Calle 13 ha dedicato il suo
premio Grammy ai 43 studenti scomparsi in
Messico

Con i genitori di César Manuel
scomparso a Ayotzinapa e con Sofía vedova di
Arturo Hernández. C’è una legge che proibisce di
parlare di fatti politici se non si è messicani,
ma loro sì che stanotte parleranno”, ha detto
Residente. Foto da twitter.
E ha dato spazio ai familiari che hanno parlate
dal palcoscenico, del loro concerto di sabato
22 in Ayotzinapa, Messico.
Il gruppo musicale Calle 13 ha dedicato il
premio Grammy Latino con il quale sono stati
premiati giovedì 20, agli studenti scomparsi in
Messico.
La dedica è stata pronunciata alla consegna dei
premi a Las Vegas, ed ha contrariato gli
organizzatori della manifestazione "Ayotzinapa
sismo tutti, non possiamo permettere che questo
continui a succedere. Viva il Messico!”, ha
gridato René Pérez Joglar, conosciuto con il
nome artistico di Residente.
I popolari artisti dei Caraibi di musica urbana
latina hanno aperto la cerimonia annuale, mentre
alla stessa ora a Città del Messico si svolgeva
una manifestazione di protesta.
Il cantante è saltato nello scenario con una
canottiera nera con scritto "Ayotzinapa, ci
mancano 43", per introdurre un inatteso sapore
politico alla serata di gala annuale dedicata
al meglio della musica latina, che si svolge da
15 anni negli USA, nella quale Calle 13 ha vinto
la statuetta per il miglior album di musica
urbana (Multiviral).
"Il messaggio sugli scomparsi di Ayotzinapa è
responsabilità di qualsiasi artista" ha detto
Residente nella conferenza stampa alla fine
della serata.
"Mi avevano detto di non parlare di questo,
perchè lo sospettavano a quanto pare, ma credo
che sarebbe stata una mancanza di
responsabilità”, ha rivelato il
compositore di 36 anni che non ha rivelato chi
ha cercato di impedirglielo.
“La scomparsa dei 43 giovani d’origine indigena
che si teme siano stati assassinati per gli
indizi dell’investigazione, non può restare
impunita ovviamente! Non lo dico perchè sono un
politico, ma perchè è un tema di Diritti Umani e
nessuno lo dice”, ha dichiarato Residente con la
statuetta tra le mani.
Per illustrare il suo atteggiamento ha ricordato
che Goya nel periodo oscuro dipingeva la guerra
civile spagnola e che tutti gli artisti sono
colpiti da questo fatto.
“Anche se sei di Puerto Rico ne soffri, anche
se avviene in Messico, Argentina o Venezuela.
Uno lo deve dire e questo è parte del lavoro di
un artista secondo me”, ha detto la voce
principale del gruppo, che ha cominciato come
gruppo rap, ma adesso si dedica alla critica
sociale giovanile.
“È stato bello soprattutto al finale, perchè è
un tema che riguarda la sopportazione e questo
brindisi per il Messico ha a che vedere con noi
che abbiamo sopportato molto, ma non dobbiamo
continuare a farlo”, ha spiegato ancora.
Il gruppo ha inserito nel sito ufficiale Twitter
un video con una campagna di giovani che
brindano con una tequila contro i mali del
Messico, come la corruzione e il narcotraffico,
annunciando il concerto tenuto sabato 22 in
Messico.
Un giornalista gli ha chiesto se non teme
rappresaglie e lui ha risposto: “Ma no, ma quali
rappresaglie, non ce ne saranno!”.
La banda Calle 13 si è poi riunita con i
familiari dei 43 giovani scomparsi di
Ayotzinapa, nello stato messicano di Guerrero,
offrendo lo spazio del palcoscenico perchè
potessero parlare del caso.
“Stanotte potranno parlare”, ha detto
Residente.
“Tutte le cause sociali sono importanti, ma il
caso di Ayotzinapa va al di là della politica,
va al di là dei diritti umani. Va al di là del
Messico ed è una cosa più grande, perchè è molto
forte, è una disgrazia!”, ha aggiunto René
Pérez.
Il mondo reclama: Giustizia per Ayotzinapa!
Nel suo spazio in Instagram, René Pérez (il
Residente) ha pubblicato le foto del suo
incontro con alcuni familiari degli studenti
scomparsi.
Residente ha spiegato che la legislazione del
Messico proibisce di pronunciarsi su temi
politici se non sei messicano e per questo ha
ceduto lo spazio di familiari degli studenti.
“Gli artisti non sono obbligati a dire cose che
non sentono, ma io sono stato educato così e di
fronte ad un’ingiustizia come quella di
Ayotzinapa, ho fatto solo quello che dovevo
fare”, ha aggiunto riferendosi al suo discorso
nella cerimonia dei Grammy di alcuni giorni fa.
“La messicana che sì ha parlato è stata Lila
Downs prima della premiazione dei Grammy, ma non
l’hanno passata in televisione...”
Dal 26 settembre in Messico, nel municipio di
Ayotzinapa della città di Iguala, stato di
Guerrero (sudovest) sono scomparsi 43 studenti
dopo una repressione della polizia e sino ad
oggi non si conosce la loro sorte nè dove sono
stati portati. (Telesur/ Traduzione GM- Granma
Int.)
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