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C u b a |
L'Avana. 23 Settembre 2014 |
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I 500 anni delle
citta' cubane
Marzio
Castagnedi

Tra il 2006 e il 2019 compiranno i loro primi
cinquecento anni molte delle principali città
cubane. La prima fu Baracoa le cui coste furono
viste da Cristoforo Colombo al suo primo viaggio
verso le "Indie" alla fine di ottobre 1492. Le
tre caravelle dell'ammiraglio Colombo erano
salpate da Palos de la frontera (provincia di
Cadice nel sud-ovest della Spagna) ai primi di
agosto del fatidico 1492 anno della
scoperta-conquista delle Americhe. La prima
tappa dello straordinario e storico viaggio fu
alle isole Canarie già in possesso della Spagna,
ma la navigazione verso l'arcipelago pur
avvenendo già nell'oceano Atlantico, era
piuttosto sicura e in vista delle coste
nord-occidentali africane. Ciò che non potevano
sapere i marinai di Colombo era che avevano
davanti almeno altri 5000 kilometri di oceano
sconosciuto e pericoloso. Dopo due mesi di
navigazione verso ovest, con gli equipaggi
stremati, il famoso 12 ottobre 1492 si profilò
finalmente alle vedette l'isolotto di San
Salvador (appartenente alle oggi Bahamas).
Riposati e tranquillizzati, i navigatori
spagnoli proseguirono poi con una rotta più a
sud e fu allora che Colombo incontrò la terra
cubana della costa nord-est vicino alla attuale
cittadina di Gibara tra le attuali province di
Las Tunas e Holguin, e fu lì che si dice abbia
pronunciato la frase: "occhi umani non videro
mai terra più bella". Navigarono verso est
alcuni giorni e approdarono alla costa dove
sarebbe poi sorta la prima città cubana,
Baracoa, diverso tempo dopo fondata nel 1506 da
Diego Velazquez de Cuellar, il vicerè della
Spagna nei Caraibi. Ma Colombo vide in
lontananza (a 60 kilometri nello stretto de los
vientos ) un'altra isola e prese la rotta verso
quella costa. Era il territorio delle attuali
Haiti e Santo Domingo che allora l'ammiraglio
della regina di Spagna battezzò, appunto,come
l'isola di "Hispaniola". Colombo diverse
settimane dopo ripartì per l'Europa (recando
alcuni aborigeni e esemplari di ortaggi nuovi
come le patate, di frutta tropicale ,e anche il
cacao), e fece una relazione completa ed
entusiasta al governo spagnolo. Partì per altri
due viaggi nei Caraibi negli anni seguenti.Ma,
oltre i navigatori e gli scopritori, la Spagna
iniziò a inviare oltreoceano anche altre navi e
galeoni con a bordo soldati e armi con
intenzioni decisamente ostili, coloniali e
imperialiste. Gli indios nativi che Colombo
aveva visto e pacificamente incontrato nel primo
viaggio, vennero assoggettati, costretti a
servire gli invasori spagnoli e combattuti e
uccisi. In pochi anni decine e decine di
migliaia di isolani caraibici vennero eliminati
dai fucili e dai cannoni degli spagnoli oltre
che dalle malattie europee sconosciute agli
indios. Unico a ribellarsi fu l'indio Hatuhey,
ma il capo fu poi catturato e la
"cattolicissima" Spagna gli riservò la seguente
fine: scuoiato vivo, impalato e infine bruciato.
Di Hatuhey oggi a Cuba rimane il ricordo storico
e il suo fiero profilo sulle bottiglie di ottima
birra che porta il suo nome. Ben presto gli
spagnoli in forze dominarono Hispaniola e la
parte est di Cuba che iniziarono a percorre per
mare e per terra lungo i suoi 1200 kilometri di
lunghezza. Non fu semplice, impiegarono anni, se
pensiamo che l'Avana fu fondata solo nel 1519,
tredici anni dopo Baracoa. Quanto agli indios, a
metà del Cinquecento erano stati sterminati nel
numero di quasi un milione. Questi indios
naturali abitatori da molti secoli precedenti
delle Americhe, a Cuba discendevano dalle etnie
Taynos e Siboney. E avevano fatto un'impresa di
navigatori ancora superiore a quella di
Cristoforo Colombo. Gli indios avevano abitato
Cuba e le altre isole delle piccole e grandi
Antille, provenendo dal continente americano sud
e centrale, ma navigando nei mari in piccole e
semplici canoe a pagaie o con minuscole vele!
Una vera impresa se pensiamo che dalla punta
messicana dello Yucatan a Cuba ci sono quasi 250
chilometri di mare. E' verosimile pensare che
Taynos e Siboney siano partiti dalle coste
orientali dell'attuale Venezuela e abbiano
risalito verso nord lungo gli arcipelaghi di
isole in seguito chiamate Piccole Antille (da
Trinidad e Tobago fino alle isole Vergini) e poi
popolato le Grandi Antille che sono Cuba,
Giamaica, Haiti e Santo Domingo e anche la più
piccola Puerto Rico. Tutto ciò da secoli prima
dell'arrivo degli spagnoli e usando semplici e
fragili canoe ! Di questo popolo indio naturale
caraibico non è rimasto praticamente più nulla
da moto tempo. Tutti sterminati dagli spagnoli,
come gli indiani "pellerossa" del nordamerica
furono eliminati a milioni dai soldati e coloni
bianchi arrivati dal nordeuropa. L'origine di
tutte le popolazioni indigene americane,
dall'Alaska all'Argentina, ha provenienza
asiatica dal nordico stretto di Bering. Per
tutto ciò, è' più corretto parlare dunque oltre
che di scoperta delle Americhe, anche di
conquista , dominazione e pure di genocidio
delle popolazioni originarie locali da parte dei
"civilizzati" europei. Ci sono libri e
sopratutto film che illustrano questo percorso
di colonizzazione violenta e spietata. A parte
le migliaia di western statunitensi che ben si
conoscono, per l'America latina ricordo due
titoli del regista tedesco Werner Herzog:
"Aguirre" e "Fitzcarraldo". Entrambi illustrano,
in epoche diverse, il dominio iberico in
Sudamerica. I soldati-predoni dei vari Pizarro e
Hernan Cortèz cancellarono intere civiltà
precolombiane di Aztechi, Maya, Incas. Tornando
alle città cubane create dai dominatori
spagnoli, ne cito alcune fondate (dall'"eterno"
Diego Velasquez) nel 1514 come Santiago de Cuba,
Camaguey, Trinidad, Sancti Espiritu che hanno
dunque quest'anno 2014 compiuto i 500 anni "de
fundada", di fondazione. Altre città come Ciego
de Avila, Cienfuegos, Matanzas, Santa Clara
hanno nascita più giovane tra il '600 e l'800.
Gli spagnoli dunque, dagli inizi del '500,
cominciarono a viaggiare ed esplorare il
territorio cubano da Oriente verso Occidente
faticosamente per terra (attraverso boschi e
foreste o ampie pianure) e più velocemente per
mare osservando lungo la costa i luoghi migliori
dove installare primi nuclei abitativi in genere
vicino fiumi, golfi o baie naturali. Tipica,
delle difficoltà e delle lentezze del procedere,
fu la fondazione della capitale. All'inizio, nel
1516, i navigatori spagnoli individuarono come
adatta la zona della attuale cittadina di
Batabanò sul Mar dei Caraibi. Ma poi,
attraversando l'isola che in quel punto da sud a
nord è larga meno di 50 kilometri, giunsero al
rio Almendares (che oggi divide in due il
litorale habanero) e vi spostarono nel 1518 il
borgo. Finalmente, esplorando meglio a non molta
distanza la costa atlantica, scoprirono la
attuale ampia e protetta bahìa Carenas dove
edificare La Habana ,un luogo ottimale per
situare i primi insediamenti. E , nel 1519,
avvenne la effettiva fondazione di "San
Cristobal de La Habana". Un gruppo di spagnoli
officiò una messa nel luogo dove ancora oggi
esiste "El Templete" nell'angolo verso la baia
della attuale Plaza de Armas: fu il primissimo
nucleo di quella che sarebbe poi divenuta
L'Avana Vecchia, cioè Il "Casco Historico" della
futura grande Habana capitale di Cuba, la più
grande e importante città di tutti i Caraibi e
ultima colonia persa dal regno spagnolo alla
fine dell'Ottocento.. Ma anche in ogni caso la
vita degli spagnoli non fu facile. I pirati più
volte attaccarono e saccheggiarono la nascente
Avana che nel 1538 venne addirittura data alle
fiamme. Nel 1762 L'Avana fu poi occupata da una
potente flotta inglese (le grandi potenze
dell'epoca, europee, si disputavano il nuovo
mondo a cannonate anche con l'aiuto di corsari e
pirati). Gli spagnoli si liberarono degli
inglesi dopo 11 mesi di occupazione regalando
loro la attuale Florida, all'epoca una
inospitale penisola piena di paludi, alligatori
e tribù indiane Seminole. A Cuba ricordi,
testimonianze e reperti dell'epoca coloniale e
antica sono ben raccolti in esposizioni museali
e in attività culturali. Sul Granma
Internacional di giugno scorso un bell'articolo
di Juan Antonio Borrego Diaz ripercorreva tutta
la storia della città di Sancti Espiritu, nel
centro di Cuba. E' un articolo che solo un
cubano poteva scrivere con una tale quantità di
riferimenti e legami storici della storia della
città e delle molte relazioni e rapporti tra le
varie rappresentanze umane, etniche e storiche
succedutesi nel corso del tempo. Quanto a noi
vorremmo concludere questo racconto sulle città
cubane, confidando in un appuntamento nel centro
dell'Avana nell'autunno del 2019, proprio
davanti al Templete di fondazione di 500 anni
prima. Una bella e interessante manifestazione e
festa possibilmente da non perdere. Con una
Avana di oggi grande, vivace, colta e
affascinante e che è sempre la più grande
capitale di tutti i Caraibi. E in una Cuba che
dal 1 gennaio 1959, da soli 55 anni, è
finalmente e completamente sovrana e
indipendente.
Grazie alla Revoluciòn cubana, naturalmente.
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