Prigionieri Politici dell'Impero| MIAMI 5 

     

C u b a

                                    L'Avana. 14 Luglio 2014

 

Nè dimenticati, nè morti
• Nello spazio più sacro del quartiere  La Matilde, s’incontrano in un Mausoleo i gloriosi germogli di questa terra, che lasciarono la casa, le mogli e i figli quel 24 luglio del 1953

Adianez Fernández Izquierdo

Tra il canto degli uccelli, l’andare e venire degli abitanti, proprio nello spazio più sacro del quartiere  La Matilde, vivono i figli più amati di Artemisa. In armonia con la città che  ha forgiato il loro spirito di leoni, riposano fiduciosi, tranquilli e sicuri.

Dal loro posto continuano vigilanti, con il fucile sulla spalla, nel caso fosse necessario come in quelle giornate degli anni ’50.

Così restano nel Mausoleo ai  Martiri di Artemisa i gloriosi germogli di questa terra.

Dal 16 luglio del 1977 sono tornati nel luogo dove molti lasciarono una casa, le mogli e figli quel 24 luglio del 1953. La loro grande casa aperse le braccia, ringraziando per il loro ritorno, trionfanti.

L’idea di costruire il Mausoleo è stata dei familiari dei martiri e dei combattenti del territorio, ha ricordato  Mabel Martínez Deulofeu, direttrice dell’istituzione. Approvata por dal Governo,  fu affidato il compito agli architetti  Augusto Rivero, Marcial Díaz e Dolores Espinosa.

L’opera è stata preceduta da una precisa investigazione storica, per far sì che il progetto s’inserisse nella comunità, e quegli uomini che diedero la loro vita per difendere un rimanessero vicini e tangibili.

Anche se il Mausoleo è l’opera più grande, il complesso monumentale comincia nella  Carretera Central, tra Guanajay e Artemisa. Diciassette tumuli o elevazioni all’entrata della città indicano la partenza degli assaltanti per  Santiago di Cuba. Ogni cubo di marmo rappresenta  uno dei morti. Questo elemento geometrico, il più puro e semplice, è simbolo delle idee per le quali lottarono.

Un labirinto all’entrata del Mausoleo inizia il cammino. Sei muri di ceramica cristallizzata riflettono la realtà cubana dopo il colpo di Stato: vediamo l’Università de L’Avana, la Marcia delle Fiaccole, azioni clandestine, pratiche di tiro, la Loggia Evolución, una madre ansiosa aspettando in un balcone e a grandezza maggiore, la figura di Martí, che fu la fonte   ispiratrice di quei giovani.

Dopo il labirinto si giunge al luogo dove riposano quei morti - uccisi nelle azioni o successivamente per l’ira scatenata dalla tirannia- nelle nicchie situate in pareti semi inclinate a forma di collinetta.  

La luce li accompagna. E anche l’aria e il canto degli uccelli e il continuo passare degli abitanti giunge da fuori, perchè nulla di quello che accade nella città resti loro estraneo.

Nel centro, una nicchia accoglie i fiori che il popolo pone in loro onore.

Un museo espone alcuni dei loro oggetti,  ricordi che li accompagnarono, fotografie… Sopra, il Cubo della Vittoria, simbolo di

 questa città li protegge e si alza come l’elemento più simbolico di Artemisa. Fidel e Raúl mantengono in alto i loro fucili, in un richiamo costante di lotta contro il mal fatto, contro l’ingiustizia.

E  fuori, circondati dalla luce, tra majaguas, ocujes e palme, riposano dal  2000 gli artemisegni moncadisti, morti dopo il trionfo della Rivoluzione, dopo aver dedicato la loro vita a questa grande opera.

Sin qui vengono ogni giorno i bambini, i lavoratori, gli anziani e i compagni di lotta, nessuno vuole tralasciare il sacro istante dell’omaggio agli eroi.  Tutti li vogliono sentire vicini. Forse qualcuno parla con loro, conversa con loro, perchè, come ha detto Fidel, non sono nè  dimenticati, nè morti. (Traduzione GM - Granma Int.)
 

STAMPARE QUESTO MATERIALE


Direttore Generale: Lázaro Barredo Medina / Direttore Editoriale: Gustavo Becerra Estorino
Granma Internacional Digital: http://www.granma.cu/
E-mail informacion@granmai.cip.cu
 

Spagnolo | Inglese | Francese | Portoghese | Tedesco
© Copyright. 1996-2012. Tutti i Diritti Riservati. Granma Internazionale / Digitale. Repubblica di Cuba

Subir