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								Il litigio per i fondi avvoltoio 
								con l’Argentina non presenta soluzioni 
								
								La nuova settimana appena iniziata non presenta 
								soluzioni nel litigio per i fondi avvoltoio 
								contro l’Argentina, dove cresce l’appoggio 
								dell’opinione pubblica alla posizione del 
								governo nazionale. 
								
								 Dopo 
								la pubblicazione dell’avviso legale nei mezzi 
								internazionali e argentini  e la denuncia della 
								Casa Rosada contro gli Stati Uniti a L’Aia, le 
								due parti hanno espresso minacce la scorsa 
								settimana da New York,  e Washington ha ignorato 
								la giurisdizione della Corte Internazionale, 
								informa Prensa Latina. 
								
								Nel suo tribunale a New York, il giudice  Thomas 
								Griesa ha accusato il governo argentino di non 
								divulgare più i suoi argomenti e la realtà di 
								quello che sta avvenendo, minacciando di 
								dichiararlo oltraggioso. 
								
								Il magistrato del distretto che ha sentenziato 
								 continuamente a favore dei fondi avvoltoio,  ha 
								invitato le due parti a continuare a dialogare, 
								ma sino ad ora la sola via d’uscita che offre è 
								che si paghino i fondi avvoltoio a chi li esige.
								 
								
								Il 72% degli argentini  responsabilizza  Griesa 
								per la mancanza di accordi, rivela un’inchiesta 
								diffusa domenica 10 agosto, realizzata nel 
								Centro dell’Opinione Pubblica e gli Studi 
								Sociali, della Facoltà di Scienze Sociali - 
								Copes – dell’Università di Buenos  Aires. 
								 
								
								Il titolare del Copes, Carlos De Angelis, ha 
								segnalato al quotidiano Tiempo Argentino che gli 
								interessava analizzare l’impatto del discorso 
								dei media che pronosticano inferni e cataclismi 
								e sino a che punto questo provoca che s’installi 
								la preoccupazione.  
								
								I risultati mostrano che una parte della società 
								subisce un impatto, ma in genere non è forte. 
								 Alla domanda  che questo conflitto potrebbe 
								incidere sulla vita quotidiana, il 63% vede 
								remota questa possibilità e scarta che possa 
								generare un impatto diretto sui loro portafogli. 
								(Traduzione GM - Granma Int.)
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