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Guatemaltechi e cubani ricordano
il legato dell’Apostolo José Martí
Randy
Saborit Mora
Guatemaltechi e cubani oggi ricordano in
Guatemala il legato di José Martí,
rivoluzionario morto in combattimento il 19
maggio del 1895 in una guerra por l’indipendenza
di Cuba.
Il Sindacato dei Lavoratori delle Belle Arti
(STAP) del Guatemala, che dal 2004 organizza
iniziative per ricordare l’uomo che scrisse una
volta “sarà immortale chi merita di diventarlo”,
ha preparato una conversazione in omaggio a
Martí.

L’anno scorso il segretario generale della STAP,
Fernando Minera, e l’ambasciatore di Cuba in
questo paese centroamericano, Roberto
Blanco, inaugurarono un’esposizione di quadri e
di sculture nella Casa della Cultura della Zona
Uno di Città del Guatemala.
Oggi si svolgerà una cerimonia davanti al
monumento eretto “all’umile pellegrino”, come si
autodefini lo scrittore paradigma e si
ricorderà, con il suo saggio “Guatemala”, il suo
arrivo in questa nazione nel marzo del 1877.
La piazza giardino José Martí è stata inaugurata
nella Avenida de las Américas della Città il 29
agosto del 2013, anno del 160º anniversario
della nascita del politico integro e integrale.
Il giovane Martí visse dal 1877 al 1878 in
Guatemala, dove lasciò profonde orme come
docente e oratore.
“Quando sono nato la natura mi ha detto Ama! e
il mio cuore, Ringrazia! e da allora io amo il
buono e il cattivo, faccio religione della
lealtà e abbraccio quanti mi fanno bene”,
rispose il giornalista Martí a chi chiedeva
perchè stesse scrivendo il saggio intitolato
“Guatemala”.
Il
poeta José Martí scrisse, tra le sue molte
opere, questi versi per:
La bambina del Guatemala
Voglio all’ombra di un’ala
raccontare un racconto in fiore.
La
giovanetta del Guatemala,
quella che morì per amore.
C’erano corone di gigli
e
cuscini di fior di reseda
e
gelsomini... La seppellimmo
in
una cassa foderata di seta.
Lei gli aveva regalato
un
cuscinetto profumato.
Lui ritornò già sposato
e
lei morì per amore.
Trasportano la sua cassa
vescovi e ambasciatori
e
il popolo segue in massa
con le mani piene di fiori
Lei per poterlo vedere
salì fino al belvedere
lui ritornò con la sposa
e
lei morì per amore.
Come bronzo incandescente
fu
quel bacio dell’addio
su
quella fronte, la fronte
che amavo di più io.
Di
sera entrò dentro il fiume
e
la tolse già morta il dottore
Dicono che è morta di freddo
ma
io so che morì per amore.
Lì
nella cripta gelata
la
misero sopra due panche.
Baciai la sua mano affilata,
baciai le sue scarpine bianche.
Stavo là zitto e al tramonto
mi
chiamò il seppellitore.
Io
non ho visto mai più
colei che è morta per amore.
(Traduzione Gioia Minuti) |