La vittoria del compagno Evo
• Rafforza il “triangolo
resistente e costituente” Cuba, Venezuela,
Bolivia per la transizione al Socialismo nel XXI
secolo
Luciano Vasapollo
- Rita Martufi
1. La nuova fase di mondializzazione del
capitalismo del XXI secolo è caratterizzata da
un’accelerata integrazione internazionale delle
attività economiche, sia nelle forme
tradizionali, commercio e investimenti diretti
all’estero, sia in forme nuove, come
investimenti finanziari, nell’espropriazione dei
beni collettivi comprendendo i saperi, ma che
disegna nella competizione globale il nuovo
scenario dello sfruttamento, mostrando tutte le
sue gravi ricadute sull’intera umanità, senza
risparmiare assolutamente i lavoratori anche dei
paesi a capitalismo maturo,attraverso gli esiti
della crisi sistemica del capitale
internazionale.
Lo pseudo-sviluppo dei Sud del mondo resta
ancor più fortemente subordinato alla guida
economica e alle esigenze della nuova
geopolitica-economica ridisegnata sulla nuova
divisione internazionale della produzione e del
valore e di distribuzione consumistico delle
regioni ricche che non può certo più dirsi del
benessere.
L’America Latina è ancora una terra di
sfruttamento coloniale o neocoloniale, terra a
cui anche la stessa Europa guarda per le
opportunità di mercato che offre e mai per i
chiari messaggi politico-sociali che invia.
La dipendenza dell’America Latina continua a
rappresentare quel contesto in cui si
approfondisce il crescente controllo
trasnazionale dei processi di accumulazione
nazionale, non solo attraverso la compressione
dei diritti del lavoro e dei diritti sociali ma
soprattutto negando l’accesso alla proprietà
sociale dei beni comuni, collettivi.
Proprio perché l’attuale crisi del modello di
sviluppo capitalista è non solo a carattere
economico-finanziario e delle possibilità di un
rilancio dei processi di accumulazione del
capitale, ma anche la peggiore crisi
socio-ambientale, energetica, climatica,
alimentare della storia: è per questo che è da
considerarsi crisi globale e sistemica, è ancor
più evidente il perché il ruolo di semiperiferia
economico-produttiva assegnato all’America
Latina ne fa un’area in cui più alto e diretto è
il conflitto di classe, nella centralità del
conflitto capitale-lavoro e nell’esplicitarsi
concreto e selvaggio e senza mediazione delle
contraddizioni capitale-natura,
capitale-scienza, capitale-democrazia,
capitale-diritti meglio con la negazione dello
Stato di diritto attraverso la brutale
repressione dei movimenti di classe.
2. Le disuguaglianze presenti nei paesi
dell’America Latina, le condizioni sfavorevoli
delle aree rurali, la povertà del mondo
contadino sono anche accompagnate da una grande
ricchezza del tessuto sociale e di quello
politico, in particolari in questi ultimi anni
con la nascita, il consolidarsi e rafforzarsi
dell’alleanza politica ed economica dell’ALBA.
Grazie a questa ricchezza politica, infatti, si
continuano a diffondere in tutta Nuestra América
le pratiche dell’economia locale popolare con
modi di produzione pianificati e socializzati,
con un commercio equo e solidale, anche in forme
differenziate e a volte come esperienze
sperimentali di autoimprenditorialità e
imprenditorialità sociale che si accompagna ad
un vero cooperativismo solidale, compartecipato
e complementare.
Con anche questa ultima vittoria elettorale del
compagno Presidente Evo e del popolo
rivoluzionario bolivariano , si afferma il
cambiamento radicale anticapitalista e
antimperialista con la realizzazione delle
politiche del Vivir Bien e della centralità dei
diritti di PachaMama contro la logica e le leggi
dello sfruttamento capitalista e della guerra
imperialista per il rafforzamento del Socialismo
nel XXI secolo.
Ad esempio anche in questa ultima campagna
elettorale , in Bolivia il MAS-IPSP ( Movimento
al Socialismo –Strumento Politico per la
Sovranità dei Popoli) in Bolivia è stato in
grado di evidenziare sempre concretamente in
base a risultati di governo incentrato sulla
democrazia partecipativa come si deve
contrastare il potere politico ed economico e
della cultura del profitto, dei precedenti
governi neocolonialisti, o di un ipotetico
schieramento progressista ma nei fatti
neoliberista, andando a realizzare un
miglioramento delle condizioni umane e
ambientali del lavoro, attuando un autonomo
processo di transizione al Socialismo Il MAS in
Bolivia oggi è interprete dei contenuti dei
programmi dei movimenti sociali ed è portatore
delle istanze di prospettiva dei percorsi di
transizione al socialismo promossi dai partiti,
dagli stessi governi rivoluzionari e
progressisti dell’ALBA che si oppongono alle
politiche e trattati che vogliono imporre ancora
una volta lo scambio diseguale delle aree di
libero scambio e il commercio secondo le regole
dei vantaggi comparati competitivi
contrapponendo il progetto dell’ALBA a forti
connotati politico-socio-economici
anticapitalisti.
E’ grazie alle battaglie e gli ideali forti del
MAS , del PC cubano, del PSUV che si vanno
rafforzando , strutture, settori e modelli
economico-produttivi e commerciali dell’ALBA e
sempre più progetti di autodeterminazione che
mettono al primo posto la lotta contro la
povertà e l’esclusione sociale, come le
dinamiche esperienze per un progetto di sviluppo
alternativo ad esempio della CELAC, UNASUR e
dello stesso MERCOSUR, sottoscritti e appoggiati
ormai, a diversi livelli, da quasi tutti i
governi dell’America Latina.
3. Il principio che guida l’ALBA è quello di una
maggiore solidarietà e complementarietà tra i
popoli dell’America Latina e dei Caraibi, che si
rifà al pensiero di Bolìvar, Martì, Tupac
Katari e tanti altri grandi rivoluzionari. Lo
scopo è la trasformazione delle società
dell’America Latina, a partire da processi che
garantiscano l’abolizione delle disuguaglianze
sociali attraverso un miglioramento della
qualità di vita e un intervento attivo dei
popoli nella determinazione del loro proprio
destino sulla lunga strada dei processi
anticapitalisti per la costruzione della
transizione socialista.
E’ così che si può comprendere perché le
trasformazioni che hanno avuto maggior successo
in America Latina si sono sviluppate a Cuba, in
Venezuela e Bolivia dove movimenti politici di
base diretti da leaders rivoluzionari hanno una
strategia chiara per esercitare il potere
politico, governando ad esempio per la difesa
dello Stato sociale , non con il semplice “no”
alle privatizzazioni ma con l’abbattimento alla
proprietà privata dei mezzi di produzione.
I movimenti ed i forum sociali mancavano di una
comprensione chiara della natura dei loro
avversari e di una strategia politica per
trasformare il sistema. Essi parlavano in
termini vaghi di “capitale globale” invece di
imperialismo; davano risalto agli effetti
sociali (la povertà) invece di parlare delle
cause politiche – lo Stato imperiale. Assumevano
che lapressione sociale di massa intermittente
avrebbe costretto le classi al potere a
cambiare, invece di elaborare una strategia per
la conquista del potere statale.
Per tutti gli anni ’90 e nel nuovo millennio le
masse impoverite hanno condotto ad un’azione
diretta. In Ecuador una alleanza di indiani,
contadini e lavoratori urbani ha rovesciato
regimi di destra già dal 2000; in Bolivia
insurrezioni condotte da contadini, indiani,
minatori e disoccupati hanno buttato giù
presidenti neo-liberisti e portato alla vittoria
l’indio Evo Morales in tre elezioni
presidenziali con maggioranze sempre più
schiaccianti; in Brasile i lavoratori Sem Terra
hanno occupato migliaia di latifondi e dato una
casa a centinaia di migliaia di famiglie; ed in
Argentina ribellioni popolari dei disoccupati e
della classe media impoverita hanno condotto al
rovesciamento di presidenti che avevano attuato
politiche del FMI. Scioperi generali, massicci
blocchi sulle autostrade e conflitti sociali
durissimi hanno ribaltato alcune delle peggiori
misure neo-liberiste – come la privatizzazione
dell’elettricità in Messico, dell’acqua in
Bolivia e del petrolio nel Venezuela.
4. La sete di giustizia sociale conferma alla
guida della Bolivia rivoluzionaria del
socialismo comunitario il campesindios Evo
Morales, che ha dimostrato in dieci anni di
governo della democrazia popolare partecipata la
capacità di costruire nuove forme di consenso di
massa dando sostanza tutta politica ad un nuovo
percorso dove al centro della scena politica si
colloca, imperiosamente, il popolo indigeno, la
maggioranza silenziosa da secoli sottoposta a
condizioni di sfruttamento inumane.
Evo Morales, con Fidel Castro e Hugo Chavez
cominciò negli anni a guardare con sempre
maggiore simpatia e affinità ai percorsi del
proprio popolo campesindios verso un forte
antimperialismo e anticapitalismo attraverso il
divenire di processi differenti al socialismo
, ma che comunque vedono nell’esperienza
rivoluzionaria cubana un esempio e un
riferimento fondamentale.
Tra i tre grandi leader rivoluzionari nacque
quel vincolo forte di profonda amicizia , di
stima reciproca, di forte condivisione
politica, di comunione di intenti,
antimperialisti e anticapitalisti, socialisti,
che nel 2004 portò alla nascita dell'Alternativa
Bolivariana. L'idea dell'ALBA era già da allora
fortemente imperniata su un principio
fondamentale: lo scambio solidale e
complementare, fuori e contro le leggi del
profitto, quindi dello sfruttamento. Un modello
di relazioni economiche che si regge, non sulla
legge del profitto del mercato internazionale
dettata dalla teoria dei vantaggi comparati, ma
sul conseguimento del maggior benessere
possibile per i popoli.
Sempre nel 2004 il compagno Evo con altri due
grandi della storia del Socialismo, Fidel Castro
e Chavez fu fra i fondatori della Rete in Difesa
dell’Umanità. Già in quella occasione a Caracas
si posero le basi per la costruzione del
Socialismo del, per e nel XXI Secolo per
difendere l’Umanità dalla barbarie del
capitalismo e per restituire dignità a tutti i
popoli oppressi.
Dal 2005 Evo Morales ha iniziato un processo di
trasformazione radicale anticapitalista in
Bolivia che non si è mai interrotto, con la
lotta alla povertà, la nazionalizzazione delle
energie, la realizzazione di programmi sociali
nei diversi settori a cominciare dalla salute,
l’educazione, lo sport fino ad arrivare alla
costruzione delle case per le persone che fino
ad allora avevano vissuto nella più totale
miseria, senza diritti, senza acqua potabile,
senza assistenza medica.
5. Negli anni di governo nonostante i tentativi
golpisti e di destabilizzazione da parte
dell’oligarchia a guida CIA , Evo son il
radicamento politico-sociale del MAS ha saputo
opporre alle politiche neoliberiste una vera e
propria lotta per l’autodeterminazione e per la
“sovranità alimentare”, ossia la possibilità per
tutti i lavoratori di definire e tracciare
attraverso le proprie organizzazioni di base le
politiche di produzione e quelle di
distribuzione degli alimenti, con il rispetto
delle diverse culture e tradizioni educative che
caratterizzano i diversi popoli ,valorizzando
anche le forme di produzione e commercio
adottate dalle popolazioni indigene come la
difesa della foglia di coca che si coniuga al
grande ideale del Vivir Bien per la dignità e
sovranità della Bolivia nazione. E’ il concetto
di una Bolivia degna, sovrana e produttiva per
il Vivir Bien che fa parte del programma del
Movimento Al Socialismo (MAS), un movimento
strumento politico per la sovranità popolare che
ha saputo portare il primo indios alla
Presidenza della Repubblica nel 2005 e poi alle
grandi conferme del 2009 e 2014.
Il programma politico del MAS ha scelto
prioritariamente di coinvolgere i movimenti
sociali per autorappresentarli nella sfera
statale, combinando cioè le lotte sindacali con
le lotte e la cultura delle popolazioni
originarie che, oltre ad avere in comune
l’elevato livello di povertà, gli alti tassi di
mortalità e di emarginazione sociale, si
distinguono per la loro antica cultura
solidaristica, la loro educazione, comunitaria,
per il rapporto privilegiato che hanno avuto da
sempre con la natura con la terra, la Madre
Terra, Pacha Mama.
Il concetto educativo e politico fondamentale di
questa filosofia andina e amazzonica del Vivir
Bien si basa su una idea di convivenza
comunitaria; l’indigenismo identifica tale
paradigma con il piacere del vivere in armonia
con la Madre Terra.
6. “E’ finita l’era del saccheggio” ha
dichiarato qualche tempo fa Evo Morales, e sotto
la spinta dei movimenti proletari e di classe
vengono promulgati decreti per la
nazionalizzazione degli idrocarburi e delle
risorse naturali, dei beni comuni.
Una cultura e una educazione, quindi, del “Vivir
Bien del socialismo comunitario”, in armonia con
la Madre Terra,la società di Pacha Mama come la
definisce il MAS (Movimento Al Socialismo) in
piena sintonia con il movimento indios
boliviano; un’economia socio-ecologica politica
che siconiuga ai processi di lotta che uniscono
le varie forze sociali in un’alleanza in grado
di organizzare i lavoratori e gli sfruttati per
costruire una nuova idea di sinistra
anticapitalista, antimperialista per la
transizione socialista.
E l’idea independentista della grande nazione
latinoamericana di Martì e Bolivar assume la
concretezza antimperialista e anticapitalista
nel socialismo del XXI secolo.
Ciò ha dato maggiore impulso ed organizzazione
al conflitto sociale ponendoal centro i bisogni
reali delle varie componenti del popolo
lavoratore boliviano, portando alla vittoria di
Evo Morales e del MAS, rafforzando
l’indipendenza dei movimenti sociali e contadini
e dando nuovi elementi e nuovo impulso a forme
politiche ed economiche di una solidarietà più
ampia che supera i confini contadini e si
realizza soprattutto con altri gruppi di
lavoratori nelle loro diversità e complessità,
dagli operai ai minatori, agli artigiani,agli
Aymaras urbani e delle metropoli che si
stringono in relazioni culturali, sociali e
politiche con i propri fratelli della campagna.
7. Il Presidente Evo Morales, contadino,
sindacalista, cocalero, figlio e interprete del
suo popolo dei campesindios, ha ottenuto più del
60% dei voti e ha vinto in tutti i Dipartimenti
del Paese con la sola eccezione del dipartimento
di Beni; nel Dipartimento di Santa Cruz,
notoriamente influenzato dalla destra
oligarchica fascista, il MAS ha ottenuto il
49,9%.
Sono stati eletti 130 deputati e 36 senatori con
più di 6 milioni di elettori e una
partecipazione al voto di più dell’80%.
Nonostante i vari tentativi di colpi di Stato,
gli hackeraggi dei mezzi di stampa nazionale
anche nelle ore precedenti le elezioni, la
diffusione di informazioni false riguardanti la
stessa incolumità di Evo Morales, lo Tsunami
Azzurro (il nome dato ad Evo nella campagna
elettorale) ha dimostrato a livello
internazionale la sua indiscutibile forza come
leader regionale e mondiale.
La vittoria Presidente Evo Morales alle elezioni
di Domenica 12 ottobre 2014, ancora una volta
dimostra attraverso il governo della democrazia
partecipativa popolare , come sia riuscito a
confermare a livello internazionale la sua
indiscutibile forza come leader regionale e
mondiale, capace di dare una durissima e
indiscutibile risposta politica di alternativa
radicale a chi, come la variegata e sempre piu
spenta sinistra europea, compresa quella
pseudo-comunista, pensa che l’ultimo orizzonte
per l’umanità sia il capitalismo, semmai
moderato, riformato, sociale, ma senza porre mai
in discussione il suo superamento in chiave di
rottura verso l’orizzonte del socialismo di
classe e rivoluzionario.
8. La competizione globale interimperialistica
con gli effetti della crisi
economico-finanziaria e politica e con le sue
ricadute sociali drammatiche sui lavoratori e
sugli interessi dei movimenti di classe,
evidenzia un capitale imperiale internazionale
che si finanziarizza,si militarizza sempre più
nel tentativo di uscire da una crisi sistemica
che annuncia la fine dell’era del dominio del
capitale, attacca interi Stati per i propri
interessi speculativi, si espande, conquista
nuovi mercati attraverso le guerre imperiali che
si moltiplicano sia a livello militare, dove
sono in gioco risorse strategiche come il
petrolio, sia come guerre economico-finanziarie
e sociali. E le aree periferiche e
semiperiferiche come l’America Latina
costituiscono il laboratorio privilegiato della
natura più selvaggia del capitalismo.
La complementarietà e la solidarietà dei
vantaggi cooperativi al contrario, mettendo a
disposizione i punti di forza di ogni singolo
paese, fomentano uno sviluppo regionale
condiviso ed integrato, combattendo contro ogni
ingerenza imperialista.
Cuba, Bolivia e il Venezuela forniscono chiari
esempi di come opporsi politicamente e
radicalmente alla barbarie del capitale, come
prendere e difendere nel tempo il potere
politico , con una netta configurazione di
classe.
Ecco perché è strategico il nostro appoggio al
rafforzamento dell’asse portante rivoluzionario
Cuba-Venezuela-Bolivia poiché esprimono quella
soggettività politica che avanza nella
costruzione reale del progetto del Socialismo
del XXI secolo.
Con Evo e il popolo rivoluzionario bolivariano
vincono i processi di autodeterminazione dei
popoli contro la barbarie capitalista per la
realizzazione delle politiche del socialismo
comunitario attraverso il Vivir Bien e la
centralità dei diritti di PachaMama.
Con questa grande affermazione prima politica e
poi elettorale del compagno Evo avanzano i
processi di transizione socialista dei paesi
dell’ALBA e continua il riscatto per
l’affermazione dei diritti di coloro che
venivano etichettati come gli ultimi della
terra, e prendono irrinunciabile sostanza i
diritti dell’intera umanità e i percorsi del
Socialismo rivoluzionario.
La dedica della vittoria a Fidel Castro e Chavez
rappresentano la continuità contro la logica e
le leggi dello sfruttamento capitalista e della
guerra imperialista, che vede nel triangolo
resistente e costituente Cuba, Venezuela,
Bolivia la punta più avanzata per i percorsi
della transizione nel rafforzamento del cammino
del Socialismo nel XXI secolo.
“Chiedo agli indigeni che mi controllino e che,
se non avanzo abbastanza, mi spingano Ci
troviamo davanti al trionfo di una rivoluzione
democratica e culturale. Siamo passati dalla
resistenza alla presa del potere… Proseguiamo la
lotta di Tupac Katari e saremo noi a portare
avanti i compiti che ci ha lasciato il Che” Evo
Morales dal Giuramento per l’insediamento a
Presidente.
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