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Cuba ha condannato nella ONU
l’ingerenza dell’occidente in Ucraina
Waldo Mendiluza
Cuba
ha condannato nell’Assemblea Generale della ONU
l’intervento degli Stati Uniti e della NATO nei
temi interni del popolo dell’Ucraina, una
posizione che ha definito di minaccia per l
pace e la sicurezza internazionali.
Il rappresentante permanente dell’Isola presso
le Nazioni Unite, Rodolfo Reyes, ha condannato
gli strumenti di questa politica occidentale,
come il cambio di regime e l’impulso di una
dottrina militare sempre più offensiva, che
include il proposito d’estendere la NATO sino
alle frontiere della Russia.
Questo si nota nell’attuale crisi dell’Ucraina,
dove il mese scorso un gruppo radicale
appoggiati dagli Stati uniti e dall’Unione
Europea - UE - ha provocato la destituzione del
presidente eletto, Víktor Yanukóvich, e la
designazione di un governo pro-occidentale.
Durante una riunione dell’Assemblea Generale
sulla situazione ucraniana, Reyes ha ricordato
le recenti dichiarazioni del presidente cubano,
Raúl Castro, e del ministro degli Esteri, Bruno
Rodríguez sui pericoli di questa ingerenza per
la pace mondiale.
L’Assemblea di 193 membri della ONU ha
analizzato in particolare un progetto di
risoluzione presentato dalle nuove autorità di
Kiev, con l’obiettivo di cercare di far
annullare i risultati del Referendum dello
scorso 16 marzo, che ha approvato l’integrazione
della penisola di Crimea alla Russia.
Il documento non vincolante è stato adottato con
100 voti a favore, 11 contrari e 58 astensioni
e non è di compimento obbligatorio.
Armenia, Bielorussia, Bolivia, Cuba, Nicaragua,
Repubblica Popolare Democratica della Corea,
Russia, Siria, Sudan, Venezuela e Zimbabwe hanno
votato contro il progetto, che ha contato
sull’approvazione degli USA e della gran
maggioranza dell’Europa, mentre Africa, America
Latina, i Caraibi, l’Asia e l’Oceania hanno
mostrato posizioni varie, includendo la non
partecipazione alla votazione.
Nonostante l’appoggio dato all’iniziativa
patrocinata da Washington, la UE e alcuni
alleati, vari paesi hanno espresso
preoccupazione per l’arrivo al potere in Ucraina
di un governo frutto della violenza e della
rottura dell’ordine costituzionale e
democratico.
Per la Russia è proprio l’illegittimità delle
autorità imposte dopo un colpo di Stato che sta
al di sopra delle cause che hanno portato il
popolo della Crimea - con una maggioranza di
russi - ad optare per la riunione a questa
nazione della quale ha fatto parte per secoli,
sino al 1954.
Prima del dibattito nell’Assemblea Generale,
Mosca aveva segnalato che la risoluzione, al
margine della sua approvazione o no, mancava di
qualsiasi effetto.
“Questa risoluzione, anche se fosse adottata,
non avrà alcun effetto sulla nostra posizione.
Si tratta di un documento con un fondo
chiaramente anti-russo”, ha avvisato il vice
ministro degli Esteri, Guenadi
Gatilov, citato dall’ agenzia Interfax. (
Traduzione Granma Int.)
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