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Consiglio dei Diritti Umani
Cuba rappresenta un popolo che ha
vinto le aggressioni
Intervento del vice ministro della Relazioni
Estere della Repubblica di Cuba, Abelardo Moreno
Fernández, nel segmento d’alto livello del 25º
Periodo di Sessioni del Consiglio dei Diritti
Umani.
Signor Presidente:
Quando è stato formato il Consiglio dei Diritti
Umani, non sono stati pochi i dubbi che si potesse
creare un organismo in cui fossero al primo posto
la cooperazione e il dialogo genuini.
Cuba, che ha sofferto la politicizzazione, le
doppie facciate e la selettività della scomparsa
Commissione dei Diritti Umani, gli ha sempre dato
il beneficio del dubbio.
Sette anni dopo la creazione del Consiglio dei
Diritti Umani, confermiamo che, in molti casi sono
state trasferite al Consiglio le stesse ricette,
le stesse doppie morali e la stessa manipolazione
ideologica che determinarono il discredito della
CDH.
Oggi le potenze continuano a pretendere d’essere i
guardiani dei diritti umani e fiscali di altri,
nonostante siano responsabili diretti di
violazioni sommamente gravi e sistematiche,
soprattutto del diritto alla vita.
Alle loro recenti guerre di conquista, che hanno
provocato decine di migliaia di morti, la
maggioranza civili che, si presume, si tentava di
proteggere, si sommano nuove violazioni che
motivano una forte riprovazione internazionale.
Come nel caso delle esecuzioni extra giudiziarie
per mezzo dei droni, di centinaia di donne e
bambini innocenti e i tentativi di dichiarare
queste uccisioni come legali.
Parliamo anche delle trasgressioni del diritto
alla privay e del diritto all’informazione di
milioni di cittadini in tutto il mondo, per lo
scandaloso spionaggio globale che viola anche in
forma flagrante la sovranità degli Stati e il
Diritto Internazionale.
Parliamo dell’appoggio alla destabilizzazione dei
governi legittimamente costituiti nei paesi del
Sud del pianeta, quando non si piegano ai loro
disegni, violando il diritto di ogni nazione di
darsi il regime economico, politico e sociale
sovranamente deciso dal loro popolo e provocando
fatti di violenza e la morte di persone innocenti.
Un chiaro esempio è quello che sta avvenendo nella
Repubblica Bolivariana del Venezuela. Le azioni
violente di destabilizzazione che avvengono dal 12
febbraio in varie parti del territorio
venezuelano, oltre ad essere violazioni flagranti
dell’istituzionalità democratica in questo paese,
hanno il fine, senza dubbio alcuno, di far cadere
con la forza il governo legittimamente costituto
per volontà del popolo venezuelano, l’unico con la
capacità di decidere il suo destino.
Le azioni dei gruppi per la destabilizzazione
istigati dall’estero e promossi con la
manipolazione informativa di media di stampa
irresponsabili e dai settori fascisti minoritari
in Venezuela, devono essere oggetto della più
forte condanna e ripulsa della comunità
internazionale.
Inoltre continua la violazione del Diritto
Internazionale Umanitario, con le torture ai
prigionieri, includendo la loro alimentazione
forzata, sempre inflitte nel centro di detenzioni
illegale nel territorio usurpato a Cuba in
Guantánamo, che conchiude ancora nonostante le
reiterate promesse.
Sarà capace il Consiglio dei Diritti Umani di
reagire di fronte alle violazioni come quelle
ricordate e di adottare risoluzioni,
condannandole?
Gli stessi che li violano e che nascondono i loro
crimini accusando altri, sono coloro che difendono
anche un ordine internazionale antidemocratico e
iniquo, ingiusto e immorale, nel quale si antepone
il capitale finanziario all’essere umano e si
favoriscono i paesi ricchi, si sprecano le risorse
e si danneggiano i poveri.
Si comprometteranno questi paesi industrializzati
con azioni di solidarietà genuina e disinteressata
per togliere dalla miseria 1200 milioni di persone
in tutto il mondo per far terminare la fame
cronica che soffrono altri 842 milioni, ossia una
su otto persone, e ottenere la realizzazione dei
diritto all’educazione per 774 milioni di adulti e
123 milioni di giovani analfabeti?
Signor Presidente:
Cuba segue con attenzione anche la situazione
della Siria, donde hanno perso la vita migliaia di
persone innocenti.
Reiteriamo la nostra volontà di pace e di rispetto
dei principi sacri della Carta delle Nazioni
Unite e del Diritto Internazionale, includendo il
Diritto Internazionale Umanitario.
Condanniamo la morte delle persone innocenti
dovunque si producano e condanniamo che si
attribuiscano in maniera selettiva e manipolatrice
ad una delle parti, in accordo con gli interessi
di alcuni paesi.
Farlo favorisce l’intervento straniero e le
avventure di guerra che seminano distruzione e
moltiplicano i morti.
Cuba riafferma il suo appoggio alla ricerca di una
soluzione pacifica e negoziata della crisi attuale
e ribadisce la sua fiducia nella capacità del
popolo e del governo della Siria per risolvere i
loro problemi interni, senza ingerenze straniere,
sulla base del pieno rispetto della sua sovranità
e libera determinazione.
È preoccupante la pretesa di utilizzare quel che
avviene in Siria, e in altri luoghi, di recente,
nella stessa regione, per mettere in pratica
concetti come la “responsabilità di proteggere”
anche prima che questa questione sia chiaramente
definita e accordata dall’Assemblea Generale,
l’unico organo delle Nazioni Unite con il mandato,
l’universalità e la rappresentatività necessarie
per esaminare questo discusso tema.
È evidente che si nasconde l’intenzione di
violare la sovranità e di mutilare l’indipendenza,
chiaramente dei paesi poveri e mai dei poderosi.
Non importa che le discussioni nell’Assemblea
metano in evidenza la diversità delle posizioni
attorno alla chiamata “responsabilità di
proteggere”, la cui manipolazione è divenuta più
evidente con chiarezza negli ultimi anni.
I principi di sovranità, integrità territoriale e
non ingerenza nei temi interni degli Stati vanno
difesi ad ogni costo, perchè senza questi le
Nazioni Unite non possono esistere e le nazioni
piccole e deboli sarebbero abbandonate alla mercè
delle grandi e forti.
Signor Presidente:
Come ha detto il Presidente dei Consigli di Stato
e dei Ministri di Cuba, Raúl Castro Ruz, il 22
febbraio, (e cito): “…dovunque ci sia un governo
che non conviene agli interessi dei circoli di
potere degli Stat Uniti e di alcuni dei loro
alleati europei, questo diviene un bersaglio delle
campagne sovversive. Adesso usano nuovi metodi
d’attacco, più sottili e mascherati, senza
rinunciate alla violenza, per infrangere la pace
e l’ordine interno e impedire ai governi di
concentrarsi nella lotta per lo sviluppo economico
e sociale, se non riescono a farli cadere”.
“Non sono poche le analogie che si possono
incontrare nei manuali di guerra non
convenzionale, applicati in vari paesi della
nostra regione latinoamericana e dei Caraibi, come
oggi succede in Venezuela e con simili sfumature
è avvenuto in altri continenti, precedentemente
in Libia e attualmente in Siria e Ucraina. Chi ha
dei dubbi su questo, lo invito a dare un’occhiata
alla Circolare d’Addestramento 1801 delle Forze
delle Operazioni Speciali nordamericane,
pubblicata nel novembre del 2010 con il titolo “La
guerra non convenzionale”.
“…L’intervento delle potenze occidentali deve
terminare per permettere al popolo dell’Ucraina
d’esercitare in forma legittima il suo diritto
all’autodeterminazione. Non va ignorato che questi
fatti possono avere conseguenze molto gravi per la
pace e la sicurezza internazionali”.
(Fine
della citazione).
La responsabilità storica di quello che potrà
succedere ricadrà sugli Stati Uniti e su alcuni
dei loro alleati della NATO.
Signor Presidente:
attorno a molti temi che si discutono in questo
Consiglio, includendo quelli di natura così
controversa come alcuni già citati
precedentemente, la Comunità degli Stati
Latinoamericani e dei Caraibi - CELAC – sta
stabilendo posizioni comuni.
Il 2º Vertice della CELAC, che Cuba ha avuto
l’onore d’accogliere quest’anno, aveva come tema
centrale la lotta contro la povertà, la fame e la
disuguaglianza.
Siamo convinti che nella nostra regione per avere
società più giuste, in cui i diritti umani siano
sfruttati da tutti, è imprescindibile una miglior
distribuzione delle ricchezze e del entrate,
un’educazione di qualità per tutti, l’eliminazione
dell’analfabetismo, lo stabilimento di una vera
sicurezza alimentare e di sistemi di salute per la
totalità della popolazione, tra le altre questioni
di vitale importanza per la vita umana.
Questo appuntamento della Comunità ha avuto come
momento speciale la Proclamazione dell’America
Latina e dei Caraibi come Zona di Pace, con la
presenza di quasi tutti i capi di Stato della
nostra regione. Così abbiamo accordato d’eliminare
le guerre, le minacce e l’uso della forza in
nostro ambito e di far sì che le divergenze tra i
nostri paesi trovino soluzioni attraverso vie
pacifiche e rispettando i principi del Diritto
Internazionale.
Le nostre posizioni si sono avvicinate e
nonostante le inevitabili differenze è cresciuto
lo spirito di unità nella diversità. Questo
Consiglio è un esempio del crescente accordo. È
qui che la CELAC ha presentato la prima
risoluzione nell’organo delle Nazioni Unite,
precisamente sul diritto alla pace.
La CELAC è già riconosciuta internazionalmente
come rappresentante legittima degli interessi
dell’America Latina e dei Caraibi. Cuba continuerà
a lavorare per la cooperazione, la solidarietà,
l’integrazione e l’unità latinoamericana e
caraibica, per cui aveva tanto lavorato il nostro
Eroe Nazionale, José Martí.
Signor Presidente:
Mentre nel mondo imperano la disuguaglianza,
l’opulenza e l’emarginazione di molti, il popolo
cubano continua la sua lotta per formare una
società che sia la più giusta possibile. Oggi
Cuba avanza con passo fermo per un cammino di
trasformazioni rivoluzionarie, per perfezionare il
suo socialismo.
Noi ci sentiamo soddisfatti con l’ampio e
promettente riconoscimento ricevuto per i nostri
sforzi e i nostri passi avanti nella promozione e
protezione di tutti i diritti umani, durante il
secondo ciclo del nostro Esame Periodico
Universale, nel 2013.
Questi passi avanti sono stati realizzati
nonostante i negativi effetti del blocco economico
commerciale e finanziario contro Cuba che
costituisce una violazione totale, flagrante e
sistematica dei diritti umani del popolo cubano e
un vero genocidio, in accordo con il 2º Articolo
della Convenzione contro questo crimine.
Attualmente lavoriamo con serietà
all’implementazione delle raccomandazioni che
abbiamo accettato e che sono state la gran
maggioranza di quelle che ci hanno indicato.
Il EPU, sostenuto da una messa a fuoco di
cooperazione e di dialogo costruttivo e
rispettoso, ha dimostrato d’essere la via adeguata
pere stimolare un’efficace promozione e protezione
dei diritti umani in tutti i paesi. È importante
preservare questa messa a fuoco, e impedire che
si trasformi in uno spazio per realizzare critiche
e raccomandazioni su basi politicizzate, false,
distorte e manipolate che non hanno nulla a che
vedere con i diritti umani.
Signor Presidente:
La recente elezione di Cuba come membro del
Consiglio è una dimostrazione del prestigio
conquistato dal paese in questo ambito.
Costituisce un riconoscimento all’opera della
Rivoluzione Cubana, che ha garantito il rispetto
alla dignità piena di ogni cittadino, ha collocato
il principio della giustizia sociale e la
solidarietà come rettore dei suoi programmi e le
sue politiche, e che ha saputo condividere i suoi
modesti passi avanti e le sue risorse con altri
popoli del mondo in maniera genuina e
disinteressata.
Come membro del Consiglio, Cuba manterrà il suo
impegno con la promozione e il rispetto di tutti i
diritti umani e continuerà a sostenere il diritto
alla libera determinazione, la pace, lo sviluppo e
la cultura e l’alimentazione, tra i tanti.
Manterremo la cooperazione con le agenzie dei
diritti umani delle Nazioni Unite ed in
particolare con il Consiglio dei Diritti Umani e i
suoi meccanismi del EPU, con gli organismi e tutte
quelle Istituzioni d’applicazione universale e non
discriminatoria.
Continueremo a sforzarci per rimediare lo
sbilanciamento che persiste nella composizione
dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni
Unite per i Diritti Umani.
Saremo sempre pronti a partecipare a un dialogo
franco e genuino in materia di diritti umani
sulla base del rispetto, la dignità e la piena
sovranità.
Signor Presidente:
Voglio riferirmi a tre cittadini cubani: Gerardo
Hernández, Ramon Labañino e Antonio Guerrero, che
scontano lunghe e ingiuste condanne nelle prigioni
federali degli Stati Uniti. Sono stati dichiarati
colpevoli da un Tribunale federale della Florida
di delitti mai dimostrati nel lungo processo
giudiziario al quale sono stati sottoposti,
manipolato con irregolarità e violazioni dei loro
diritti legali e umanai.
In realtà lavoravano per impedire la realizzazione
di azioni di terrorismo contro Cuba e contro
cittadini di altri paesi, includendo gli Stati
Uniti. Sono stati in isolamento per più di 17
mesi. Sono state limitate le visite dei loro
avvocati e proibite le visite dei familiari.
Vanno sottolineate nella situazione di questi tre
antiterroristi cubani, aspetti di profondo
carattere umanitario che non si possono
tralasciare.
Durante tutto questo tempo hanno sofferto la
distanza degli esseri più amati, sono stati
separati dai familiari, alcuni di età avanzata che
sperano di poterli vedere liberi. Non hanno visto
crescere i loro figli. Uno di loro, come ha fatto
sapere la figlia, ha gravi problemi alle ginocchia
che possono danneggiare la sua possibilità di
movimento. Il presidente degli Stati Uniti ha la
facoltà di liberarli immediatamente.
Signor Presidente:
Siamo ancora a tempo per contare su un vero
sistema di promozione e Protezione dei diritti
umani, in cui coloro che cercano d’imporre falsi
mandati contro i paesi del Sud, smettano di
guardare dall’’altra parte in modo complice per
non vedere le violazioni flagranti, gravi e
sistematiche dei diritti umani che si perpetrano
con impunità nel e dal nord.
Non perdiamo la speranza che più presto che tardi
ci sarà in questo organo la volontà d’affrontare
con onestà e sapienza i veri problemi che
colpiscono la maggior parte dell’umanità, Credo
che non si possa rimandare e che ci si debba
preparare per apportare al Consiglio idee e
iniziative che lo conducano a modificare il corso
nel quale apparentemente s’incontra.
Ciò nonostante se nel Consiglio prevarranno il
confronto e la ricerca di egemonie con altri
paesi che credono nella giustizia, Cuba saprà
rappresentare un popolo che è stato capace di
vincere il blocco della potenza più poderosa della
terra.
Molte grazie
(Cubaminrex/Traduzione Gioia Minuti).
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