Ha riaperto le porte il Teatro
Martí
Nubia Piqueras
Grosso
L’emblematico teatro Martì de L’Avana ha
riaperto le porte dopo anni di intensi lavori
per il recupero dei suoi valori architettonici
eseguiti dall’Ufficio dello Storiografo della
capitale.
Dopo la chiusura, alla fine degli anni ’60 del
secolo scorso, l’immobile aveva sofferto un
processo di deterioramento a tele punto che era
rimasta solo la facciata di pietra.
Nel 2005 sono cominciati i lavori di restauro
dell’entrata del pubblico.
Poi è iniziata la costruzione di tutte le aree
con le tecnologie moderne indispensabili oggi,
ha precisato Marilyn Mederos, progettista
generale delle opere.
La specialista ha segnalato che tra le
principali azioni si notano la ricostruzione
delle ringhiere della facciata, riprodotte
partendo da alcune esterne e interne che si
conservano.
Le scale di legno e i pianerottoli, le colonne
di ferro battuto con i capitelli ed altri
elementi ornamentali situati nella sala, sono
stati ricostruiti utilizzando fotografie
storiche per recuperare la falegnameria
francese.
Per ottenere molti dettagli sono state
necessarie investigazioni e aggiornamenti delle
norme necessarie per recuperare da zero un
teatro della fine del 1800.
Dopo l’inaugurazione, l’8 giugno del 1884,
l’edificio in stile neoclassico, fu battezzato
con il nome del proprietario, Irijoa; ma poi nel
1899 Enrique Pastoriza comprò il teatro e lo
chiamò Edén Garden sino a che nel 1990 fu
ribattezzato con il nome dell’EroeNazionale di
Cuba: Martí (José).
La grande accettazione popolare si basava sulla
programmazione di opere del teatro buffo cubano
e della sua ubicazione centralissima, con le
soluzioni più appropriate di disegno e
tecnologia.
Il Colosseo dalle cento porte, come lo chiamò il
poeta di Bayamo José Fornaris, fu sede di balli
pubblico e di vari spettacoli artistici: dalle
compagnie del teatro vernacolo cubano, al circo
di Santiago, zarzuele, operette, vaudeville e la
prima in Cuba dell’opera “La boheme”, di Giacomo
Puccini. (Traduzione Granma Int.)
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