Prigionieri Politici dell'Impero| MIAMI 5  

     

N U E S T R A   A M E R I C A

 L'Avana. 24 Giugno 2014

   

Nella terra di Chacmool
(Seconda parte)


Adys Cupull - Froilán González

Verso lo stato di Campeche

Cominciammo il percorso e partimmo presto per San Francisco di Campeche,  capitale dello Stato. Carlos Reyes Alpuche ci portò alla sua sorprendente casa, l’unica con la sigla del Comitato di Difesa della Rivoluzione. Un CDR, il cui nome è un omaggio permanente al combattente messicano che partecipò al spedizione del Granma: Alfonso Guillén Zelaya. Nella piccola sala un’esposizione di diplomi,  mostra dei riconoscimenti meritati dal giornalista fondatore, fotografie della sua famiglia,  del  Comandante Ernesto Guevara, di amici di differenti paesi, del Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz, e dell’indimenticabile  amico messicano, Guillén Zelaya, anche figlio di Cuba, e dell’ Honduras per nascita.

San Francisco di Campeche somiglia al paesaggio di varie città di Cuba e dicono con orgoglio che somiglia a  Santa Clara, ma con il  malecon ( il lungomare)  e il Golfo che bagna le sue coste. La notizia della visita del  Che a Campeche durante il suo esilio, è come un saluto permanente per il cubano che la visita. Precisano che "Il Che è stato a  Campeche e gli fecero una fotografia mentre passeggiava per il malecon". Lo dicevano con contentezza. E, convinto della nostra ammirazione per l’Eroe, il giornalista  Reyes Alpuche  ci consegnò un quadro come omaggio del Governatore dello Stato, Fernando E. Ortega Bernés, con la foto che è testimone del passaggio del Che in questo malecón.

Narrarono come si filmò la Battaglia di Santa Clara a San Francisco di Campeche. E come   dipinsero le case e ricostruirono un muro per ottenere una somiglianza con i luoghi della città cubana. Lì, riappare nel ricordo o nell’immaginazione l’eroe argentino-cubano.

Apprezzammo che le storie e le leggende del popolo erano anche nostre e ci sentimmo parte della città, che somiglia alla nostra Manzanillo, con il suo mlalecón, aperto su un altro dei golfi dei Caraibi: quello di Guacanayabo. 

Vicina c’è la città insospettata di Calkiní,  dove provammo il piacere di ascoltare in una  voce di donna maya l’intonazione della lingua materna, e fu nella Casa della Cultura della Città, dopo il solenne ricevimento che offersero le autorità municipali presieduto da Víctor Hugo Baltasar, Presidente Municipale, che  presentammo  il film che tratta della vita del minatore boliviano Simeón Cuba,  assassinato con il Che, a La Higuera, opera che appartiene alla Serie di documentar¡ "Semillas del Ñacahuasú"  pera ricordare il XLVI anniversario della scomparsa  fisica del Comandante Guevara e dei suoi compagni. Una realizzazione dei cubani Leandro  e Liván González Cupull, musicati dai giovani messicani, René e Canek Ortiz Aldama.

Calkiní, è un nome maya che, tradotto allo spagnolo, significa "Gola del Sole" ed è la città considerata  culla degli artigiani di Campeche, specializzata in articoli di ceramica, terracotta, legno, ricami e il famoso cappello di jipijapa. La si conosce anche come L’ Atene del Cammino Reale. Sono molte le sue attrazioni, ci si diverte nei carnevale, si apprezzano il porto dei pescatori i mercati  e le centrale  Piazza dei Cappelli con un monumento alla autoctono capo d’abbigliamento. 

"Aichi maki mool",  furono le prime parole della reggente  maya, Antonia Uc Moo, che compiacente traduce allo spagnolo il saluto completo, che abbiamo copiato: “Molte grazie per la visita che fate da Cuba. Grazie anche governo di  Calkiní,  al suo presidente  Víctor Hugo Baltasar,  che vi ha invitato a dare una conferenza per Cuba e il Che Guevara in questo mese di ottobre che è il mese per ricordare queste due grandi persone presentate oggi". Il ricevimento terminò con  la presentazione di vari piatti regionali. Lasciammo Calkiní per continuare per il cammino delle meraviglie.

Giungemmo a Champotón, città di sole, mare, miele, pesca. Porto dove germina l’impeto di produzione. Il Presidente Municipale José Luis Arjona Rosado e sua moglie  Adriana Carpizo, salutarono la delegazione presieduta por  Mario Jorge García Cecilia. Profonda emozione nella Sessione Solenne del Cabildo  del Governo Municipale, con la presenza dei reggenti,  i sindaci e i rappresentanti della Polizia dell’Armata del Messico. Il presidente Arjona Rosado rese omaggio al popolo cubano, che ringraziò per la collaborazione in vari rami del sapere,   soprattutto nella formazione di tre  medici laureati in Cuba, figli della città di Champotón, presenti alla cerimonia nella quale abbiamo avuto l’onore d’essere considerati visitatori distinti.

Alla nostra partenza dallo Stato di  Campeche, gli studenti dell’Istituto d’Insegnamento Superiore della capitale, organizzarono la presentazione del nostro libro "Con la mirada al sur", che racconta tre tappe della vita del Comandante Ernesto Che Guevara de  la Serna: infanzia, adolescenza e gioventù. La presentazione si svolse  nell’Aula Magna Benito Juárez, dove si sviluppò un dinamico scambio con gli alunni,  stimolo della continuità dello studio, in quei giovani desiderosi di indagare, della storia e della lotta per l’ indipendenza definitiva di Nuestra América.

Lasciammo la fraterna città dove osservammo il giornalismo pratico ed efficiente che  mostrarono i lavoratori del stampa scritta e della televisione,  che si dedicarono due spazi   per parlare delle nostre opere e dei  quasi sedici anni d’ ingiusta reclusione di tre dei Cinque  Eroi cubani: Antonio Guerrero, Gerardo Hernández, Ramón Labañino in differenti prigioni degli USA. (René González e Fernando González, hanno recuperato la libertà dopo lunghe e ingiuste condanne pagate sino all’ultimo giorno inflitto.)

Nella città di Juan Peón e Rodolfo Menéndez

Altre sorpresa ci aspettavano ritornando a  Mérida, la città dei gelsomini, la più popolosa, quella che invita a vivere in pace. La prima sorpresa fu quando incontrammo l’amico  Mario Renato Menéndez Rodríguez e sua moglie, la cubana Alicia Figueroa González,  espressione dell’unione tra Cuba e il Messico.

Menéndez, è maestro nell’ arte e scienza di fare giornalismo. Fondatore e direttore di "Diarios mexicanos, Por Esto" al servizio dell’identità, dignità e sovranità dell’ America Latina, di ampia traiettoria nella storia della stampa. Conversammo sul tempo passato, l’ amicizia tra i popoli, la Rivoluzione, Martí, il Messico, Fidel, tra quei simbolici quadri e libri che ci circondavano, pieni di segreti e storia. Sapevamo che stavamo davnti a un discendente di Rodolfo Menéndez de la Peña, amico solidale degli indipendentisti di Cuba tra i quali, José Martí.

Abbiamo letto nel libro di  Alfonso Herrera Franyutty,  della presenza di  José Martí in Messico, il suo passaggio per Merida, il suo incontro con il poeta cubano Alfredo Torroella e i membri della Colonia Cubana e dei Circoli Letterari Yucatechi, tra i quali il cubano Rodolfo Menéndez de La Peña, il messicano Juan Peón Contreras, direttore del Museo Yucateco, protagonisti principali nella difesa della scultura patrimoniale della città di Merida: il Chacmool.

Continuiamo a Valladolid,  una città fondata nell’antica provincia dei cupules mayas, circondata dalle più importanti rovine dello Yucatán: Chichén Itzá, Tizimín, Pisté, Coba, Chemak, Ek Balam e Temozón. Il suo nome si deve a una città omonima in Spagna.

La sua architettura è coloniale, antiche e importante chiese formano  parte del suo patrimonio, e tra queste ci sono la Parrocchia di Santa Ana,  quella di Santa Lucía, la Candelaria e San Juan de Dios. Fummo ricevuti dal Presidente Municipale, Roger David Alcocer García e dai consiglieri del Municipio.

Da Valladolid conoscemmo da vicino le impronte  profunde che lasciano le invasioni ingiuste di come sorsero l’odio e le guerre tra spagnoli e mayas. Fu parte dello scenario della detta Guerra delle Caste.  Ci hanno spiegato che là a Tixcacalcupul c’è un  monumento all’eroe, Juan Cupul. Approfondiamo l’origine di Chacmool.

Lo spiega il Rettore dell’Università dell’Oriente, Carlos E. Bojórquez Urzaiz.  Mopti dei suoi alunni sono maya, e con i professori del Centro di Alti Studi, sono i  nuovi  investigatori in questo importante luogo.

Ringraziamo il Rettore per l’omaggio della sua opera: “Entre mayas y patriotas, José Martí en Yucatán”, libro imprescindibile per conoscere come  chi furono coloro che forgiarono  le relazioni storiche, politiche, dell’educazione e culturali, tra Cuba e lo Yucatán. Informa sull’esilio a Mérida della cubana Amalia Simoni e della sua famiglia, sui cubani perseguitati che giunsero in Yucatán. L’autore analizza le volte che José Martí passò in Yucatán, e apporta significative informazioni sulla sua presenza a Mérida, nel 1877. Bojórquez tratta aspetti  importanti della vita delle persone con le quali l’Apostolo ebbe relazioni, tra le quali Rodolfo Menéndez de la Peña, Eduardo e Luis Urzaiz Rodríguez, Conrado Menéndez Díaz, Antonio Betancourt Pérez.  E realizza un’analisi minuziosa della visione di José Martí su Augustus Le Plongeon, che aveva disseppellito Chacmool, e sul  yucateco Juan Peón Contreras, difensore permanente del prezioso  patrimonio di Merida che Le Plongeon non riuscì a portare a Filadelfia. L’autore narra le proteste  del popolo e delle personalità dello  Yucatán quando Chacmool fu trasferito al Museo di Antropologia di Città del Messico, proteste decisive che lo fecero ritornare a Merida.

‘Lincontro con Chacmool e il commiato

Conoscemmo con piacere altri giovani  yucatechi, stavolta nell’Università Modello di Merida, dove fummo invitati dal Dottor Rubén Reyes Ramírez, direttore della Scuola delle Umanità e dalla Master Gabriela Aguilar Ruiz,  che con gli alunni, studenti di Scienze Politiche e di Diritto, ci ringraziarono per il tema impartito e lo fecero anche con uno scritto. Si trattava della conferenza e la presentazione dei libri "Con la mirada al Sur. La vida del Che hasta los 25 años de edad” e "El asesinato del Che en Bolivia. Revelaciones".

Finalmente! Il Chacmool  si trova nel Gran Museo del Mondo  Maya.  L’esposizione è dedicata all’Antropologia, la Storia e l’Archeologia dei maya; dispone di varie sale neel quali si stimolano i sensi. Fu lì dove avemmo davanti agli occhi la grande opera, spiegata da un’eccellente guida. Si trova in una sala speciale, su una piattaforma, come su un piedestallo lì situato, impressionante e solenne.

Restammo fermi davanti al maestoso monumento il cui colore rosso cupo  aumenta la sua eloquenza. Seduto con il misterioso tocco che corona la sua testa di profilo, si trova Chacmool, la scultura perfetta di un artista dell’antichità maya.  

Avevamo davanti il fedele rappresentante dei principi del suo popolo, mostrano al mondo la forza della civiltà. Lui aveva vinto!

Aveva vinto! Era lì mostrando la sua identità e pensammo nell’identificazione che fece José Martí, disegnando il suo viso nel corpo di  Chacmool.

Per gli yucatechi non c’è commiato, ci dice un compagno nell’ultimo incontro realizzato nella Biblioteca Pubblica Statale "Manuel Cepeda Peraza", al quale parteciparono amici  solidali con Cuba e con i Cinque Eroi prigionieri  dell’Impero, e che fu presieduto  dal Console di Cuba nella penisola dello Yucatán, Jorge Mario González Cecilia, dalla distinta e cara Alicia Figueroa González e dal giornalista  Jorge Cortés Ancona, che presentò il nostro libro "Con la Mirada al Sur " e il documentario "La muerte no es verdad" che mostra il prima e il dopo del paesino de la Higuera, in Bolivia, come dice il giornalista  Cortés Ancona,  dove fu assassinato il Guerrigliero Eroico nel 1967.

Nella  prestigiosa istituzione parlammo del riscatto della memoria come ponte tra i popoli e della necessità di farci conoscere. Dicemmo: “Portiamo Merida a Cuba, portiamo la lingua maya a Cuba e in altri paesi, come si proponevano Bolívar, Martí, e come soddisfa tanto Fidel".

Il professore Jaime Novelo si è riferito  a quello che dobbiamo fare a favore della diffusione inter-culturale  e Mario García Cecilia, a nome di Cuba ha ringraziato coloro che hanno organizzato le attività da Merida per Cuba, pensando nella terra dei maya e  in

Chacmool, che abbiamo di nuovo incontrato in un’opera scolpita da un artista contemporaneo, situata all’entrata dell’Unione dei Giornalisti di Cuba – UPEC-  un’altra interpretazione non lontana dall’autoritratto che disegnò José Martí nel corpo della statua. Un uomo che seppe resistere e vinse nel tempo, como Chacmool

(fine -Traduzione Gioia Minuti).

 

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