|
Cuba: “Tolleranza Zero”
all’ingiustizia
Un gruppo di azioni e di misure
sviluppate con il proposito di elevare la
prevenzione, rinforzare lo scontro, punire
severamente gli autori e offrire protezione alle
vittime, è raccolto come strumento della
politica di “Tolleranza Zero”
Lissy Rodríguez-
testo e foto

Bambini cubani
Sono crimini della massima priorità per lo Stato
e la società civile di Cuba, quelli relazionati
alla tratta delle persone e ad altre forme di
abusi sessuali, in una politica di “Tolleranza
Zero”, è stato ratificato ieri, martedì 18, con
la presentazione del Secondo Rapporto sul modo
giuridico penale di affrontare questi fenomeni,
nel sito digitale del ministero delle Relazioni
Estere –CubaMinrex.
In questo sforzo, un ruolo fondamentale lo
realizzano la Procura Generale della Repubblica,
i Tribunali popolari, un gruppo di organismi
dell’amministrazione centrale dello Stato e le
organizzazioni non governative, come la
Federazione delle Donne Cubane- FMC - e il
Centro Nazionale di Educazione sessuale
(Cenesex).
Il testo precisa che nel 2013 è stata offerta
protezione a 2.231 bambine e bambini, vittime di
presunti fatti di abusi sessuali, lo 0,09 % di
una popolazione infantile e giovanile che supera
la cifra di due milioni.
Inoltre nello stesso periodo i mezzi di
comunicazione hanno mantenuto la diffusione dei
contenuti sullo sviluppo di una sessualità sana
per tutti i cittadini e che le donne, le bambine
e i bambini non vengano considerati oggetti
pubblicitari.
Si segnalano i più di 60 progetti sviluppati
con il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia
e i diversi forum, ai quali ha partecipato la
Terza Commissione dell’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite, il Consiglio dei Diritti Umani e
la Commissione per la Prevenzione dei Crimini e
la Giustizia penale.
Questi sono alcuni esempi di un gruppo di azioni
e misure sviluppate con il proposito di elevare
la protezione, rinforzare lo scontro, punire
severamente gli autori e offrire protezione alle
vittime, segnala il rapporto che fa presente
l’incremento della collaborazione come
stato-parte dei diversi strumenti politici
internazionali firmati in materia.
Più di 55.000 azioni di protezione a bambine,
bambini e adolescenti sono state realizzate
dalle forze del lavoro preventivo della
Direzione dei minori del ministero degli
Interni, relazionate con il controllo, la
preparazione, l’orientamento giuridico ed
educativo dei genitori, le dinamiche familiari,
la mediazione dei conflitti, le relazioni con
l’assistenza medica, psicologica e psichiatrica
e altro di carattere giudiziario.
Combattere il delitto della violenza contro la
donna in tutte le sue manifestazioni, è stato al
centro del lavoro della FMC, organizzazione con
conta con circa 50.000 lavoratrici sociali
volontarie in tutto il paese e 174 case di
orientamento alla donna e alla famiglia.
Inoltre dispone di un’esperienza di lavoro
comunitario per appoggiare il lavoro delle
istituzioni statali incaricate dell’attenzione
alle vittime e all’amministrazione della
giustizia.
Tra gli strumenti firmati da Cuba in materia di
lotta alla tratta delle persone e alla
protezione dell’infanzia citati dal rapporto, ci
sono la Convenzione dei Diritti del Bambino
(1990), la Convenzione sull’Eliminazione di
tutte le Forme di Discriminazione contro la
Donna (1981) e L’Accordo de L’Aia relativo alla
protezione del bambino e la ccooperazione in
materia di adozione internazionale (1993).
Gli indici di assistenza sociale, sicurezza
cittadina, la gratuità dei servizi di salute e
d’ educazione, l’accesso generale alla cultura,
lo sport, la ricreazione e gli strumenti
giuridici necessari per combattere la tratta
delle persone, il prossenetismo e altre forme di
abuso sessuale, costituiscono indici che dotano
lo scenario cubano delle condizioni per
rafforzare e continuare ad organizzare azioni
preventive per affrontare questi fenomeni
(Traduzione GM - Granma Int.)
|