Italia: processo contro i repressori in America
Latina

La giustizia italiana inizierà
nel febbraio del 2015 a Roma il primo processo
contro 20 repressori di Bolivia, Cile, Perù e
Uruguay, coinvolti nella morte di 23 cittadini
italiani nell’ambito del detto Piano Condor,
accordato dalle dittature militari di questi
paesi negli anni 70 e 80, hanno informato le
fonti giudiziarie.
Il giudice Alessandro Arturi,
che da un anno istruisce il processo ha ordinato
di processare i 20 membri della giunta militare
e dei servizi di sicurezza di questi quattro
paesi per il sequestro e l’assassinio di 23
cittadini d’origine italiana.
Questo è il primo processo in
Europa per l’Operazione Condor, il dispositivo
per coordinare la repressione delle dittature
sudamericane negli anni ‘70 e ’80, che permise
di detenere, scambiare e far sparire migliaia di
oppositori ai regimi militari.
Nella lista degli accusati ci
sono il generale cileno Juan Manuel Guillermo
Contreras, l’ex ministro degli Interni boliviano
Luis Arce Gómez e l’ ex presidente peruviano
Francisco Morales Bermúdez.
Gli accusati (un boliviano, 11
cileni dei quali tre sono agli arresti, quattro
peruviani, quattro uruguaiani), le cui età
oscillano tra i 70 e i 92 anni, sono stati
accusati dalla giustizia italiana di sequestro
di persona e omicidio multiple aggravato.
La lista arginale includeva
anche tre che sono già morti, tra i quali l’ex
dittatore uruguaiano Juan María Bordaberry,
deceduto nel 2011.
La procura italiana ha aperto le
investigazioni sulla strategia applicata dai
regimi militari del Cono Sud, per le denunce
presentate dai familiari degli italiani
scomparsi.
Gli imputati saranno giudicati
in assenza.
Lo Stato italiano e quello
dell’Uruguay si sono costituti parti civili nel
processo. Grazie al Piano Condor le dittature
sudamericane chiedevano ad altre la cattura e
in alcuni casi l’eliminazione o l’estradizione
dei sequestrati, sempre al di fuori dei
parametri della legge.
In molti casi i militari dei paesi
partecipavano insieme agli operativi e alle
torture. (AFP/ Traduzione GM - Granma Int.)
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