Prigionieri Politici dell'Impero| MIAMI 5  

     

C U L T U R A

  L'Avana. 7 Aprile  2014

   

Non ringraziate il silenzio

Amelia Duarte

Miguel Díaz­ Canel, Primo Vicepresidente del Consiglio di Stato e dei Ministri, ha assistito all’inaugurazione di un’installazione dell’artista cubano Kcho ispirata al caso dei Cinque Eroi Cubani, un’installazione artistica, ispirata all’ingiusta detenzione nelle celle di castigo nelle quali sono stati confinati i Cinque Eroi antiterroristi cubani per 17 mesi, prima di essere portati a giudizio, che  è stata inaugurata il 5 aprile nell’Edificio di Arte Cubana del Museo Nazionale delle Belle Arti, dall’artista Alexis Leyva Machado (Kcho) e da due protagonisti a cui è dedicata l’esposizione, gli Eroi della Repubblica di Cuba, René González e Fernando González.

“No agradezcan el silenzio” (Non ringraziate il silenzio) è il nome dell’opera “creata per mostrare al mondo che l’ingiusta condanna dei Cinque è un atto di vendetta contro Cuba, i cubani e la Rivoluzione”, ha dichiarato Kcho nel discorso fatto durante l’inaugurazione, alla quale hanno assistito Miguel Díaz­Canel Bermúdez,  Abel Prieto, assessore del Presidente del consiglio di Stato e dei Ministri, Julián González Toledo, ministro della Cultura, Miguel Barnet, presidente dell’Unione degli Artisti e Scrittori di Cuba (UNEAC), i familiari dei Cinque, artisti e intellettuali cubani.

L’esposizione­ concepita con materiali come l’acciaio e il pladoor, include “El Hueco” (il buco), una cella d’isolamento, un salone tra le sbarre dove è esposta l’esposizione “Yo me muero como viví” (Morirò come ho vissuto), con 15 acquarelli di Antonio Guerrero, uno dei Cinque Eroi detenuti, realizzati per il 15° anniversario della reclusione dei Cinque cubani e una piccola aula con alcune sedie, dove si proiettano  audiovisivi sul tema dei Cinque.

“Ringraziamo Kcho per questa magnifica opera e speriamo che possa raggiungere il suo obiettivo”, hanno dichiarato René e Fernando durante l’inaugurazione dello spazio, dove, oltre a contare sulle interpretazioni del Coro “Entrevoces” diretto dalla maestra Digna Guerra, sono state realizzate due esibizioni dimostrative che hanno mostrato come avviene il trasferimento dei prigionieri, incatenati, verso il Hueco.

Aperta al pubblico da domenica 6 aprile, i visitatori potranno, con questa esposizione, scoprire la realtà del sistema penitenziario nordamericano e sperimentare la detenzione per cinque minuti in una cella larga poco più di 4 metri per 2, che ha al suo interno ha solo un piccolo letto di ferro, un tavolino, una piccola sedia di cemento, un wc di metallo, un lavabo e uno specchio.

Per entrare nel Hueco, il pubblico che lo desidera, dovrà usare le uniformi arancioni dei reclusi, farsi ammanettare e incatenare i piedi.

“Con questa installazione accumuleremo le esperienze individuali e costruiremo un messaggio collettivo di riflessione,  solidarietà e denuncia; in una azione dell’arte contro l’ingiustizia”, ha spiegato Kcho nelle parole del catalogo dell’esposizione. (Traduzione Stefano Guastella - Quinta Avenida )
 

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