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Il 25 aprile a Lisbona
Tiziano Tussi
Il 25 aprile a Lisbona. Quest'anno in Portogallo
si celebrano i quarant'anni dalla Rivoluzione
dei Garofani, scoppiata proprio alla mezzanotte
del 24 aprile con la messa in onda su una radio
cattolica, con venature popolari, della canzone
“Grandola vila morena” di José Afonso, che era
vietato trasmettere per radio, ma che tutti
conoscevano e che era venduta nei negozi, incisa
nei dischi del cantautore ancora oggi molto
amato e famoso, morto nel febbraio 1987.
Si possono vedere per le strade del paese, nelle
città, cartelloni di fotografie in bianco e nero
del giorno della Rivoluzione e dei giorni
successivi.
Mostre , incontri di vario tipo si susseguono.
Anche i dirigenti dei paesi lusofoni che si sono
resi indipendenti nei mesi successivi,
quarant'anni fa, si sono trovati per un
discutere di quello che accadde.
C'erano i leader di allora di Angola, Mozambico,
Guinea e Capo Verde, le colonie portoghesi in
Africa.
Nel Museo do Oriente, a Lisbona, poi si possono
ammirare i risultati dell'influenza
profondissima di questo colonialismo povero, che
arrivava sino in India e Cina, e che aveva
toccato per primo anche l'Indonesia. Insomma una
ventata di globalizzazione culturale e politica,
anche se colonialista, che si può incontrare
specialmente in questi giorni nella bella città
portoghese.
Libri di coloro che hanno avuto un impatto forte
allora, quarant'anni fa, stampati di nuovo o
ristampati – due soli nomi: Alvaro Cunhal, il
segretario del PCP, morto nel giugno 2005; Otelo
de Carvalho, uno dei capitani della rivoluzione,
uomo politicamente sempre presente sulla scena
di sinistra ed estrema sinistra portoghese,
tutt'ora vivente.
Sono stati anche ristampati dischi di José
Alfonso, l'ultimo concerto tenuto a Lisbona poco
prima di morire, nel quale canta, con tutto il
pubblico, pure la canzone di cui abbiamo detto
sopra. Altri cd la riportano in ogni modo.
Insomma un ricordo vivo nella storia portoghese
ed ancora ricco di significato. In fondo sono
solo quarant'anni. Ma anche per questo 25 aprile
solo un inizio di un percorso possibile, poi non
realizzato.
Tra poco anche lì le elezioni europee. I
sondaggi danno il PS, che nel simbolo riporta il
pugno chiuso su un mondo reticolato, in testa
con circa il 36%. I suoi voti sarebbero
superiori a quelli dei due partiti della destra
messi assieme, che arriverebbero al 34% circa.
Il PCP, con il simbolo della falce, martello e
stella, è dato al 12% mentre il Bloco de
Esquerda al 7%. Quest'ultimo è un raggruppamento
di diverse tendenze di sinistra, con risultati
elettorali alterni. Il governo invece è ora al
centro destra.
Il paese è davvero molto povero, Specialmente al
di fuori della capitale, il luogo più ricco. Il
livello medio è basso. La povertà e lo stato di
abbandono di molte abitazioni, anche il turista
distratto la può cogliere con facilità. I prezzi
delle merci e dei servizi è altalenante. I tram
ad esempio costano più che in qualunque città
italiana, ma funzionano male.
Vedere i risultati della sudditanza alle
direttive europee, i risultati vivi nella carne
del Paese fa davvero male. Un altro luogo da
aggiungere ai molti che vengono vampirizzati
dalle imposizioni di Bruxelles.
Perciò un atto di profonda umanità
anticolonialista, accaduto quattro decenni fa,
che aveva fatto alzare grandi aspettative di
vita migliore, si è poi spento nel tempo nel
gorgo di un sistema globalizzato dal quale pare
proprio non si possa uscire. Un'altra speranza
soffocata.
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