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C U L T U R A

  L'Avana. 25 Febbraio 2014

   

Torna in scena il Teatro Martí

Eusebio Leal Spengler ha ringraziato Fidel e Raúl per la loro  salvaguardia della cultura cubana

Yaima Puig Meneses - Leticia Martínez Hernández - Foto: Estudios revolución

Con la presenza del Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, ha riaperto le porte dopo quasi 40 anni, nella notte di ieri, lunedì 24 febbraio, il celebre Teatro Martí, fatto definito da Eusebio Leal Spengler, storiografo della capitale al termine della serata come “un piccolo e modesto omaggio alla nazione cubana”.

Eusebio ha ringraziato Fidel e Raúl, con le sue parole chiare e profonde, prima di tutto per il pensiero profetico che quel che andava salvato prima di tutto era la cultura, costruendo così questa grande opera della Patria, e poi perchè “nonostante le difficoltà economiche che Cuba affronta, non si è mai smesso di appoggiarci”.

Un applauso senza fine è scrosciato quando lo storiografo è apparso sul palcoscenico ed è stato il miglior omaggio  alla sua instancabile opera di restauro. Poco a poco Leal Spengler ha elencato, una dopo l’altra, le idee di quello che è stato un magnifico racconto della storia del Teatro Martí,  istituzione culturale che è stata testimone anche del divenire della nazione cubana, non solo culturalmente, ma anche politicamente.

Eusebio ha ricordato che inizialmente il Teatro si era chiamato  Irijoa, in onore del suo primo proprietario, e che fu il 17  gennaio del  1899 quando si decise di dargli il nome di  Martí "per rendere omaggio all’Eroe, all’Apostolo, al Maestro, al politico, all’eccellente oratore”.

Non sarà mai sufficiente l’omaggio di quella, di questa e delle future generazioni all’uomo che seppe unire, ispirare, mobilitare e stimolare la fede di coloro che credettero nella possibilità sognata e disegnata da lui.

Poi lo storiografo ha reso omaggio a Eduardo Robreño e a Enrique Núñez Rodríguez, grande figure  della cultura cubana e "amici" che rimarranno per sempre dentro questo Teatro.

Uno speciale riconoscimento è andato a questi lavoratori, agli studenti, agli investitori, ai costruttori e a tutti quelli che in qualche forma sono intervenuti nella complesso e minuzioso lavoro di restauro.

“A volte ci sembrava impossibile, ma ora siamo qui”, ha commentato Leal.

Il magnifico spettacolo è durato poco più di un’ora e non si poteva scegliere una data migliore per riportare su questo palcoscenico di tanti anni le opere più rappresentative della cultura e identità cubene. E sono tornati lì l’umorismo sui costumi e la zarzuela con interpeti famosi, e gli applausi e il sipario che scende.

Ancora una volta il Martí è tornato alla vita de L’Avana. (Traduzione Granma Int.)
 

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