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L’abbraccio di un’Isola
Raúl ha salutato i collaboratori
che sono partiti per la Liberia e la Guinea
Conakry
Leticia Martínez Hernández
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Foto: Estudio Revolución

Il presidente cubano Raúl Castro
saluta i collaboratori cubani ch eosnoparit per
andar faffornatre lEbola inAfrica.
La notte di martedì 21 è stata di commozione,
nuovamente. La pista dell’aeroporto
internazionale José Martí è stata testimone dei
momenti più toccanti. Un’altra volta il
presidente di Cuba ha partecipato al saluto dei
nostri eroi: costoro che stamattina sono giunti
in Africa occidentale per stare giustamente
nell’ epicentro della lotta mondiale contro
l’Ebola.
In questa occasione sono stati scelti 83
professionisti. 49 vanno in Liberia e 34 in
Guinea Conakry, nazioni colpite da anni dalla
povertà, ambiente propizio per lo sviluppo
della terribile malattia.
Raúl ha abbracciato tutti, uno per uno, ai piedi
della scaletta dell’aereo, un abbraccio che
undici milioni di cubani diamo loro, alla loro
partenza.
E loro, con la bandiera nella mano, hanno
promesso di offrire tutta la dedizione, di
lavorare sena riposo, curando perennemente e
promettendo di ritornare sani, di tornare in
Patria raccontando le loro vittorie...
Con il fragore dei motori dell’aereo accesi,
hanno inviato i loro saluti a Fidel, hanno
chiesto fiducia a Raúl, gli hanno detto di non
preoccuparsi che erano pronti per quello che
stava arrivando.
Il IL-96 è partito con una truppa di lusso: 35
medici e 48 infermieri, tutti con più di 15 anni
d’esperienza professionale. il 42% ha compiuto
missioni internazionaliste in due e più
occasioni e due di loro sommano con questo
viaggio dei missioni solidali, perchè Cuba, la
loro terra amata, non si è mai stancata di
aiutare.
Erano presenti al commovente commiato José
Ramón Machado Ventura, Secondo Segretario del
Comitato Centrale del Partito Comunista e
vicepresidente dei Consigli di Stato e dei
Ministri; Miguel Díaz-Canel Bermúdez, primo
vicepresidente dei Consigli di Stato e
dei Ministri; il cancelliere Bruno Rodríguez
Parrilla e Roberto Morales Ojeda, ministro di
Salute Pubblica.
Cuba compie così parte dell’impegno preso con
queste due brigate, sommando 256 professionisti
della salute che sono partiti per salvare vite.
Con ognuno viaggia il messaggio di un paese
immensamente orgoglioso di contare su figli come
loro, che hanno salutato le loro famiglie, i
loro amici, la loro nazione, per andare a
fermare la terribile malattia che minaccia il
mondo.
Per i nostri eroi tutti gli auguri da
quest’Isola amata. (Traduzione GM – Granma Int)
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