Il Vertice dei Popoli apre le
porte a Lima
Vivian Collazo - inviata speciale

Crisi di civilizzazioni, riscaldamento globale e
cambio climatico, transizione energetica,
agricoltura e sovranità alimentare, sono alcuni
dei temi che si tratteranno nel Vertice dei
Popoli che è cominciato ieri a Lima, in Perù.
Il Vertice - parallelo alla 20ª Conferenza delle
Nazioni Unite sul Cambio Climatico (COP20),
analizzerà anche gli aspetti relazionati alla
gestione sostenibile del territorio e degli
ecosistemi, i finanziamenti, i trasferimenti di
tecnologie e “donne e sostenibilità”.
Sarà particolarmente importante la detta
Marcia Globale in Difesa della Madre Terra, il
10 dicembre, in cui la società civile esigerà
l’adozione di misure per la mitigazione e
l’adattamento al cambio climatico.
Ibis Fernández, portavoce del Vertice dei Popoli
ha indicato che si spera di riunire tra 10.000 e
15.000 persone, con l’obiettivo di
sensibilizzare la popolazione e le autorità
sulle conseguenze del riscaldamento globale.
In Perù si sa poco della COP20, e
dell’iniziativa dei Popoli, perchè non c’è stata
una strategia del governo per fomentare questo
evento, che deve coinvolgere la società civile.
I delegati alla Conferenza del Clima
riannoderanno le loro attività per mettere a
punto i documenti di lavoro in vista del
segmento di alto livello.
A questa seconda fase della riunione – appena
cominciata - partecipano i presidenti della
Bolivia, Evo Morales; del Messico, Enrique Peña
Nieto; della Colombia, Juan Manuel Santos e del
Cile, Michelle Bachelet.
Inoltre il segretario generale delle Nazioni
Unite, Ban Ki-moon e il segretario statunitense
degli Stati Uniti, John Kerry.
L’incontro è cominciato lo scorso 1º dicembre
con esperti di 195 nazioni che hanno partecipato
ai negoziati che dovranno terminare con una
proposta per un nuovo accordo mondiale sul
clima, che sostituisca a partire dal 2020, il
Protocollo di Kioto per la riduzione dei gas con
effetto serra.
Gli investigatori assicurano che è necessario
neutralizzare le emissioni di carbonio emesse
nell’atmosfera dalla metà al finale del secolo,
per impedire l’aumento delle temperature del
pianeta al disopra di 2 gradi ed evitare così
catastrofici effetti del cambio climatico.
(Prensa Latina / Traduzione GM- Granma Int.)
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