Il The Washington Post risalta
l’aiuto cubano alla crisi di Ebola
Miguel Fernández
Martínez

Un articolo del quotidiano statunitense The
Washington Post ha riconosciuto l’importanza
dell’aiuto medico di Cuba ai paesi africani che
soffrono l’impatto del virus dell’Ebola, dopo
che 165 professionisti dell’Isola sono giunti a
Freetown, in Sierra Leone.
Con il titolo “Nella risposta medica Cuba sta
colpendo molto al di sopra de suo peso”,
l’influente giornale, con una tirata di circa
mezzo milione di copie al giorno, ha indicato la
collaborazione sanitaria cubana in Africa
Occidentale su richiesta dell’Organizzazione
Mondiale della Salute – OMS.
Il testo firmato dal giornalista Adam Taylor e
pubblicato sabato 4, segnala la risposta del
piccolo paese dei Caraibi, con solo 11 milioni
di abitanti, che è diventata un fornitore
cruciale della sua esperienza medica nel momento
in cui la comunità internazionale è accusata di
“trascinare i piedi”, per affrontare le
conseguenze del virus.
Il The Washington Post sottolinea che Cuba, una
nazione povera, con un PIL che è circa la sesta
parte di quello del Regno Unito, ha dato una
risposta rapida e forte, al di sopra delle
offerte sanitarie di molti dei paesi più ricchi
del mondo.
Inoltre ha valutato il sistema capillare di
salute cubano, considerato un punto di
riferimento molto apprezzato dalla OMS, che
riconosce gli straordinari passi avanti fatti da
Cuba, che presenta indici uguali a quelli
ottenuti nei paesi sviluppati, come la riduzione
della mortalità infantile e l’alta speranza di
vita, oltre ai sistemi di formazione
professionale dei medici e dei tecnici della
salute e gli aiuti che Cuba offre nella
preparazione di centinaia di migliaia di medici
e specialisti provenienti da paesi poveri.
Taylor segnala nel suo articolo che Cuba ha
prestato per decenni aiuti medici solidali a
molti paesi che lo necessitavano ed ha
sottolineato l’offerta de L’Avana di aiutare i
danneggiati dall’uragano Katrina, negli Stati
Uniti.
Il TWP ha sottolineato la risposta data da Cuba
per mitigare i danni provocati dal virus
dell’Ebola. L’isola prevede l’invio di altri 296
medici e infermieri in Liberia e in Guinea, gli
altri paesi più colpiti dalla crisi.
Sono più di quelli inviati da paesi molto più
grandi, come la Cina o Israele, un paese ricco,
con una popolazione simile, che ha provocato una
polemica, rifiutandosi d’inviare strumenti
medici in Africa, commenta ancora l’articolo del
The Washington Post. ( Traduzione GM - Granma
Int.)
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