La presenza dell’Ebola si estende
nel mondo
Il primo paziente di Ebola diagnosticato negli
Stati Uniti, il cittadino liberiano Thomas Eric
Duncan, è morto ieri, mercoledì 8, ha informato
un portavoce dell’ ospedale del Texas dov’era
ricoverato.
Duncan è stato contagiato dal virus in Liberia,
ma ha cominciato a sentire i sintomi in
territorio statunitense. Dopo la diagnosi è
stato isolato in un ospedale della città di
Dallas, ha detto il dottor David Lakey,
incaricato del Dipartimento dei Servizi di
Salute statali del Texas.
Prima della morte di Duncan, il governo degli
USA ha annunciato nuovi procedimenti di
sicurezza nei punti d’entrata nel paese per
controllare i viaggiatori con i sintomi del
virus.
I passeggeri provenienti dalla Liberia, la
Sierra Leone e la Guinea dovranno farsi misurare
la temperatura e riempire un questionario negli
aeroporti degli USA.
Oltre a Duncan, altri tre lavoratori di aiuti
statunitensi e un reporter grafico della stessa
nazionalità sono stati contagiati dal virus in
Liberia.
Il primo caso di contagio al di fuori del
continente africano, confermato in Spagna, è
quello di un’infermiera che ha assistito una
vittima della malattia a Madrid ed ha preso il
virus.
Sino ad ora due persone contagiate in Africa
sono morte in Spagna, per l’Ebola.
L’infermiera Teresa Romero, ricoverata in un
ospedale di Madrid, forse è stata contagiata
toccandosi il viso con i guanti o la tuta di
protezione, mentre assisteva un sacerdote morto
per la malattia, ha informato Reuters.
Anche se la Romero è l’unico caso confermato in
Spagna, più di 50 persone che forse hanno avuto
contatti con il virus, sono attualmente in
vigilanza, includendo personale sanitario, hanno
detto i funzionari europei.
Durante una sessione di controllo nel Congresso
dei Deputati, il presidente del Governo
spagnolo, Mariano Rajoy, ha chiesto
tranquillità alla popolazione e fiducia nei
professionisti della sanità.
La direttrice della OMS in Europa, Zsuzsanna
Jakab, ha detto in un’intervista a Reuters che
era inevitabile apparissero casi nella regione
per i frequenti viaggi tra l’Europa e i paesi
più colpiti dell’Africa.
I dati apportati dalla OMS riportano che il
numero delle persone contagiate è cresciuto a
8.033, con 3.879 morti dall’inizio dell’epidemia
nel marzo scorso.
Nel rapporto sul piano di risposta di fronte
all’Ebola, pubblicato due volte la settimana
dalla OMS, si avverte che la tendenza a un
aggravamento della situazione continua e la
situazione in Guinea, Liberia e Sierra Leone
continua a deteriorasi con una trasmissione
vasta e persistente del virus.
Senza dubbio il rischio d’una propagazione è
inevitabile, estremamente basso, anche se i
paesi europei sono tra i meglio preparati del
mondo per rispondere alle febbri emorragiche
virali, come nel caso dell’Ebola. (Traduzione
GM – Granma Int.)
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