Prigionieri Politici dell'Impero| MIAMI 5  

     

C U L T U R A

  L'Avana. 1 Aprile  2014

   

Parada Pogolotti

Acela Caner Román

Quest’anno, i tradizionali festeggiamenti del quartiere Pogolotti sono stati l’occasione per far sì che la nipote del costruttore e i diretti discendenti dei primi abitanti partecipassero alle attività per il 103º anniversario della sua fondazione.

Sotto l’enorme cisterna dell’acqua che  Dino Pogolotti fece costruire a Marianao più di cento anni fa, le porte della Casa Comunitaria si sono aperte per un emozionante incontro di cubani e piemontesi.

Noemí Reyes, direttrice del Laboratorio di Trasformazione Integrale del quartiere, dando il benvenuto, ha ringraziato coloro che hanno stimolato i progetti e le azioni che contribuiscono a dare importanza ai valori umani, all’identità e al senso d’appartenenza di chi abita nel primo quartiere operaio di Cuba.

Fu nel settembre del 2002, quando Cuba celebrò il centenario della nascita di Marcelo Pogolotti, che la Dott, Rita Marchiori e l’Ing. Pino Chiezzi - lei dirigeva Cultura, Istruzione e Spettacolo della Regione del Piemonte, e lui era il suo Consigliere Culturale - giunsero a L’Avana con diverse opere per l’ Esposizione “Marcelo Pogolotti e i futuristi italiani”, nel Museo delle Belle Arti. Io accompagnai Rita e Pino da Graziella Pogolotti,  la figlia del pittore, che aveva parlato della tappa in cui suo padre si era vincolato a quel movimento pittorico sorto a Torino negli anni ’30, e aveva citato anche Giaveno, il paese natale di suo nonno. Quando seppero che il  padre di Marcelo aveva costruito il primo quartiere operaio di Cuba, affascinati dalla singolarità d una storia i irripetibile, Rita e Pino visitarono con noi  le strade del quartiere Pogolotti.

Lì giungemmo al busto di  José Luis Valdés Carrero, che aveva fatto approvare la legge per la costruzione di quelle case economiche per gli operai.  Davanti alla targa che ricorda dove si pose la prima pietra e ascoltando passaggi della vita avventurosa di Dino Pogolotti, con le leggende del quartiere che formano parte della memoria collettiva, sorse l’idea di realizzare un’investigazione sulla vita di Dino, della famiglia Pogolotti e del quartiere.

Da quel momento, con la Dott. Mariangela Marengo e Noemí Reyes, iniziò quell’impegno. Importanti iniziative del Consiglio Regionale del Piemonte e del Comitato Uni-Cuba dell’Università di Torino, si vincolarono al  lavoro culturale realizzato nel Laboratorio di Trasformazione Integrale. Tra queste, la pubblicazione del libro “Dino Pogolotti: Un piemontese a L’Avana”, del 2004; l’opera di teatro “Radici profonde”, di Renzo Sicco, presentata  nel 2005 dalla Compagnía Assemblea Teatro, con professori e studenti dell’Istituto Superiore d’Arte (ISA); la saga “Nato per volare”, scritta  da Sicco e posta in scena di fonte agli sguardi attenti e stupiti dei bambini del quartiere, e ancora il documentario  “Mi Pogolotti querido”, della  regista Enrica Viola, presentato il 24 febbraio del 2011, momento centrale tra le attività per festeggiare il Centenario del “barrio Pogolotti”.

Ora, il progetto PARADA POGOLOTTI, proposto da Irene Pittatore, riprende il lavoro sviluppato da Rita Marchiori, Pino Chiezzi, Mariangela Marengo, Renzo Sicco ed Enrica Viola, per citare i nomi più noti tra coloro che hanno sottolineato i vincoli tangibili e intangibili che uniscono i nostri popoli in un quartiere che racchiude i valori autoctoni della cultura cubana.

La prima stazione di PARADA POGOLOTTI, ha visto gli alunni della scuola media  José Testa Zaragoza ricevere la delegazione piemontese, che ha portato  video e fotografie degli studenti dell’Istituto Comprensivo Gozzi Olivetti di Torino. Le due scuole, con l’intervento delle insegnanti-guide Patrizia Moraglio e Lidia Ferrer, scambiano notizie che stimolano l’amicizia e la solidarietà, rinforzando il senso d’identità e appartenenza.

Poi nel pomeriggio la  Casa Comunitaria è stata la sede dell’incontro tra i rappresentanti dell’Associazione Culturale “Auser Fuoricasa”  e i membri dell’ Associazione  della Terza Età  del Municipio Marianao, che hanno fraternizzato nonostante la distanza. Molti avevano già lavorato insieme alla preparazione delle attività.

Graziella Pogolotti, ha ringraziato gli abitanti del quartiere e la delegazione piemontese per l’organizzazione dell’incontro ed ha parlato del lavoro svolto e delle radici di questo territorio che si distingue per il suo senso d’appartenenza e identità.  “Mio nonno non poteva immaginare quanto avrebbe contribuito alla cultura cubana, mentre tracciava le strade e faceva costruire le case del quartiere che porta il suo nome. Anch’io vengo qui a nutrirmi della saggezza e della forza di coloro che vivono qui e un giorno dovrò venire e vedere le mie amiche “santere”. perchè alcune dicono che sono di Shangó e altre che sono di Obatalá, e io credo d’avere il diritto di sapere se sono guerriero o pensiero. È un privilegio stare con tutti voi”.

Il gruppo piemontese, guidato da Mariangela Marengo ha presentato in spagnolo un satira del racconto di Biancaneve, con un coro di 25 voci che ha cantato canzoni in italiano. Era già sera quando alla partenza l’allegria e l’amicizia sono divenute anche abbracci e lacrime.  

PARADA POGOLOTTI inizia un nuovo percorso, e altre azioni sono previste in questo progetto che è approvato da differenti istituzioni  del municipio Marianao, dalla Casa d’Africa dell’Ufficio dello Storiografo, dalla Casa dell’Alba Culturale

de L’Avana e soprattutto dalle persone che a Cuba e in Italia crediamo che non esistano ponti migliori tra i popoli dell’amicizia, la solidarietà e la cultura. (Traduzione Granma Int.)
 

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