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								Un reporter eterno 
								
								Il leader storico della 
								Rivoluzione Cubana Fidel Castro Ruz, e il 
								Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente 
								dei Consigli di Stato e dei Ministri, hanno 
								inviato corone di fiori per gli onori funebri 
								del noto giornalista Luis Báez Hernández 
								
								Lissy Rodríguez
								 
								 
								
								Ci sono uomini che si perpetuano nella memoria 
								collettiva del loro popolo, per le lezioni 
								costanti di professionalità e umanesimo e la 
								loro dedizione alla causa della verità e la 
								giustizia. Questi uomini non si accomiatano mai 
								dalla vita, così come non dirà mai addio alla 
								vita Luis Báez Hernández, che è deceduto lunedì 
								9 a L’Avana, lasciando un’impronta nel 
								giornalismo cubano che va al di là della mera 
								esistenza fisica.  
								
								È stato un giornalista audace, sempre dietro la 
								notizia importante. Non ha mai avuto dubbi sui 
								principi rivoluzionari, ha accompagnato il 
								Comandante in Capo ed è stato fedele alle sue 
								idee.  
								
								“Abbiamo perso un uomo che è stato un esempio 
								del giornalismo contemporaneo”, ha detto Miguel 
								Carnet, presidente dell’Unione degli Scrittori e 
								gli Artisti di Cuba a questo giornale che era 
								anche il giornale di Luis Báez, nell’omaggio in 
								ricordo, realizzato da amici e colleghi nelle 
								pompe funebri di Calzada y K, prima della 
								partenza del funerale verso il cimitero di 
								Colón. 
								
								Per Pedro Martínez Pires, vicedirettore generale 
								di Radio Habana Cuba, non è stato difficile 
								definire Luis Báez un grande reporter e amico di 
								molti anni.  
								
								“Lo conobbi in Juventud Rebelde, dove aveva una 
								sezione molto problematica. Lo ricorderò sempre 
								con molto affetto e rispetto.  Faccio parte del 
								gruppo di compagni che ha avuto la fortuna e il 
								privilegio di lavorare con lui e apprendere 
								dalla sua sapienza, dalla sua disposizione ad 
								aiutare sempre, a insegnare, a porre la sua 
								conoscenza vastissima a favore del collettivo 
								dei compagni. È una perdita per il giornalismo,  
								perchè agli uomini come lui non si dice addio 
								facilmente”, ha dichiarato José Luis Ponce 
								Caraballo, funzionario del Ministero delle 
								Relazioni Estere. 
								
								Ricardo Alarcón de Quesada e Juan Marrero, due 
								compagni della Scuola di Giornalismo  Manuel 
								Márquez Sterling, lo hanno ricordato in quello 
								che fu l’affanno della sua vita: Fidel e il 
								giornalismo.  
								
								“Un fidelista nato e un rivoluzionario sino 
								all’ultimo istante. Per lui il giornalismo era 
								la vita e la vita era il giornalismo. Inoltre ha 
								realizzato un giornalismo sempre leale con la 
								verità e con il suo popolo”, ha affermato 
								Ricardo Alarcon.  
								
								“Umano, sensibile, molto fedele alla 
								Rivoluzione, a Fidel, al Partito e ai suoi 
								amici. Tutti si aspirava ad essere come lui, ma 
								era irripetibile” ha continuato Márquez 
								Sterling.  
								
								“Qual’è l’ultima notizia?”, è la domanda che 
								molti rimpiangeranno da parte di chi non si è 
								stancato mai d’esplorare e seguire la notizia, 
								sino ad incontrarla. Lo hanno confermato cari 
								amici tra i quali la giornalista Arleen 
								Rodríguez Derivet, che nel suo discorso di 
								commiato ha detto: “Me ne vado con il dolore che 
								già non ci sarà più chi ci chiamerà alle undici, 
								a mezzanotte e alla una di notte per chiedere 
								qual’è l’ultima notizia e uno gli ripondeva 
								 sempre “guarda che l’ultima la tieni tu”... 
								Luis è il giornalismo del XX secolo e della 
								stampa scritta per eccellenza, con odore a 
								inchiostro e il suono delle voci agitate alla 
								chiusura… con Luis, nel primo viaggio all’estero 
								che abbiamo condiviso, ho imparato che significa 
								non dormire quando la notizia è lì, ben sveglia, 
								e la notizia era Fidel. Tra una dozzina di 
								giornalisti che lo avevamo accompagnato in 
								Spagna, solo Luis aveva saputo quando Fidel era 
								ripartito per Cuba”,  ha detto ancora. 
								 
								
								E così è stato ricordato il Premio Nazionale di 
								Giornalismo José Martí, autore di una trentina 
								di libri, tra i quali “Assolto dalla storia”, 
								“Quelli che se andarono”,  “Quelli che 
								restarono”, “Segreti di generali”, e numerose 
								opere dedicate al leader storico della 
								Rivoluzione Cubana, con una simbiosi tra la 
								nostalgia e la soddisfazione d’avere contato 
								sulla sua amicizia e la sua penna ardente.
								 
								
								Fondatore dell’Unione dei Giornalisti di Cuba e 
								del quotidiano Granma, giornalista di Juventud 
								Rebelde, della rivista Bohemia e di Prensa 
								Latina, reporter della battaglia di Playa  Girón 
								e di numerosi avvenimento e personalità 
								storiche, Luis Báez starà sempre tra i buoni 
								che, furtivi, sfuggono alla morte (Traduzione GM 
								- Granma Int.) 
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