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Red Bull, un’altra vittima del
blocco degli USA contro Cuba
• In accordo con l’Ufficio di
Controllo dei Beni Stranieri -OFAC in inglese -
l’entità ha accettato di pagare 89.775 dollari di
multa per aver filmato un documentario nell’Isola
senza l’autorizzazione del Dipartimento del Tesoro
nordamericano
Pensa Latina
L’ impresa di bibite energetiche Red Bull North
America è diventata la più recente vittima del
blocco economico, commerciale e finanziario che
il governo statunitense mantiene contro Cuba,
nonostante il voto contrario della comunità
internazionale.
In accordo con l’Ufficio di Controllo dei Beni
Stranieri -OFAC in inglese - l’entità ha accettato
di pagare 89.775 dollari di multa per aver filmato
un documentario nell’Isola senza l’autorizzazione
del Dipartimento del Tesoro nordamericano.
Questa non è la prima volta che il governo di
Washington multa entità bancarie, finanziarie e
commerciali per aver svolto transazioni con Cuba
e questo dimostra il carattere extraterritoriale
del blocco mantenuto contro l’Isola da più di
mezzo secolo.
Washington reclama dal Banco Nazionale di Parigi
(BNP) Paribas il pagamento di 10.000 milioni di
dollari per eventuali violazioni del blocco contro
Cuba e altre nazioni.
Agli inizi di maggio la compagnia American
International Group (AIG), che opera assicurazioni
e servizi finanziari internazionali ha accettato
di pagare una multa di 279.000 milioni di dollari
per aver mantenuto vincoli commerciali con
l’Isola.
Dieci giorni fa, l’agenzia di viaggi Decolar.com,
con sede in Argentina, ha accordato di sborsare
2.8 milioni di dollari per realizzare transazioni
che – dicono- hanno violato il blocco
nordamericano contro L’Avana.
Il blocco statunitense è costato al popolo cubano
più di un bilione 15.327 milioni di dollari e
costituisce una violazione della Carta delle
Nazioni Unite e delle norme del Diritto
Internazionale che segnala come “delitto di
genocidio” il tentativo di piegare per fame o
malattia un gruppo umano.
La comunità mondiale ha condannato e reclamato
l’eliminazione immediata di questa misura
coercitiva da 22 anni consecutivi nell’Assemblea
Generale della ONU.
(PL/ Traduzione GM- Granma Int.)
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