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Criticata l’adesione della
Costa Rica all’Accordo d’Associazione
Transpacifica
Isabel Soto
Mayedo
“L’Accordo d’Associazione Transpacifica (TPP),
promosso dagli Stati Uniti è un altro Trattato
di Libero Commercio (TLC) con il quale il
Governo pretende di legarci a colpi di tamburo”,
ha denunciato il deputato della Costa Rica,
José María Villaltam.
In accordo con l’ex candidato presidenziale del
Frente Amplio, partito di sinistra, la
governante Laura Chinchilla e la sua ministra
del Commercio Eetero, Anabel González, vogliono
portare avanti i negoziati di questo nuovo
accordo alle spalle delle imprese e del popolo.
“Con segreti e senza partecipazione, senza
consultazioni, continuano a mettersi in nuove
avventure, Speriamo che il popolo della Costa
Rica non lo permetta”, ha affermato.
Inoltre ha ricordato che il settore
imprenditoriale ha manifestato il suo disaccordo
per non essere stato convocato a un dialogo,
perchè le sue opinioni non sono state
considerate sulla necessità d’evitare d’essere
coinvolti in un altro TLC, senza possibilità di
controllare quanto firmato e senza valutare come
potenziare i benefici.
“Non possiamo continuare con questa rotta con
cui vogliono consegnare tutto, non vogliono
lasciare niente, vendendo tutto, e non hanno
imparato niente dei dibattiti che abbiamo fatto
in Costa Rica sui TLC”, ha sottolineato.
Il quotidiano digitale El País ha accennato
all’agenda di governo della Chinchilla, centrata
ora nell’incorporazione piena all’Alleanza del
Pacifico, organismo creato da poco più di un
anno, legato a codici del liberalismo e formato
da Cile, Colombia, Perù e Messico.
Durante l’VIII Vértice dei Presidenti di questo
meccanismo regionale, in Colombia, la Chinchillá
ha firmato una dichiarazione d’adesione della
Costa Rica al Trattato in maniera progressiva,
nello spazio di un anno.
La pubblicazione della Costa Rica prevede che la
polemica nazionale attorno al TPP diventerà più
forte perchè i negoziati coinvolgono 12 paesi:
Australia, Nueva Zelanda, Canadà, Brunei, Stati
Uniti, Malesia, Giappone, Singapore, Vietnam,
Perù, Cile e Messico.
Inoltre sono associati come osservatori, Panama,
Costa Rica, Colombia, Guatemala, Uruguay e
Spagna, e il Paraguay ha chiesto di sommarsi a
quest’ultimi gruppo
I contrari al TPP assicurano che gli Stati Uniti
pretendono d’imporre il loro potere nella
regione Asia-Pacifico, soprattutto per quanto
riguarda la proprietà intellettuale.
L’obiettivo essenziale di questa proposta è
instaurare patenti a lungo tempo con le quali le
multinazionali che producono medicinali
potrebbero coprirsi.
Come esempio è stato citato il capitolo di
protezione degli investimenti del TPP, che
permette agli investitori di denunciare gli
Stati davanti ai tribunali internazionali senza
passare davanti alla giustizia nazionale,
creando super diritti per il capitale privato e
le multinazionali.
Quello che è in gioco sono temi di base della
governabilità democratica per questi Stati che
si sono sovrani e indipendenti, avvertono gli
investigatori e gli attivisti di tutto il mondo.
(Traduzione Granma Int.)
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