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Obama difende la guerra contro lo
Stato Islamico
Il presidente democratico ha assicurato che gli
USA non hanno previsto di spiegare le loro truppe
in Medio Oriente, ma ha dichiarato che lo Stato
Islamico dev’essere distrutto e che la Russia
dovrà pagare per la sua aggressione alla Crimea.
Nel
suo intervento nella 69ª Assemblea Generale della
ONU, il presidente Barack Obama, ha difeso la sua
guerra contro lo Stato Islamico in Siria e in
Iraq, sostenendo che l’organizzazione
jihadista "intende solo il linguaggio della
guerra", riporta il quotidiano argentino la
nación.com.
"Gli Stati Uniti lavoreranno con un’ampia
coalizione per smantellare questa rete di morte.
Oggi chiedo al mondo di sommarsi a questo sforzo”,
ha aggiunto Obama nel suo discorso, assicurando
che “si sente impegnato ad investire la forza
degli Stati Uniti per far terminare i problemi
che affliggono il mondo.
La comunità internazionale ha manifestato la sua
preoccupazione di fronte all’inizio dei
bombardamenti contro le posizioni del gruppo
estremista EI, in Siria e in Iraq, da parte
degli Usa e di alcuni loro alleati arabi.
Il premio Nobel della Pace ha parlato del
fallimento del sistema internazionale ed ha
reclamato dai suoi pari che scelgano tra due
opzioni: che le nazioni presenti oggi rinnovano i
principi della fondazione delle Nazioni Unite o si
uniscono per respingere il cancro della violenza
estremista”.
Per Obama la comunità internazionale deve
rispondere alla premessa che lo Stato Oslamico
dev’essere debilitato e in ultima istanza,
distrutto.
Il EI "intende solo il linguaggio della forza e
così gli Stati Uniti lavoreranno con una vasta
coalizione per smantellare questa rete di morte”,
ha aggiunto.
Telesur ha informato che ha Obama ha anche
precisato che la Russia dovrà pagare per quello
che è successo in Ucraina ed ha affermato che: “I
paesi grandi non dovrebbero compiere azioni per
intimorire quelli piccoli e che anche se gli Stati
Uniti continueranno ad essere una potenza
pacifica, il mio paese condanna che le nazioni
forti come la Russia soggioghino quelle deboli
come l’Ucraina”, ha dichiarato.
La politica estera degli Stati Uniti è stata
criticata per il suo carattere guerrafondaio lungo
la storia e prove di questo sono stati i loro
intervento diretto e destabilizzante di governi
sovrani, come nei casi dell’Iraq, la Libia, la
Siria, l’Ucraina e il Venezuela, la Bolivia e il
criminale blocco imposto a Cuba.
( Traduzione GM - Granma Int.)
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