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								Obama ha chiesto  al Congresso di 
								porre fine al blocco  
								
								Il presidente degli Stati Uniti 
								ha parlato anche della necessità di chiudere il 
								carcere di Guantánamo. 
								
								Granma - 
								 
								
								Il presidente statunitense Barack Obama ha 
								chiesto  al Congresso di cominciare a lavorare 
								quest’anno per “porre fine all’embargo”, la 
								forma in cui chiama il blocco economico, 
								commerciale e finanziario imposto a Cuba da più 
								di mezzo secolo.  
								
								“Stiamo ponendo fine ad una politica che doveva 
								terminare da tempo. Quando uno fa qualcosa che 
								non funziona per 50 anni, è l’ora di provare 
								qualcosa di nuovo”, ha detto Obama, pronunciando 
								nella notte di ieri, martedì 20, il suo discorso 
								sullo Stato dell’Unione, di fronte alle due 
								Camere del Congresso.   
								
								“Quest’anno il Congresso deve iniziare il lavoro 
								di porre fine all’embargo”, ha aggiunto 
								 inoltre. Il presidente ha detto che: “Il nostro 
								cambio di politica verso Cuba ha il potenziale 
								per far terminare un legato di sfiducia nel 
								nostro emisfero”.  
								
								Per questo processo ha citato le parole del Papa 
								Francesco che ha detto che “la diplomazia è il 
								lavoro dei piccoli passi”.  
								
								Obama ha fatto un riferimento alla necessità di 
								chiudere il carcere di Guantánamo. 
								
								“Da quando sono presidente, abbiamo lavorato con 
								responsabilità per ridurre la popolazione di 
								Guantánamo alla metà. Ora è il momento di 
								terminare il lavoro e non tralascerò la mia 
								determinazione di chiudere la prigione”, ha 
								spiegato.  
								
								A proposito della politica estera, ha detto di 
								credere in un tipo di guida intelligente per gli 
								USA, nella quale si combinino il potere militare 
								con una diplomazia forte, ed ha aggiunto che va 
								difeso il principio che le nazioni grandi non 
								possono intimidire quelle piccole.  
								
								Obama ha poi reiterato che il suo paese si 
								riserva il diritto d’agire unilateralmente come 
								ha fatto senza smettere da quando ha assunto 
								l’incarico, con l’obiettivo d’eliminare i 
								terroristi che rappresentano una minaccia 
								diretta per gli Stati Uniti e i loro alleati.
								 
								
								Obama, che ha iniziato il suo discorso 
								celebrando le conquiste di questi anni, ha 
								assicurato che l’ombra della crisi è passata e 
								che lo Stato dell’Unione è forte in questo 
								momento, con un’economia in crescita, una 
								diminuzione dei deficit, un’industria super 
								attiva e una produzione energetica in auge
								 
								
								Citando esempi, ha ricordato al Congresso che il 
								tasso dell’aumento dei prezzi per l’ assistenza 
								medica è il più basso degli ultimi 50 anni e che 
								solo nell’ultimo anno dieci milioni di cittadini 
								hanno  acquisito un’assicurazione sanitaria 
								grazie alla riforme sanitaria del 2010. 
								 
								
								“Il paese si lascia indietro 15 anni di guerre, 
								terrorismo e recessione”, ha riferito e poi ha 
								detto che l’economia della classe media 
								significa aiutare le famiglie dei lavoratori a 
								sentirsi più sicure in un mondo di cambi 
								costanti, attraverso la riduzione delle imposte 
								ai lavoratori e il recupero di migliaia di 
								dollari nelle loro tasche ogni anno. 
								
								In questo senso ha presentato una proposta per 
								incrementare la spesa federale al di sopra della 
								Legge di Controllo del Bilancio, ed ha segnalato 
								che ora dipenderà dagli Stati Uniti decidere 
								come saranno i prossimi 15 anni, se accetteranno 
								un’economia che apporti benefici solo ad alcuni 
								o una che crea opportunità ed entrate per tutti 
								quelli che si sforzano.  
								
								Obama ha segnalato che si può invertire il corso 
								della perdita di post di lavoro verso l’estero e 
								ha detto che in cinque anni si creeranno 11 
								milioni di posti di lavoro nel paese. 
								 
								
								A proposito del settore energetico, ha 
								puntualizzato che è possibile ridurre la 
								dipendenza dal petrolio straniero e ha detto che 
								il paese è oggi il primo produttore di 
								idrocarburi ed è leder della generazione eolica.
								 
								
								“Il cambio climatico fa pensare a rischi 
								immediati per la sicurezza nazionale e per 
								questo negli ultimi sei anni abbiamo agito più 
								che mai per combatterlo”, ha affermato, ed ha 
								sottolineato che è possibile migliorare il 
								sistema e l’educazione e preparare i bambini per 
								un mondo più competitivo.  
								
								“Nel  XXI secolo l’economia ricompensa la 
								conoscenza come mai prima, e dobbiamo fare di 
								più” ha dichiarato ancora.  
								
								In questo contesto, Obama ha promesso di far 
								fronte alle manovre repubblicane contro la sua 
								agenda di governo, soprattutto contro le 
								iniziative sull’immigrazione  e sul programma di 
								salute noto come Obamacare, ed ha aggiunto che 
								invierà al Congresso un bilancio pieno di idee 
								pratiche e non politiche.  
								
								Poi ha risaltato che una politica migliore non 
								necessita che i democratici abbandonino il loro 
								programma politico, nè che i repubblicani 
								semplicemente debbano accettare quello del 
								presidente a braccia aperte. 
								
								Terminando Obama ha riconosciuto che lui non 
								deve realizzare nessuna campagna politica.
								 
								
								“Il mio solo programma è quello che ho svolto 
								dal primo giorno in cu ho prestato giuramento 
								sui gradini di questo Capitolio: fare quello che 
								credo sia migliore per gli Stati Uniti”. 
								 
								
								Per  fare la promozione delle sue proposte nel 
								discorso dello Stato dell’Unione, il presidente 
								ora realizzerà un giro che comincerà 
								nell’Università di Boise (in Idaho),  proseguirà 
								nell’ Università del  Kansas, a Lawrence e 
								continuerà per altre regioni del paese. 
								(Traduzione GM -Granma Int.)
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