Parada Pogolotti
Acela Caner Román
Quest’anno, i tradizionali festeggiamenti del
quartiere Pogolotti sono stati l’occasione per
far sì che la nipote del costruttore e i diretti
discendenti dei primi abitanti partecipassero
alle attività per il 103º anniversario della sua
fondazione.
Sotto l’enorme cisterna dell’acqua che Dino
Pogolotti fece costruire a Marianao più di cento
anni fa, le porte della Casa Comunitaria si sono
aperte per un emozionante incontro di cubani e
piemontesi.
Noemí Reyes, direttrice del Laboratorio di
Trasformazione Integrale del quartiere, dando il
benvenuto, ha ringraziato coloro che hanno
stimolato i progetti e le azioni che
contribuiscono a dare importanza ai valori
umani, all’identità e al senso d’appartenenza di
chi abita nel primo quartiere operaio di Cuba.
Fu nel settembre del 2002, quando Cuba celebrò
il centenario della nascita di Marcelo
Pogolotti, che la Dott, Rita Marchiori e l’Ing.
Pino Chiezzi - lei dirigeva Cultura, Istruzione
e Spettacolo della Regione del Piemonte, e lui
era il suo Consigliere Culturale - giunsero a
L’Avana con diverse opere per l’ Esposizione
“Marcelo Pogolotti e i futuristi italiani”, nel
Museo delle Belle Arti. Io accompagnai Rita e
Pino da Graziella Pogolotti, la figlia del
pittore, che aveva parlato della tappa in cui
suo padre si era vincolato a quel movimento
pittorico sorto a Torino negli anni ’30, e aveva
citato anche Giaveno, il paese natale di suo
nonno. Quando seppero che il padre di Marcelo
aveva costruito il primo quartiere operaio di
Cuba, affascinati dalla singolarità d una storia
i irripetibile, Rita e Pino visitarono con noi
le strade del quartiere Pogolotti.
Lì giungemmo al busto di José Luis Valdés
Carrero, che aveva fatto approvare la legge per
la costruzione di quelle case economiche per gli
operai. Davanti alla targa che ricorda dove si
pose la prima pietra e ascoltando passaggi della
vita avventurosa di Dino Pogolotti, con le
leggende del quartiere che formano parte della
memoria collettiva, sorse l’idea di realizzare
un’investigazione sulla vita di Dino, della
famiglia Pogolotti e del quartiere.
Da quel momento, con la Dott. Mariangela Marengo
e Noemí Reyes, iniziò quell’impegno. Importanti
iniziative del Consiglio Regionale del Piemonte
e del Comitato Uni-Cuba dell’Università di
Torino, si vincolarono al lavoro culturale
realizzato nel Laboratorio di Trasformazione
Integrale. Tra queste, la pubblicazione del
libro “Dino Pogolotti: Un piemontese a L’Avana”,
del 2004; l’opera di teatro “Radici profonde”,
di Renzo Sicco, presentata nel 2005 dalla
Compagnía Assemblea Teatro, con professori e
studenti dell’Istituto Superiore d’Arte (ISA);
la saga “Nato per volare”, scritta da Sicco e
posta in scena di fonte agli sguardi attenti e
stupiti dei bambini del quartiere, e ancora il
documentario “Mi Pogolotti querido”, della
regista Enrica Viola, presentato il 24 febbraio
del 2011, momento centrale tra le attività per
festeggiare il Centenario del “barrio
Pogolotti”.
Ora, il progetto PARADA POGOLOTTI, proposto da
Irene Pittatore, riprende il lavoro sviluppato
da Rita Marchiori, Pino Chiezzi, Mariangela
Marengo, Renzo Sicco ed Enrica Viola, per citare
i nomi più noti tra coloro che hanno
sottolineato i vincoli tangibili e intangibili
che uniscono i nostri popoli in un quartiere che
racchiude i valori autoctoni della cultura
cubana.
La prima stazione di PARADA POGOLOTTI, ha visto
gli alunni della scuola media José Testa
Zaragoza ricevere la delegazione piemontese,
che ha portato video e fotografie degli
studenti dell’Istituto Comprensivo Gozzi
Olivetti di Torino. Le due scuole, con
l’intervento delle insegnanti-guide Patrizia
Moraglio e Lidia Ferrer, scambiano notizie che
stimolano l’amicizia e la solidarietà,
rinforzando il senso d’identità e appartenenza.
Poi nel pomeriggio la Casa Comunitaria è stata
la sede dell’incontro tra i rappresentanti
dell’Associazione Culturale “Auser Fuoricasa” e
i membri dell’ Associazione della Terza Età
del Municipio Marianao, che hanno fraternizzato
nonostante la distanza. Molti avevano già
lavorato insieme alla preparazione delle
attività.
Graziella Pogolotti, ha ringraziato gli abitanti
del quartiere e la delegazione piemontese per
l’organizzazione dell’incontro ed ha parlato del
lavoro svolto e delle radici di questo
territorio che si distingue per il suo senso
d’appartenenza e identità. “Mio nonno non
poteva immaginare quanto avrebbe contribuito
alla cultura cubana, mentre tracciava le strade
e faceva costruire le case del quartiere che
porta il suo nome. Anch’io vengo qui a nutrirmi
della saggezza e della forza di coloro che
vivono qui e un giorno dovrò venire e vedere le
mie amiche “santere”. perchè alcune dicono che
sono di Shangó e altre che sono di Obatalá, e io
credo d’avere il diritto di sapere se sono
guerriero o pensiero. È un privilegio stare con
tutti voi”.
Il gruppo piemontese, guidato da Mariangela
Marengo ha presentato in spagnolo un satira del
racconto di Biancaneve, con un coro di 25 voci
che ha cantato canzoni in italiano. Era già sera
quando alla partenza l’allegria e l’amicizia
sono divenute anche abbracci e lacrime.
PARADA POGOLOTTI inizia un nuovo percorso, e
altre azioni sono previste in questo progetto
che è approvato da differenti istituzioni del
municipio Marianao, dalla Casa d’Africa
dell’Ufficio dello Storiografo, dalla Casa
dell’Alba Culturale
de L’Avana e soprattutto dalle persone che a
Cuba e in Italia crediamo che non esistano ponti
migliori tra i popoli dell’amicizia, la
solidarietà e la cultura. (Traduzione Granma
Int.)
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