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N U E S T R A   A M E R I C A

 L'Avana. 7 Luglio 2014

   

El Salvador: l’importanza della liberazione dei Cinque

Odalys Troya

Il deputato salvadoregno per il Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (FMLN), Damián Alegría, ha segnalato l’importanza della battaglia per la liberazione definitiva degli antiterroristi cubani ingiustamente reclusi negli Stati Uniti.

 Alegría, che ha sofferto sulla sua pelle il dolore della tortura e della prigione, ha narrato a veterani del  FMLN e a membri del movimento di solidarietà con Cuba, le sue esperienze durante la giornata per i Cinque svolta a  Washington all’inizio del mese di giugno.

Conversando nel Centro Culturale Nuestra América, a San Salvador con la presenza dell’ambasciatrice di Cuba, Iliana Fonseca, e vari diplomatici cubani, Alegría  ha spiegato perchè i Cinque furono arrestati a condannati ingiustamente negli USA.

René González, Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Fernando González e Ramón Labañino furono arrestati nel 1998 mentre controllavano  i gruppi che dal territorio statunitense pianificavano ed eseguivano azioni di terrorismo contro Cuba.

I  Cinque furono processati e s’inventò l’accusa che avevano posto in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti,  fatto smentito dagli stessi militari statunitensi che testimoniarono.

Poi i Cinque furono condannati a reclusioni smisurate, come due ergastoli più 15 anni imposti a Gerardo Hernández, innocente.

Fernando e René hanno terminato  le loro lunghe ed arbitrarie condanne, ma restano in prigione i loro tre compagni nonostante il richiamo mondiale per la loro liberazione.

Il deputato salvadoregno ha sottolineato che al termine dell’incontro di Washington, tutti i partecipanti hanno espresso il desiderio d’aver partecipato all’ultimo.  

“Speriamo che presto il presidente Obama prenda la decisione di firmare un indulto per non farli continuare in questa situazione  che non avrebbero mai dovuto conoscere”, ha sottolineato.

Alegría  ha detto che spera che i tre antiterroristi cubani che sono ancora reclusi possano tornare in Patria, tra l’amore del loro popolo e delle loro famiglie.

Poi ha ricordato che anche lui fu prigioniero e torturato, per cui si è chiesto come  hanno potuto resistere i Cinque a quei 17 mesi nel “buco” e a 15 anni d’ingiusta prigionia.

"Per questo sento una totale ammirazione per loro, perchè so cosa significa vivere nelle difficili condizioni di un carcere”, ha detto ancora. (PL /Traduzione GM – Granma Int.)
 

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