Prigionieri Politici dell'Impero| MIAMI 5  

     

C U L T U R A

  L'Avana. 18 Luglio  2014

   

Nicolás Guillén: “Vengo d’andare e resto qui con il mio popolo”

Yolanda Ferrera Sosa

All’inizio di mese di luglio Nicolás Guillén ritornava abitualmente alla sua natale  Camagüey, per festeggiare, il giorno 10,  con amici e familiari l’arrivo del suo nuovo compleanno.

In una di quelle occasioni confessò: “La verità è che sono sempre andato a Camagüey da quando l’ho abbandonata alla fine del ’27.  Senza dubbio nei primi anni dopo la mia partenza dalla città, non ritornai, ma l’ho fatto quando ho vinto il primo premio della lotteria, nel 1931, che mi permise di stampare il mio libro “Sóngoro Cosongo”, un’edizione  privata di 300 volumi e che, per il suo carattere, circolò solo tra i miei amici.

“Nella sua tenera regione di pastori e di cappelli”, Nicolás non ha lasciato solo i ricordi di un’infanzia sana, di una famiglia indimenticabile e di amici che sopravvissero al passare degli anni. 

C’era anche l’opera feconda, il suo lavoro giornalistico nella Sezione “Pisto Manchego”, pieno di stampe, dove non mancava la critica di contenuto sociale.

Un'epoca della gioventù, quando la poesia gli apportava dolcemente il suo influsso, sino a strappargli il suo primo libro “Cerebro y corazón.”

Le visite obbligatorie erano in quegli anni quelle che faceva al suo barbiere di sempre, José Rodolfo Nuñez Barreras, conosciuto come “El Colorao” e al suo compare, Víctor Manuel Caballero Ramos.

Erano momenti segnati dai ricordi, per quel camminare instancabile nelle strade tortuose che non dimenticò mai e che ha reso immortali in varie opere, tra le quali  “Elegía Camagüeyana”,  i cui versi li scrisse a L’Avana alla fine del 1952 e li terminò nel 1958, nella lontana Parigi, durante il suo esilio obbligato, ed anche nella sua poesia  “A Camagüey suelo ir”, dal suo libro “Sol de domingo”:

“A Camagüey sono solito andare
per rivivere
i trasparenti giorni della mia infanzia
e aspiro là, nella loro fragranza
rose che non torneranno.

Quando morì, quel 16 luglio del 1989, Nicolás Guillén aveva  87 anni. (Traduzione GM – Granma Int.)
 

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