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E S T E R I

 L'Avana. 27 Maggio  2014

   

Note sulle elezioni europee 2014

Cesare Allara

1 - Le elezioni europee si confermano quelle col più alto tasso di astensionismo, 57% la media generale europea. Nonostante la crisi che attanaglia la stragrande maggioranza dei popoli europei la partecipazione al voto non sale. Evidentemente, gli elettori ritengono le elezioni politiche nazionali e quelle regionali, municipali più importanti di quelle europee. Anche se il “ce lo chiede l’Europa” è ormai il refrain che intonano gli amministratori più vicini territorialmente all’elettorato per giustificare politiche antipopolari.

2 – In quasi tutti i Paesi europei la tenzone elettorale si è giocata sui temi europei: euro/no euro, UE/no UE, sovranità nazionale, monetaria/Troika, eccetera, eccetera.

3 – Dove ciò è avvenuto, le forze no euro, no UE, no Troika, eccetera hanno ottenuto clamorosi successi: Francia, Gran Bretagna, Austria, Ungheria, Svezia, eccetera. Perfino in Germania una lista tutta nuova contro l’euro ottiene il 7% superando addirittura la sinistra, Die Linke. In Francia il FN, in Gran Bretagna l’UKIP sono addirittura i primi partiti.

4 – Le forze anti euro, anti UE, eccetera sono tutte di destra, mentre le forze di centrosinistra (Renzi, Hollande, eccetera) o di sinistra “radicale” (Tsipras) sono tutte, chi più chi meno, tenacemente europeiste, contro il ritorno alla sovranità nazionale, monetaria, eccetera.

5 - A causa della crisi, in molti Paesi europei le forze di governo di centrodestra o di centrosinistra vengono clamorosamente ridimensionate con poche, ma importanti eccezioni. Che la Merkel continui ad ottenere il consenso dei tedeschi è del tutto naturale perché la Germania è stata favorita dall’euro e il popolo tedesco è stato soltanto sfiorato dalla crisi del capitalismo.

6 - Oltre alla Germania, l’Italia è l’unico grande paese che premia il partito al governo, nonostante sia uno dei paesi europei socialmente più devastati dalla crisi del capitalismo e dalle politiche dei governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi.

7 - In Italia la partecipazione al voto ha fatto registrare un decremento dell’8% (più la quantità di bianche e nulle che al momento non si conoscono) rispetto alle europee del 2009. All’incirca solo un italiano su due si è recato alle urne e ha dato un voto valido. In numeri assoluti un elettore su cinque ha votato per il PD, un elettore su dieci ha votato M5S, eccetera.

8 - In Italia, la partita elettorale si è giocata tutta, ma proprio tutta sui temi nazionali. E sui temi nazionali ha prevalso il voto di scambio degli 80 euro mensili. I tanti indecisi indicati dai sondaggi,all’ultimo momento hanno optato per il televenditore Renzi che ha cannibalizzato gli alleati di governo e si è ripreso i voti di quella parte del PD che l’anno scorso si era orientato su Grillo. Più che il voto della speranza è stato il voto della disperazione.

9 - Come in Europa hanno fatto un grande balzo in avanti le forze che presentavano chiare proposte alternative (Le Pen, Farage, eccetera), così in Italia l’unica forza di opposizione che può giustamente cantare vittoria è la Lega Nord che, nonostante le sue limitazioni territoriali,  grazie alla sua posizione no euro ha ottenuto un risultato inimmaginabile solo pochi mesi fa.

10 - La “sinistra” interna al PD è annichilita: diventano desaparecidos i Civati, i Damiano, eccetera. Così come residuale è anche la Lista Tsipras che pure riesce a sfangarla al fotofinish.

11 - La destra berlusconiana è sconfitta quasi definitivamente, e questo era il pronostico più facile di queste elezioni. Se n’era avuto conferma quando Berlusconi si mise a caccia di un elettorato di nicchia fondando Forza Dudù per cercare così di tamponare la perdita di parte consistente del suo tradizionale elettorato. Come fece Bertinotti nel 2006/2008 che cercò di sostituire con Forza Luxuria il voto operaio che iniziava a migrare verso altri partiti.

12 - Le contraddizioni interne del M5S subiranno un’accelerazione (sarebbero scoppiate anche in caso di vittoria) con esiti al momento inimmaginabili.

13 –  In Italia la strada è spianata per portare a termine  le riforme ultraliberiste per blindare il capitalismo, riforme che faranno dell’Italia un caso esemplare . Altro che fascismo. Signori allacciamo le cinture.     

Torino, 26 maggio 2014                                                               
 Cesare Allara
 

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