Raúl
è tornato in Patria
• Il Presidente dei Consigli di
Stato e dei Ministri, Generale d’Esercito Raúl
Castro Ruz, è tornato a Cuba nel pomeriggio di
ieri giovedì 29 gennaio, dopo aver partecipato al
III Vertice della CELAC che si è svolto in Costa
Rica. L’Ecuador è ora Presidente pro Tempore della
Celac
Granma
Il
Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri,
Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, è tornato a
Cuba nel pomeriggio di ieri, giovedì 29 gennaio,
dopo aver partecipato al III Vertice della
Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi
(CELAC), svolto in Costa Rica. Al suo arrivo a
L’Avana, Raúl è stato ricevuto all’aeroporto
internazionale José Martí dai membri del Burò
Polìtico José Ramón Machado Ventura, secondo
segretario del Comitato Centrale del Partito
Comunista di Cuba e vicepresidente dei Consigli di
Stato e dei Ministri, e dal Generale di Corpo
d’Esercito, Abelardo Colomé Ibarra, ministro degli
Interni.
L’Ecuador è Presidente pro Tempore
della Celac
L’Ecuador ha assunto ieri, giovedì
29 gennaio, la Presidenza pro Tempore della
Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi
(Celac), alla conclusione del III Vertice del
meccanismo, a San José, in Costa Rica.

Rafael Correa. L’Ecuador ha assunto sino al
principio del 2016 la presidenza
pro Tempore della Celac. Foto: el telegrafo.com
Il presidente anfitrione, Luis
Guillermo Solís, ha consegnato la presidenza
svolta dalla Costa Rica negli ultimi 12 mesi
all’Ecuador che la manterrà sino al principio del
2016.
“Per la Costa Rica è stato un
privilegio presiedere questa organizzazione e
reitero i ringraziamenti del Governo ai differenti
livelli che hanno partecipato in tutto quest’anno
all’organizzazione di questo Vertice”, ha detto
Solis.
Il presidente Rafael Correa ha
affermato che assume la Presidenza pro Tempore
della Celac con l’obiettivo di
ridurre gli indici di povertà ed ha spiegato che
lavorerà con cinque grandi obiettivi: ridurre la
povertà estrema e la disuguaglianza;
l’educazione, la scienza, la tecnologia e
l’innovazione; l’ambiente e il cambio climatico;
il finanziamento dell’ architettura nella regione
e lo sviluppo come potenza del blocco.
“Sradicare la miseria è un
imperativo morale per la nostra regione e per il
pianeta intero”, ha riferito Correa. “Questa
povertà è frutto dalla mancanza di equità e questa
è la conseguenza di perverse relazioni”.
Poi ha aggiunto che nell’ambito
dell’educazione e la tecnologia lavorerà per
raddoppiare gli investimenti sino al 2020, con la
priorità nell’educazione superiore.
Correa ha segnalato la necessità
di denunciare chi inquina globalmente. “ I nostri
fratelli dei Caraibi potrebbero trovarsi di fronte
a grandi catastrofi naturali, come’è successo
nell’ Amazzonia ecuadoriana per i danni provocati
dalla Chevron.
Correa ha assicurato che con una
miglior distribuzione delle risorse si potrà
eliminare ogni forma di povertà ed ha annunciato
che il suo paese prenderà importanti misure in
questo senso, che completino il lavoro che è stato
fatto sino ad oggi.
“Attualmente ci sono 68 milioni
di latinoamericani che vivono in miseria, e nella
tappa di sviluppo dei nostri paesi dobbiamo
eliminare ogni forma di povertà”, ha sostenuto
Correa complimentandosi con Evo Morales e Dilma
Rouseff per le loro rielezioni piene di
legittimità democratica.
“Condanniamo qualsiasi tipo
d’ingerenza contro i paesi e i processi
democratici, ha dichiarato, e condanniamo anche le
aggressioni e le guerre economiche contro la
Repubblica Bolivariana del Venezuela.
“Noi ci congratuliamo per il
ristabilimento pieno delle relazioni tra Cuba e
gli Stati Uniti”, ha aggiunto. Della CELAC ha
detto che “deve stimolare una nuova architettura
finanziaria
regionale", ed è chiamata a
giocare un ruolo fondamentale nel cambio d’epoca
che stiamo vivendo. ê il nostro spazio di dialogo
tra uguali, con la regione e con il mondo.”
“Sempre che sia possibile dovremo
agire con posizioni comuni per far sì che si
ascolti meglio la nostra voce”, ha precisato.
Correa ha risaltato la necessità
per il continente di mantenersi uniti di
fronte a un mondo sempre più
capitalizzato. “Uniti saremo noi ad imporre le
condizioni al capitale in funzione del benessere
del popolo.”
Il mondo del futuro è un mondo di
blocchi, la Celac è la speranza per avere, noi
dell’America Latina e dei Caraibi, un dialogo
egualitario con l’America del Nord”, ha
sottolineato.
Poi ha segnalato le necessità di
realizzare i piani elaborati nel Forum Cina –
Celac, e di definire priorità, interessi e la
nostra relazione con l’Unione Europea e
irrobustire la cooperazione sud sud.
“Separati non siamo niente.
Dobbiamo realizzare interventi congiunti nella ONU
per far sì che le nostre posizioni prendano vita
nell’ordine internazionale”, ha detto.
“Dobbiamo irrobustire la Celac nel
contesto mondiale, come interlocutore e
stendardo dei nostri ideali:
questa è un’altra meta dell’Ecuador.
Fratelli in questo XXI secolo,
dobbiamo dare più fiducia alla supremazia
dell’essere umano sul capitale. L’essere umano non
può essere schiavo del capitale”, ha dichiarato
Correa.
Poi ha salutato l’espressione
democratica del popolo greco che ha deciso di
prendere il suo destino tra le proprie mani.
“L’America Latina e i Carabi, ha aggiunto, sono
diventati lo stendardo internazionale del recupero
della dignità, attraverso l’applicazione di
politiche pubbliche.
Nel suo energico discorso, il
presidente Correa ha richiamato “a non temere il
ruolo che la storia ci ha dato. Dobbiamo avere
fede”, ha sottolineato.
Finalmente ha ricordato le parole
di Salvador Allende, quando disse che l’America
Latina avrà una voce di continente che sarà
rispettata e udita, perchè sarà la voce dei popoli
padroni del proprio destino.
( Traduzione GM - Granma Int.)
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