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I paesi del G-7 confermano la
loro ipocrisia e difendono la loro
sicurezza energetica
Antonio Rondón
García
Il Vertice dei sette paesi più industrializzati
(G-7), ha reclamato un rinforzo della sicurezza
energetica ed ha confermato, secondo gli
analisti la sua ipocrisia si a proposito di temi
come l’Ucraina o la Siria.
In una Bruxelles blindata da vari giorni, con
migliaia di poliziotti e le frontiere chiuse per
la prima volta dall’entrata in vigore dello
spazio Schengen nel 1995, i partecipanti hanno
chiamato a ridurre la dipendenza nei rifornenti
di combustibili.

La misura riguarda la Russia, che vende
all’Unione Europea - UE - quasi il 30% del gas
naturale che consuma, circa 12.000 milioni di
metri cubi, il cui 80% `passa per il sistema di
gasdotti dell’Ucraina.
Durante la riunione dei massimi dirigenti di
Germania, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito,
Canada, Francia e Italia, il primo ministro
italiano, Matteo Renzi, ha chiamato a fare di
più per garantire una sicurezza energetica delle
prime economie.
Una dichiarazione finale del Vertice, che si è
svolto nella Sala del Consiglio della UE, esorta
a ridurre la dipendenza energetica e
specificatamente per l’inverno 2014 – 2015,
differenziando le fonti di rifornimento e di
creare un mercato congiunto con questo fine.
Mosca esige da Kiev il pagamento di un debito di
più di 2000 milioni di dollari per la consegna
di gas degli ultimi mesi e l’Europa teme che se
non avverrà il pagamento, si ripeterà la
situazione del 2006, quando la Russia sospese la
fornitura del gas alla frontiera dell’Ucraina.
Il G-7 considera illegittime le elezioni
presidenziali in Siria, dove ha partecipato il
73,42 con diritto al voto e l’88% ha votato per
la rielezione del presidente Bashar Al Assad.
Il documento finale, apparentemente evita di
riferirsi all’imposizione di nuove sanzioni
contro la Russia, in relazione agli avvenimenti
con l’Ucraina. (Traduzione GM – Granma Int.)
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