Torna in scena il Teatro Martí
Eusebio Leal Spengler ha
ringraziato Fidel e Raúl per la loro
salvaguardia
della cultura cubana
Yaima Puig
Meneses - Leticia Martínez Hernández - Foto:
Estudios revolución
Con la presenza del Generale d’Esercito Raúl
Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e
dei Ministri, ha riaperto le porte dopo quasi 40
anni, nella notte di ieri, lunedì 24 febbraio,
il celebre Teatro Martí, fatto definito da
Eusebio Leal Spengler, storiografo della
capitale al termine della serata come “un
piccolo e modesto omaggio alla nazione cubana”.
Eusebio ha ringraziato Fidel e Raúl, con le sue
parole chiare e profonde, prima di tutto per il
pensiero profetico che quel che andava salvato
prima di tutto era la cultura, costruendo così
questa grande opera della Patria, e poi perchè
“nonostante le difficoltà economiche che Cuba
affronta, non si è mai smesso di appoggiarci”.

Un applauso senza fine è scrosciato quando lo
storiografo è apparso sul palcoscenico ed è
stato il miglior omaggio alla sua instancabile
opera di restauro. Poco a poco Leal Spengler ha
elencato, una dopo l’altra, le idee di quello
che è stato un magnifico racconto della storia
del Teatro Martí, istituzione culturale che è
stata testimone anche del divenire della nazione
cubana, non solo culturalmente, ma anche
politicamente.
Eusebio ha ricordato che inizialmente il Teatro
si era chiamato Irijoa, in onore del suo primo
proprietario, e che fu il 17 gennaio del 1899
quando si decise di dargli il nome di Martí
"per rendere omaggio all’Eroe, all’Apostolo, al
Maestro, al politico, all’eccellente oratore”.
Non sarà mai sufficiente l’omaggio di quella, di
questa e delle future generazioni all’uomo che
seppe unire, ispirare, mobilitare e stimolare la
fede di coloro che credettero nella possibilità
sognata e disegnata da lui.
Poi lo storiografo ha reso omaggio a Eduardo
Robreño e a Enrique Núñez Rodríguez,
grande figure della cultura cubana e "amici"
che rimarranno per sempre dentro questo Teatro.
Uno speciale riconoscimento è andato a questi
lavoratori, agli studenti, agli investitori, ai
costruttori e a tutti quelli che in qualche
forma sono intervenuti nella complesso e
minuzioso lavoro di restauro.
“A volte ci sembrava impossibile, ma ora siamo
qui”, ha commentato Leal.
Il magnifico spettacolo è durato poco più di
un’ora e non si poteva scegliere una data
migliore per riportare su questo palcoscenico di
tanti anni le opere più rappresentative della
cultura e identità cubene. E sono tornati lì
l’umorismo sui costumi e la zarzuela con
interpeti famosi, e gli applausi e il sipario
che scende.
Ancora una volta il Martí è tornato alla vita de
L’Avana. (Traduzione Granma Int.)
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