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E S T E R I

 L'Avana. 23 Luglio 2014

   

Obama chiede di smettere d’uccidere i civili a Gaza, ma senza condannare Israele

Deisy Francis Mexidor

Il presidente degli Stati Uniti ha chiesto d’interrompere le uccisioni dei civili nella Striscia di Gaza, ma non condanna chi provoca  la tragedia, Israele, l’alleato strategico in Medio Oriente.

Obama ha espresso le sue serie preoccupazioni sulle vittime civili nel conflitto ed ha commentato che il segretario di Stato, John Kerry, è in Egitto per far sì che si realizzi l’interruzione immediata delle ostilità tra israeliani e palestinesi.

“Non vogliamo più vedere civili che hanno perso la vita”, ha detto Obama dopo una domenica di sangue considerata il giorno più letale nelle due settimane di conflitto armato.

Almeno 500 palestinesi sono morti per l’intensificazione delle operazioni terrestri di Israele contro la Striscia di Gaza, sottoposta anche ad un ferreo blocco di Tel Aviv.

Nonostante  tutto, Obama ha insistito che crede nel diritto del suo alleato di difendersi, ma “abbiamo serie preoccupazioni sul crescente numero di morti tra i civili palestinesi e la perdita di vite israeliane,,,” ha detto ancora.  

Secondo Obama, la presenza del capo della diplomazia statunitense a El Cairo aiuterebbe a far pressione per un cessate il fuoco e per riannodare i negoziati  di pace fermi.

“Il lavoro non sarà facile”, ha ammesso.

Kerry è stato registrato dal vivo mentre esprimeva la sua frustrazione a un aiutante sulla portata dell’operazione israeliana, prima di un’intervista della catena Fox.

"È un inferno, un’operazione millimetrica" ha detto  Kerry con sarcasmo, ed ha giustificato  la reazione ovviamente,  nel rispetto dei bambini piccoli e la popolazione civile, ha scritto il quotidiano The Hill, nella sua pagina digitale.

Kerry, in linea con la Casa Bianca, ha detto:"Difenderemo il diritto di Israele di fare quello che sta facendo".

Gli avvenimenti attuali aggiungono gelo alle conversazioni di pace iniziate nel luglio del 2013, che non giunsero in porto, tra l’altro, per le domande del primo ministro israeliano, Benjamín Netanyahu, considerate inaccettabili dal presidente palestinese, Mahmoud Abbas.

Washington assegna ogni anno a Tel Aviv tremila milioni di dollari per le spese  militari.

Precisamente, il Congresso ha ratificato il suo appoggio senza problemi a Israele con l’approvazione di un’iniziativa che prevede di raddoppiare i fondi per il suo programma di difesa antimissile, per cui riceverà nel 2015 più di 621 milioni di dollari. (Traduzione GM - Granma Int.)
 

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