|
Le due Odessa: quella del popolo
e quella dei golpisti nazisti di Kiev
• Odessa non sarà perdonata dal
popolo, nessuno e nulla sarà dimenticato !
Festeggiato ad Odessa il 70° anniversario della
eroica liberazione della città dagli invasori
nazisti
Enrico Vigna
Il 70° anniversario della Festa della
Liberazione di Odessa dagli invasori nazisti è
una data speciale per ogni odessiano. Le truppe
sovietiche entrarono a Odessa nord il 9 aprile.
Nello stesso tempo iniziava l'attacco da ovest.
La città fu presa d'assalto durante la notte e
al mattino la difesa tedesca era caduta. Molti
soldati tedeschi sfogarono la loro rabbia contro
i civili e nella sola notte ne furono uccisi
circa 400. Le truppe sovietiche assistite da
partigiani e combattenti locali uccisero nella
battaglia un totale di circa 300 soldati e
ufficiali tedeschi. Furono anche catturati 180
veicoli con armi e munizioni, e circa 20.000
civili riuscirono a nascondersi nelle catacombe
sotterranee. Va sottolineato che Odessa divenne
una città insignita di “eroica” tra le prime,
insieme a Leningrado, Stalingrado e Sebastopoli.
Ciò fu decretato in ordine del Comandante
Supremo N20 il 1° maggio 1945.
In questo giorno di allora, i liberatori
salvarono 20.000 odessiani.
Con una splendida manifestazione celebrativa gli
odessiani di oggi hanno salutato il presidente
russo Vladimir Putin. Nel suo messaggio di
congratulazioni alla città, il presidente della
Russia, ha in particolare sottolineato che nella
battaglia nel Sud Ucraina e a Odessa, hanno
difeso la loro patria spalla a spalla, soldati e
ufficiali di diverse nazionalità sovietiche.
Secondo il presidente russo, la prodezza di quei
soldati e lavoratori a difesa della propria casa
e terra, resteranno per sempre un fulgido
esempio di eroismo e di coraggio disinteressato.
Inoltre, Vladimir Putin ha sottolineato che le
secolari relazioni di amicizia tra russi e
ucraini saranno sempre la base dei due popoli
fratelli. La cosa principale è, e sarà custodire
la memoria della guerra passata, fermare tutti i
tentativi di riscrivere pagine della storia e di
educare i giovani in spirito patriottico e
nell'orgoglio della vittoria conquistata. Questo
il testo del toccante saluto di Natalia Vitrenko
leader del Partito Socialista Progressista
Ucraino.
Cari cittadini di Odessa !
Avete la fortuna di vivere nella città-eroe di
Odessa e celebrare il 70° anniversario della sua
liberazione dagli invasori nazisti. Sono con voi
e per prima cosa mi inchino di fronte al valore
dei nostri padri e nonni, che nell'Armata Rossa,
tra i partigiani sovietici e come combattenti
clandestini, tra i primi hanno liberato i popoli
dell'Unione Sovietica, dell’ Europa e di tutto
il mondo, dalla peste bruna del fascismo, che
aveva creato quella macchina mostruosa di morte.
Ogni goccia di sangue versato nella Grande
Guerra Patriottica, ogni ucciso, ferito, ogni
povera famiglia povera, deve rimanere per sempre
nella nostra memoria. Inoltre, come loro figli
è nostro obbligo morale mantenere ferma la
memoria che, per tutti i crimini di nazisti di
Hitler, erano corresponsabili e loro complici, i
collaboratori della UPA. Pertanto per le strade
di Odessa, Bandera e le loro parole d’ordine
neo-naziste di "Ucraina per gli ucraini ",
"accoltella i Moskal, uccidi i comunisti",
"Gloria della nazione è la morte del nemico", le
croci celtiche, i numeri "14" e "88", la
svastica nazista, sono tutte profanazioni degli
abitanti di questa città-eroe. Non si deve
perdonare e non si può accettare. I nostri
padri e nonni, i vincitori, dai cieli guardano
su di noi e le loro anime sono in mezzo a noi.
Specialmente nel giorno di questa grande festa.
Cerchiamo di essere degni dei difensori eroici
di Odessa, i difensori eroici della nostra
grande Patria sovietica. Che siate sereni lassù,
compagni nostri!
La vostra Natalia Vitrenko.
Durante la manifestazione sono stati distribuiti
migliaia di nastri di S. Giorgio, simbolo della
Resistenza antifascista. Gli slogan più gridati
durante la marcia erano: "Russia", "referendum",
"Berkut", "Donbass", "Lugansk", "Odessa non si
arrenderà mai", "Gloria all'Armata Rossa".
|