Immagini del Che nel cuore di
Harlem
• Proiettato un
documentario del cubano Jorge Fuentes in un
forum a New York, dedicato alla cultura
congolese
Pedro de la Hoz
La proiezione del documentario “Tatu, Che nel
Congo”, del regista cubano Jorge Fuentes, è
stata nel mese di ottobre appena terminato, il
momento più importate del “Festival Congo in
Harlem 6, con il quale la comunità della città
promuove nel suo seno i valori della cultura del
paese africano.
Filmato nel 1997 e realizzato in coproduzione
tra Cuba (Mundo Latino) e il Belgio
(RegardsCroisses Films), il documentario narra
l’esperienza degli internazionalisti cubani, che
a metà del decennio degli anni ’60, guidati dal
Comandante Che Guevara andarono in quella
colonia belga per addestrare la guerriglia
locale che affrontava un regime dispotico
sostenuto dagli Stati Uniti e da forze
mercenarie, dopo l’assassinio dell’Eroe
dell’indipendenza, Patricio Lumumba.
Il titolo del filmato si spiega per lo
pseudonimo scelto dal Che per l’occasione, Tatu,
che in swahili significa il numero tre.
Fuentes si è basato nel diario in cui il leader
rivoluzionario aveva annotato tutti i fatti
dell’ incursione in Congo, dalla partenza dalla
Tanzania, al ritorno traumatico in questo
territorio dal lago Tanganica, ed ha anche
registrato le testimonianze di cubani e
congolesi che hanno condiviso quelle giornate
con il capo guerrigliero.
Prima della presentazione, Maurice Carney,
direttore del festival, ha risaltato la
carriera artistica di Jorge Fuentes e il suo
interesse di porre in rilievo la vocazione
internazionalista e solidale del popolo cubano.
Un esempio eloquente è la serie “Cabinda”.
Ha completato il programma la proiezione di
“Freddy Ilanga, il traduttore di swahili del
Che”, dell’antropologa nordamericana Katrin
Hansing, che riflette la storia dell’
incorporazione del giovane congolese di 15 anni
nella guerriglia, la sua formazione
professionale, il suo lavoro successivo in Cuba
e l’incontro con la sua famiglia in Africa 40
anni dopo. (Traduzione GM - Granma Int.)
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