Prigionieri Politici dell'Impero| MIAMI 5  

     

N U E S T R A   A M E R I C A

  L'Avana. 6 Marzo 2014

   

Una rosa bianca per l’amico

Raúl ha reso omaggio al Comandante Chávez.

Yaima Puig Meneses - Leticia Martínez Hernández / Foto: Estudios Revolución

Prima lo aveva fatto Martí, quando nel 1881, senza togliersi di dosso la polvere del cammino, chiese come si raggiungeva la statua di de Bolívar. Con la stessa decisione più di un secolo dopo ieri 5 marzo del 2014,  il Presidente cubano è andato direttamente dall’aeroporto internazionale di Maiquetía alla Caserma della Montagna, dove da un anno riposano i resti mortali di Hugo Rafael Chávez Frías.

In un omaggio semplice, intimo, profondo, lontano da ogni protocollo, Raúl ha posto una rosa bianca sulla lastra di marmo, ed è rimasto in silenzio fermo per alcuni minuti, forse ricordando i tanti momenti che avevano condiviso.

Poi, accompagnato dal ministro degli Esteri, Bruno Rodríguez Parrilla, ha presenziato il cambio della guardia d’onore che custodisce il sarcofago, dove in questa giornata c’erano più fiori del solito portati da centinaia di  venezuelani che la mattina avevano raggiunto la Parrovcchia 23 de enero,  per rendere omaggio all’eterno Comandante.

Mentre il Generale d’Esercito offriva i suoi rispetti, continuava a giungere la popolazione più umile, quella che ha visto nel leader bolivariano la speranza tante volte negata. 

Lì c’erano i bambini per mano ai loro genitori, gli anziani grati, gli studenti che hanno giurato di continuare la Rivoluzione, gli uomini e le donne di questo popolo che  a un anno dalla scomparsa del loro leader, piangono ancora la perdita fisica di chi, come sostengono, è passato all’eternità per guidarli per sempre.

Un momento commovente è stato quello in cui Raúl ha percorso i saloni in cui si vedono gli oggetti personali di  Chávez, come il vestito che indossava il 26 di marzo del 1994 uscendo dalla prigione per andare “alle catacombe del popolo”, il suo guanto da baseball, la sua giacca sportiva, i libri che gli piaceva leggere e le  “arañas”, i dolci casalinghi che preparava sua nonna  Rosa Inés e che lui vendeva là a Sabaneta, quando era bambino.

Raúl ha osservato anche le belle fotografie che ricordano l’allegria che ha sempre regnato nella sua famiglia, circondato dai genitori, dai fratelli, dai figli e dai nipoti...

Poi, dalla Caserma della Montagna, Raúl è andato sino all’Avenida de los Próceres per,  con gli altri rappresentanti dell’America Latina e dei Caraibi, presenziare l’imponente sfilata civico- militare in onore del leader venezuelano, alla quale hanno partecipato 10.260 combattenti socialisti rivoluzionari, antimperialisti e soprattutto profondamente chavisti. Per la storica avenida  è sfilata anche una rappresentazione delle missioni fomentate da Chávez durante il suo governo,  e in questa c’erano anche i collaboratori cubani che in questa nazione offrono salute, educazione, cultura e sport...

Davanti alle migliaia di “figli di Chávez” lì riuniti, il presidente del Venezuela Nicolás Maduro Moros, ha ricordato che: “Le forze della destra dicevano che Chávez avrebbe arato nel mare, che una volta creata la Rivoluzione sarebbe durata una settimana, ma è in piedi, vittoriosa, camminando verso il socialismo bolivariano, cristiano e chavista!”

Poi ha ricordato anche i momenti tragici e dolorosi vissuti dal popolo del paese, “quando il Comandante se n’è andato dalle nostre vite”,  ed ha aggiunto che a un anno dalla sua dipartita la missione del Comandante Chávez è compiuta. (Traduzione Granma Int.)
 

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