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I giuristi cubani reclamano da
Obama la liberazione degli antiterroristi
Orlando Oramas
Leon
Il presidente del Tribunale Supremo Popolare di
Cuba, Rubén Remigio Ferro, a nome dei giudici e
dei giuristi della nazione ha reclamato che il
presidente Obama liberi immediatamente i tre
antiterroristi cubani reclusi negli Stati Uniti.
Inaugurando il VII Incontro Internazionale
Giustizia e Diritto 2014, Ferro ha incitato il
capo dello Stato statunitense ad usare le sue
prerogative e di liberare Gerardo Hernández,
Ramón Labañino e Antonio Guerrero, reclusi da
più di 15 anni nelle prigioni degli USA.
I tre, con René González e Fernando González,
già in Cuba dopo aver scontato lunghe e
ingiuste condanne, sono conosciuti come i
Cinque, condannati perchè si erano infiltrati
nei gruppi nemici di Cuba responsabili di azioni
di terrorismo contro l’Isola.
“Il presidente Barack Obama ha la facoltà di
porre fine a questa mostruosa ingiustizia e da
qui reclamiamo che lo faccia già”, ha detto
Ferro ai più di 400 delegati cubani e di 16
paesi di tutti i continenti che partecipano al
Foro.
Ferro ha anche denunciato che i Cinque sono
stati condannati per ragioni politiche da
giudici venali e sottomessi ed ha ricordato che
uno dei cinque è stato condannato, innocente, a
due ergastoli più 15 anni per aver combattuto il
terrorismo.
L’incontro internazionale si volge nel Palazzo
delle Convenzioni sino a venerdì 23 su temi di
diritto e giustizia, per promuovere lo scambio e
per affrontare l’evoluzione e l’attualizzazione
che si sviluppano in molti paesi.
Personalità come i presidenti del Tribunale
Supremo del Mozambico e della Corte Suprema
della Guinea Equatoriale, i vicepresidenti del
Tribunale Supremo della Cina, Vietnam e
Venezuela, partecipano a Giustizia e Diritto
2014, come Elías Carranza, presidente
dell’Istituto Latinoamericano delle Nazioni
Unite per la Prevenzione del Delitto e il
Trattamento del Delinquente. È stata annunciata
l’incorporazione di Sergio Muñoz, presidente
della Corte Suprema di Giustizia del Cile.
Ferro, nel suo intervento, ha spiegato che il
sistema giudiziario si inserisce nella dinamica
dei cambi che accadono al calore
dell’attualizzazione del modello socio
economico del paese, ed ha indicato che si
effettuano adeguamenti e aggiustamenti per uno
svolgimento superiore nell’impartire la
giustizia per la garanzia dei diritti delle
persone naturali e giuridiche.
Come parte di questo processo ha enumerato le
nuove norme approvate, come la legge del sistema
tributario, il Codice del Lavoro e la Legge di
Contrattazione Economica.
Ha anche anticipato che si lavora ad altre
legislazioni per attualizzare la base legale del
sistema di giustizia penale cubano, ed ha
aggiunto che: “A differenza di quel che avviene
in altre latitudini, in Cuba non soffriamo la
grave crisi di sfiducia della popolazione nella
giustizia istituzionale”.
“La società cubana non tollererebbe giudici con
troppi tecnicismi, non vincolati alla realtà
circostante” ha concluso. ( PL/ Traduzione GM .
Granma Int.)
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