Italiani nella salvaguardia del
progetto politico dell’America Latina
Carmen Oria
In favore del esempio di Cuba e di altri nazioni
dell’America Latina come il Venezuela si sono
riuniti italiani disposti a continuare la
battaglia per diffondere la costruzione del
progetto politico continentale che
l’imperialismo intenta distruggere.
Nel CSOA romano Spartaco si è alzata la voce
sulla necessaria unità di tutti amanti della
pace e il benessere dei popoli nella uguaglianza
di suoi diritti sociali per i quali lottano i
governi di Cuba, Venezuela, Bolivia, Nicaragua,
Ecuador.
Davanti a un centinaio di persone, giovani
partecipanti alla conferenza “America Latina
oggi, obiettivi e sfide” hanno denunciato la
costantel’ingerenza del Dipartimento di Stato
degli Stati Uniti con l’USAID, con la NED o la
DEA che non si ferma nell’attaccare il processo
progressista in tutta Latinoamerica.
Una delle strategie più crudeli utilizzata dagli
Stati Uniti durante più di mezzo secolo è stata
il blocco economico, commerciale e finanziario
imposto all’ Isola caraibica per ammazzarla per
fame, ha commentato Marco Papacci,
vicepresidente della Segretaria Nazionale
dell’Associazione di Amicizia Italia Cuba e
presidente del Circolo Roma, che ha organizzato
l’incontro con personalità del mondo della
politica e del giornalismo.
Su questo argomento il Consigliere Politico
dell’Ambasciata di Cuba Roger López ha
ringraziato agli amici del popolo cubano per
questo ritrovo, preludio alla presentazione il
prossimo martedì 28 ottobre della risoluzione
sulla "Necessità di porre fine al blocco
economico, commerciale e finanziario degli Stati
Uniti contro Cuba", che nel 2013 è stata
sostenuta da 188 dei 193 stati membri delle
Nazioni Unite.
Roger Lopez si è anche riferito agli tre dei
Cinque eroi cubani impegnati contro il
terrorismo Gerardo Hérnandez, Antonio Guerrero e
Ramón Labañino, detenuti nelle carceri
nordamericane in violazione anche delle stesse
leggi degli Stati Uniti d’America.
Dopo aver parlato dell’altra ingiustizia
riferita al portoricano Oscar López Rivera, il
più vecchio prigioniero politico latinoamericano
con 33 anni dietro le dure sbarre nelle prigioni
degli Stati Uniti, Alfredo Viloria
dell’Ambasciata Bolivariana del Venezuela ha
sottolineato gli azioni della destra venezuelana
assieme agli organizzazioni nordamericane per
far cadere il governo di Nicolas Maduro, il
primo presidente Chavista.
Viloria ha denunciato il feroce l'attacco
fascista della destra negli Stati Uniti e ha
chiesto l'unità e la continuità delle azioni di
solidarietà per le nazioni del ALBA per
controbattere le bugie mediatiche in questa
guerra di quarta generazione con la verità dei
popoli che lottano per i loro diritti sociali.
Geraldina Colotti, giornalista di Il Manifesto,
come simbolo dell’affermazione dell’ America
Latina che non molla nel suo percorso di
ricostruzione sociale, ricordò la frase del
leader aymara Tupac Catari, “Tra poco mi
uccideranno, ma, a breve, migliaia di migliaia
verranno” che riconferma il forte messaggio di
questa regione con la vittoria di Evo Morales lo
scorso 12 ottobre.
Parole di ringraziamento per la energica
presenza e dimostrazione di sostegno per le
giuste cause hanno svolto Mario Cecchetti della
Rete di Amici della Rivoluzione Cittadina del
Ecuador e Massimo Angelilli della
Italia-Nicaragua “Leonel Rugama” Roma, che ha
invitato a partecipare al prossimo Incontro
Europeo di Solidarietà con il Nicaragua
Sandinista con sede nella Città Eterna.
Prima dell’Inaugurazione della Mostra
Fotografica “Cuba que linda es Cuba” di la
giovane Angelica Morini e del concerto del Trio
cubano Jelengue, i partecipanti hanno ricevuto
una lettera dell’Ambasciatore della Repubblica
Bolivariana del Venezuela, intitolata *Il “Bella
Ciao” e il querrillero eroico Ernesto Che
Guevara.
Il testo del diplomatico Julián Isaías Rodríguez
Díaz che rende omaggio all’ anima di Nuovo
Cristo che tanto ha tormentato agli imperialisti
e che è concepito come una conversazione tra lui
e il Che finisce con un messaggio di unità agli
italiani:
“Tu che ogni giorno sopravvivi, insegna a questa
brava Italia il cammino unitario per inventare
altri “Quaderni dal Carcere”, per fare nuove
barricate a Torino, Bologna e Livorno. Insegna
loro a serrare le mani, che sappiano gli operai
che le dita sono deboli ma che unite diventano
un pugno. E premono i grilletti delle rose e
cantano Bella Ciao, la più bella e conosciuta
canzone partigiana dei gruppi di resistenza
contro il
fascismo.”
|