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Nella terra di Chacmool
(Seconda parte)
Adys Cupull - Froilán González
Verso lo stato di Campeche
Cominciammo il percorso e partimmo presto per San
Francisco di Campeche, capitale dello Stato.
Carlos Reyes Alpuche ci portò alla sua
sorprendente casa, l’unica con la sigla del
Comitato di Difesa della Rivoluzione. Un CDR, il
cui nome è un omaggio permanente al combattente
messicano che partecipò al spedizione del Granma:
Alfonso Guillén Zelaya. Nella piccola sala
un’esposizione di diplomi, mostra dei
riconoscimenti meritati dal giornalista fondatore,
fotografie della sua famiglia, del Comandante
Ernesto Guevara, di amici di differenti paesi, del
Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana, Fidel
Castro Ruz, e dell’indimenticabile amico
messicano, Guillén Zelaya, anche figlio di Cuba, e
dell’ Honduras per nascita.
San Francisco di Campeche somiglia al paesaggio di
varie città di Cuba e dicono con orgoglio che
somiglia a Santa Clara, ma con il malecon ( il
lungomare) e il Golfo che bagna le sue coste. La
notizia della visita del Che a Campeche durante
il suo esilio, è come un saluto permanente per il
cubano che la visita. Precisano che "Il Che è
stato a Campeche e gli fecero una fotografia
mentre passeggiava per il malecon". Lo dicevano
con contentezza. E, convinto della nostra
ammirazione per l’Eroe, il giornalista Reyes
Alpuche ci consegnò un quadro come omaggio del
Governatore dello Stato, Fernando E. Ortega
Bernés, con la foto che è testimone del passaggio
del Che in questo malecón.
Narrarono come si filmò la Battaglia di Santa
Clara a San Francisco di Campeche. E come
dipinsero le case e ricostruirono un muro per
ottenere una somiglianza con i luoghi della città
cubana. Lì, riappare nel ricordo o
nell’immaginazione l’eroe argentino-cubano.
Apprezzammo che le storie e le leggende del popolo
erano anche nostre e ci sentimmo parte della
città, che somiglia alla nostra Manzanillo, con il
suo mlalecón, aperto su un altro dei golfi dei
Caraibi: quello di Guacanayabo.
Vicina c’è la città insospettata di Calkiní, dove
provammo il piacere di ascoltare in una voce di
donna maya l’intonazione della lingua materna, e
fu nella Casa della Cultura della Città, dopo il
solenne ricevimento che offersero le autorità
municipali presieduto da Víctor Hugo Baltasar,
Presidente Municipale, che presentammo il film
che tratta della vita del minatore boliviano
Simeón Cuba, assassinato con il Che, a La
Higuera, opera che appartiene alla Serie di
documentar¡ "Semillas del Ñacahuasú" pera
ricordare il XLVI anniversario della scomparsa
fisica del Comandante Guevara e dei suoi compagni.
Una realizzazione dei cubani Leandro e Liván
González Cupull, musicati dai giovani messicani,
René e Canek Ortiz Aldama.
Calkiní, è un nome maya che, tradotto allo
spagnolo, significa "Gola del Sole" ed è la città
considerata culla degli artigiani di Campeche,
specializzata in articoli di ceramica, terracotta,
legno, ricami e il famoso cappello di jipijapa. La
si conosce anche come L’ Atene del Cammino Reale.
Sono molte le sue attrazioni, ci si diverte nei
carnevale, si apprezzano il porto dei pescatori i
mercati e le centrale Piazza dei Cappelli con un
monumento alla autoctono capo d’abbigliamento.
"Aichi maki mool", furono le prime parole della
reggente maya, Antonia Uc Moo, che compiacente
traduce allo spagnolo il saluto completo, che
abbiamo copiato: “Molte grazie per la visita che
fate da Cuba. Grazie anche governo di Calkiní,
al suo presidente Víctor Hugo Baltasar, che vi
ha invitato a dare una conferenza per Cuba e il
Che Guevara in questo mese di ottobre che è il
mese per ricordare queste due grandi persone
presentate oggi". Il ricevimento terminò con la
presentazione di vari piatti regionali. Lasciammo
Calkiní per continuare per il cammino delle
meraviglie.
Giungemmo a Champotón, città di sole, mare, miele,
pesca. Porto dove germina l’impeto di produzione.
Il Presidente Municipale José Luis Arjona Rosado e
sua moglie Adriana Carpizo, salutarono la
delegazione presieduta por Mario Jorge García
Cecilia. Profonda emozione nella Sessione Solenne
del Cabildo del Governo Municipale, con la
presenza dei reggenti, i sindaci e i
rappresentanti della Polizia dell’Armata del
Messico. Il presidente Arjona Rosado rese omaggio
al popolo cubano, che ringraziò per la
collaborazione in vari rami del sapere,
soprattutto nella formazione di tre medici
laureati in Cuba, figli della città di Champotón,
presenti alla cerimonia nella quale abbiamo avuto
l’onore d’essere considerati visitatori distinti.
Alla nostra partenza dallo Stato di Campeche, gli
studenti dell’Istituto d’Insegnamento Superiore
della capitale, organizzarono la presentazione del
nostro libro "Con la mirada al sur", che racconta
tre tappe della vita del Comandante Ernesto Che
Guevara de la Serna: infanzia, adolescenza e
gioventù. La presentazione si svolse nell’Aula
Magna Benito Juárez, dove si sviluppò un dinamico
scambio con gli alunni, stimolo della continuità
dello studio, in quei giovani desiderosi di
indagare, della storia e della lotta per l’
indipendenza definitiva di Nuestra América.
Lasciammo la fraterna città dove osservammo il
giornalismo pratico ed efficiente che mostrarono
i lavoratori del stampa scritta e della
televisione, che si dedicarono due spazi per
parlare delle nostre opere e dei quasi sedici
anni d’ ingiusta reclusione di tre dei Cinque
Eroi cubani: Antonio Guerrero, Gerardo Hernández,
Ramón Labañino in differenti prigioni degli USA.
(René González e Fernando González, hanno
recuperato la libertà dopo lunghe e ingiuste
condanne pagate sino all’ultimo giorno inflitto.)
Nella città di Juan Peón e Rodolfo Menéndez
Altre sorpresa ci aspettavano ritornando a
Mérida, la città dei gelsomini, la più popolosa,
quella che invita a vivere in pace. La prima
sorpresa fu quando incontrammo l’amico Mario
Renato Menéndez Rodríguez e sua moglie, la cubana
Alicia Figueroa González, espressione dell’unione
tra Cuba e il Messico.
Menéndez, è maestro nell’ arte e scienza di fare
giornalismo. Fondatore e direttore di "Diarios
mexicanos, Por Esto" al servizio dell’identità,
dignità e sovranità dell’ America Latina, di ampia
traiettoria nella storia della stampa. Conversammo
sul tempo passato, l’ amicizia tra i popoli, la
Rivoluzione, Martí, il Messico, Fidel, tra quei
simbolici quadri e libri che ci circondavano,
pieni di segreti e storia. Sapevamo che stavamo
davnti a un discendente di Rodolfo Menéndez de la
Peña, amico solidale degli indipendentisti di Cuba
tra i quali, José Martí.
Abbiamo letto nel libro di Alfonso Herrera
Franyutty, della presenza di José Martí in
Messico, il suo passaggio per Merida, il suo
incontro con il poeta cubano Alfredo Torroella e i
membri della Colonia Cubana e dei Circoli
Letterari Yucatechi, tra i quali il cubano Rodolfo
Menéndez de La Peña, il messicano Juan Peón
Contreras, direttore del Museo Yucateco,
protagonisti principali nella difesa della
scultura patrimoniale della città di Merida: il
Chacmool.
Continuiamo a Valladolid, una città fondata
nell’antica provincia dei cupules mayas,
circondata dalle più importanti rovine dello
Yucatán: Chichén Itzá, Tizimín, Pisté, Coba,
Chemak, Ek Balam e Temozón. Il suo nome si deve a
una città omonima in Spagna.
La sua architettura è coloniale, antiche e
importante chiese formano parte del suo
patrimonio, e tra queste ci sono la Parrocchia di
Santa Ana, quella di Santa Lucía, la Candelaria e
San Juan de Dios. Fummo ricevuti dal Presidente
Municipale, Roger David Alcocer García e dai
consiglieri del Municipio.
Da Valladolid conoscemmo da vicino le impronte
profunde che lasciano le invasioni ingiuste di
come sorsero l’odio e le guerre tra spagnoli e
mayas. Fu parte dello scenario della detta Guerra
delle Caste. Ci hanno spiegato che là a
Tixcacalcupul c’è un monumento all’eroe, Juan
Cupul.
Approfondiamo l’origine di Chacmool.
Lo spiega il Rettore dell’Università dell’Oriente,
Carlos E. Bojórquez Urzaiz. Mopti dei suoi alunni
sono maya, e con i professori del Centro di Alti
Studi, sono i nuovi investigatori in questo
importante luogo.
Ringraziamo il Rettore per l’omaggio della sua
opera: “Entre mayas y patriotas, José Martí en
Yucatán”, libro imprescindibile per conoscere
come chi furono coloro che forgiarono le
relazioni storiche, politiche, dell’educazione e
culturali, tra Cuba e lo Yucatán. Informa
sull’esilio a Mérida della cubana Amalia Simoni e
della sua famiglia, sui cubani perseguitati che
giunsero in Yucatán. L’autore analizza le volte
che José Martí passò in Yucatán, e apporta
significative informazioni sulla sua presenza a
Mérida, nel 1877. Bojórquez tratta aspetti
importanti della vita delle persone con le quali
l’Apostolo ebbe relazioni, tra le quali Rodolfo
Menéndez de la Peña, Eduardo e Luis Urzaiz
Rodríguez, Conrado Menéndez Díaz, Antonio
Betancourt Pérez. E
realizza un’analisi minuziosa
della visione di José Martí su Augustus Le
Plongeon, che aveva disseppellito Chacmool, e sul
yucateco Juan Peón Contreras, difensore
permanente del prezioso patrimonio di Merida che
Le Plongeon non riuscì a portare a Filadelfia.
L’autore narra le proteste del popolo e delle
personalità dello Yucatán quando Chacmool fu
trasferito al Museo di Antropologia di Città del
Messico, proteste decisive che lo fecero ritornare
a Merida.
‘Lincontro con Chacmool e il commiato
Conoscemmo con piacere altri giovani yucatechi,
stavolta nell’Università Modello di Merida, dove
fummo invitati dal Dottor Rubén Reyes Ramírez,
direttore della Scuola delle Umanità e dalla
Master Gabriela Aguilar Ruiz, che con gli alunni,
studenti di Scienze Politiche e di Diritto, ci
ringraziarono per il tema impartito e lo fecero
anche con uno scritto. Si trattava della
conferenza e la presentazione dei libri "Con la
mirada al Sur.
La vida del Che hasta los 25 años de edad” e "El
asesinato del Che en Bolivia. Revelaciones".
Finalmente! Il Chacmool si trova nel Gran Museo
del Mondo Maya. L’esposizione è dedicata
all’Antropologia, la Storia e l’Archeologia dei
maya; dispone di varie sale neel quali si
stimolano i sensi. Fu lì dove avemmo davanti agli
occhi la grande opera, spiegata da un’eccellente
guida. Si trova in una sala speciale, su una
piattaforma, come su un piedestallo lì situato,
impressionante e solenne.
Restammo fermi davanti al maestoso monumento il
cui colore rosso cupo aumenta la sua eloquenza.
Seduto con il misterioso tocco che corona la sua
testa di profilo, si trova Chacmool, la scultura
perfetta di un artista dell’antichità maya.
Avevamo davanti il fedele rappresentante dei
principi del suo popolo, mostrano al mondo la
forza della civiltà. Lui aveva vinto!
Aveva vinto! Era lì mostrando la sua identità e
pensammo nell’identificazione che fece José Martí,
disegnando il suo viso nel corpo di Chacmool.
Per gli yucatechi non c’è commiato, ci dice un
compagno nell’ultimo incontro realizzato nella
Biblioteca Pubblica Statale "Manuel Cepeda
Peraza", al quale parteciparono amici solidali
con Cuba e con i Cinque Eroi prigionieri
dell’Impero, e che fu presieduto dal Console di
Cuba nella penisola dello Yucatán, Jorge Mario
González Cecilia, dalla distinta e cara Alicia
Figueroa González e dal giornalista Jorge Cortés
Ancona, che presentò il nostro libro "Con la
Mirada al Sur " e il documentario "La muerte no es
verdad" che mostra il prima e il dopo del paesino
de la Higuera, in Bolivia, come dice il
giornalista Cortés Ancona, dove fu assassinato
il Guerrigliero Eroico nel 1967.
Nella prestigiosa istituzione parlammo del
riscatto della memoria come ponte tra i popoli e
della necessità di farci conoscere. Dicemmo:
“Portiamo Merida a Cuba, portiamo la lingua maya a
Cuba e in altri paesi, come si proponevano
Bolívar, Martí, e come soddisfa tanto Fidel".
Il professore Jaime Novelo si è riferito a quello
che dobbiamo fare a favore della diffusione
inter-culturale e Mario García Cecilia, a nome di
Cuba ha ringraziato coloro che hanno organizzato
le attività da Merida per Cuba, pensando nella
terra dei maya e in
Chacmool, che abbiamo di nuovo incontrato in
un’opera scolpita da un artista contemporaneo,
situata all’entrata dell’Unione dei Giornalisti di
Cuba – UPEC- un’altra interpretazione non lontana
dall’autoritratto che disegnò José Martí nel corpo
della statua. Un uomo che seppe resistere e vinse
nel tempo, como Chacmool
(fine -Traduzione Gioia Minuti).
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