazione d’esportazione di
un’impresa cubana, come conseguenza del fatto
che i documenti relazionati con la detta
esportazione erano stati trattenuti negli Stati
Uniti. Questa situazione ha provocato il
rifiuto della banca, che non si è occupata
dell’operazione ed il ritorno delle merci nel
paese.
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