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El Salvador: l’importanza della
liberazione dei Cinque
Odalys
Troya
Il deputato salvadoregno per il Fronte Farabundo
Martí per la Liberazione Nazionale (FMLN),
Damián Alegría, ha segnalato l’importanza della
battaglia per la liberazione definitiva degli
antiterroristi cubani ingiustamente reclusi
negli Stati Uniti.
Alegría, che ha sofferto sulla sua pelle il
dolore della tortura e della prigione, ha
narrato a veterani del FMLN e a membri del
movimento di solidarietà con Cuba, le sue
esperienze durante la giornata per i Cinque
svolta a Washington all’inizio del mese di
giugno.
Conversando nel Centro Culturale Nuestra
América, a San Salvador con la presenza
dell’ambasciatrice di Cuba, Iliana Fonseca, e
vari diplomatici cubani, Alegría ha spiegato
perchè i Cinque furono arrestati a condannati
ingiustamente negli USA.
René González, Gerardo Hernández, Antonio
Guerrero, Fernando González e
Ramón Labañino furono arrestati nel 1998 mentre
controllavano i gruppi che dal territorio
statunitense pianificavano ed eseguivano azioni
di terrorismo contro Cuba.
I Cinque furono processati e s’inventò l’accusa
che avevano posto in pericolo la sicurezza
nazionale degli Stati Uniti, fatto smentito
dagli stessi militari statunitensi che
testimoniarono.
Poi i Cinque furono condannati a reclusioni
smisurate, come due ergastoli più 15 anni
imposti a Gerardo Hernández, innocente.
Fernando e René hanno terminato le loro lunghe
ed arbitrarie condanne, ma restano in prigione i
loro tre compagni nonostante il richiamo
mondiale per la loro liberazione.
Il deputato salvadoregno ha sottolineato che al
termine dell’incontro di Washington, tutti i
partecipanti hanno espresso il desiderio d’aver
partecipato all’ultimo.
“Speriamo che presto il presidente Obama prenda
la decisione di firmare un indulto per non farli
continuare in questa situazione che non
avrebbero mai dovuto conoscere”, ha
sottolineato.
Alegría ha detto che spera che i tre
antiterroristi cubani che sono ancora reclusi
possano tornare in Patria, tra l’amore del loro
popolo e delle loro famiglie.
Poi ha ricordato che anche lui fu prigioniero e
torturato, per cui si è chiesto come hanno
potuto resistere i Cinque a quei 17 mesi nel
“buco” e a 15 anni d’ingiusta prigionia.
"Per questo sento una totale ammirazione per
loro, perchè so cosa significa vivere nelle
difficili condizioni di un carcere”, ha detto
ancora. (PL /Traduzione GM – Granma Int.)
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