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                                Le Riflessioni del compagno 
                                FidelLa marcia verso l’abisso
 (da CubaDebate- prima parte)
 
                                
                                 Non è questione di ottimismo o pessimismo, 
                                sapere o ignorare cose elementari, essere 
                                responsabili o no degli avvenimenti. Coloro che 
                                pretendono di considerarsi politici dovrebbero 
                                essere gettati nella discarica della storia, 
                                quando, com’è di norma, in questa attività 
                                ignorano tutto e o quasi tutto quello che si 
                                relaziona con lei.  
                                
                                Non parlo ovviamente di quelli che, in vari 
                                millenni, hanno trasformato i temi pubblici in 
                                strumenti di potere e ricchezza per le classi 
                                privilegiate, attività nelle quali veri records 
                                di crudeltà sono stati imposti durante gli 
                                ultimi ottomila o diecimila anni, dei quali 
                                esistono sicure vestigia della condotta sociale 
                                della nostra specie, la cui esistenza come 
                                esseri pensanti, secondo gli scienziati è di 
                                circa 180.000 anni.  
                                
                                Non è il mio proposito concentrarmi in questi 
                                temi che sicuramente annoierebbero quasi 
                                l’ottanta per cento delle persone, continuamente 
                                bombardate con notizie attraverso i media, che 
                                vanno dalla parola scritta alle immagini 
                                tridimensionali che si cominciano a mostrare in 
                                costosi cinema, e non è lontano il giorno  in 
                                cui domineranno le, di per sè, favolose immagini 
                                della televisione. Non è casuale che la detta 
                                industria della ricreazione abbia la sua sede 
                                nel cuore dell’impero che tiranneggia tutti. 
                                
                                Quello che pretendo è situarmi al punto di 
                                partenza attuale della nostra specie per parlare 
                                della marcia verso l’abisso. Potrei anche 
                                parlare di una marcia “inesorabile” e sarei 
                                sicuramente più vicino alla realtà. L’idea di un 
                                giudizio finale è implicita nelle dottrine 
                                religiose più estese tra gli abitanti del 
                                pianeta, senza che nessuno  per questo le 
                                definisca pessimiste. Considero, al contrario, 
                                un dovere elementare di tutte le persone serie e 
                                assennate, che sono milioni, lottare per 
                                posporre e forse impedire questo drammatico e 
                                sicuro avvenimento nel mondo attuale. 
                                 
                                
                                Ci minacciano numerosi pericoli, ma due tra 
                                questi: la guerra nucleare e il cambio climatico 
                                sono decisivi e tutti e due sono sempre più 
                                lontani dalla avvicinarsi ad una soluzione.
                                 
                                
                                I fiumi di parole demagogiche, le dichiarazioni 
                                e i discorsi della tirannia  imposta al mondo 
                                dagli Stati Uniti e dai loro poderosi e 
                                assoluti  alleati nei due temi, non ammettono il 
                                minor dubbio al rispetto.  
                                
                                Il primo gennaio del 2012 , anno nuovo 
                                occidentale e cristiano, coincide con 
                                l’anniversario del trionfo della Rivoluzione in 
                                Cuba e l’anno in cui si compie il 50º 
                                anniversario della Crisi d’Ottobre del 1962, che 
                                portò il mondo al bordo della guerra mondiale 
                                nucleare ed è questo che mi obbliga a scrivere 
                                queste righe.  
                                
                                Mancherebbero di senso se avessero l’obiettivo 
                                d’imputare qualche colpa  al popolo 
                                nordamericano o a quello di qualche altro paese 
                                alleato degli Stati Uniti nell’insolita 
                                avventura; loro, come gli altri popoli del mondo 
                                sarebbero le vittime inevitabili della tragedia.
                                 
                                
                                Fatti recenti avvenuti in Europa e in altri 
                                punti, mostrano l’indignazione di massa di 
                                coloro  ai quali la disoccupazione, la carestia, 
                                le riduzioni delle loro entrate,  i debiti, la 
                                discriminazione, le menzogne, la politicheria, 
                                conducono a proteste e alle brutali repressioni 
                                dei guardiani dell’ordine stabilito.  
                                 
                                
                                Con frequenza crescente si parla di tecnologie 
                                militari  che danneggiano la totalità del 
                                pianeta, unico satellite abitabile a centinaia 
                                di anni luce da un altro che forse risulta 
                                adeguato, se ci muoviamo alla velocità della 
                                luce, trecentomila chilometri al secondo. 
                                 
                                
                                Non dobbiamo ignorare che se la nostra 
                                meravigliosa specie pensante sparisse, 
                                trascorrebbero  molti milioni di anni prima di 
                                vederne sorgere un’altra, capace di pensare, in 
                                virtù dei principi naturali che guidano, come 
                                conseguenza dell’evoluzione delle specie,  
                                scoperta da Darwin nel 1859 e che oggi tutti gli 
                                scienziati seri riconoscono, credenti e non 
                                credenti.  
                                
                                Nessun’altra epoca della storia dell’uomo ha 
                                conosciuto gli attuali pericoli che affronta 
                                l’umanità. Persone come me, con 85 anni 
                                compiuti, siamo giunto a 18 anni con il diploma 
                                liceale prima che si concludesse l’elaborazione 
                                della prima bomba atomica.  
                                
                                Oggi gli  artefatti di questo carattere pronti 
                                per il loro uso, incomparabilmente più poderosi 
                                di quelli che riprodussero il calore del sole 
                                sulle città di Hiroshima e Nagasaki sono 
                                migliaia. 
                                
                                Le armi di questo tipo che si tengono 
                                addizionalmente nei depositi, aggiunte a quelle 
                                già esposte in virtù di accordi, raggiungono 
                                cifre che superano i ventimila proiettili 
                                nucleari.   
                                
                                L’utilizzo di appena un centinaio di queste armi 
                                sarebbe sufficiente per creare un inverno 
                                nucleare che provocherebbe una morte spaventosa 
                                in breve tempo di tutti gli esseri umani che 
                                abitano il pianeta, come ha spiegato 
                                brillantemente e con dati computerizzati lo 
                                scienziato  nordamericano e professore 
                                dell’Università di Rutgers, in New Jersey, Alan 
                                
                                Robock. 
                                
                                Coloro che abitualmente leggono le notizie e le 
                                analisi internazionali serie, conoscono che i 
                                rischi dello scoppio di una guerra con l’uso di 
                                armi nucleari, s’incrementano nella misura in 
                                cui cresce la tensione nel Vicino Oriente, dove 
                                nelle mani del governo israelita si accumulano 
                                centinai di armi nucleari in piena disposizione 
                                combattiva e il cui carattere di forte potenza 
                                nucleare non si ammette, nè si nega.  
                                
                                Cresce ugualmente la tensione attorno alla 
                                Russia, paese d’indiscutibile capacità di 
                                risposta,  minacciata d un presunto scudo 
                                nucleare europeo. 
                                
                                Fa ridere l’affermazione yankee che lo scudo 
                                nucleare europeo serve per proteggere anche la 
                                Russia dall’Iran e dalla Corea del Nord.  È 
                                tanto  inconsistente la 
                                
                                 posizione yankee in questo delicato tema, che 
                                il suo alleato, Israele, non si scomoda nemmeno 
                                a garantire consultazione anticipate su misure 
                                che possono scatenare una guerra. 
                                
                                L’umanità, in cambio, non gode di alcuna 
                                garanzia. Lo spazio cosmico, nelle  prossimità 
                                de del nostro pianeta, è saturo di satelliti 
                                degli Stati Uniti destinati a spiare quello che 
                                avviene nelle terrazze di qualsiasi nazione del 
                                mondo.  
                                
                                La vita e le abitudini di ogni persona o 
                                famiglia sono divenute oggetti di spionaggio, 
                                l’ascolto di centinaia di milioni di cellulari e 
                                il tema delle conversazioni di qualsiasi 
                                persona, in qualsiasi parte del mondo, smette 
                                d’essere privato per diventare materiale 
                                d’informazione per i servizi segreti degli Stati 
                                Uniti.  
                                
                                Questo è il diritto che resta ai cittadini del 
                                nostro mondo, in virtù degli atti di un governo 
                                la cui Costituzione, approvata nel Congresso di 
                                Filadelfia nel  1776, stabiliva che gli uomini 
                                nascevano tuttavia liberi e uguali e che il 
                                creatore concedeva a tutti determinati diritti,  
                                dei quali non ne resta più uno, nemmeno per gli 
                                stessi nordamericani, nè per  qualsiasi 
                                cittadino del mondo, nemmeno nel comunicare per 
                                telefono a familiari e amici i suoi più intimi 
                                sentimenti.   
                                
                                La guerra, senza dubbio è una tragedia che può 
                                avvenire ed è molto probabile che avvenga, ma se 
                                anche l’umanità fosse capace di ritardarla per 
                                un tempo indefinito, un altro fatto ugualmente 
                                drammatico sta avvenendo già a ritmo crescente: 
                                il Cambio Climatico. 
                                
                                Mi limiterò a segnalare quello che eminenti 
                                scienziati ed esperti d’importanza mondiale 
                                hanno spiegato con documenti e filmati, che 
                                nessuno critica. 
                                
                                È ben noto che il governo degli Stati Uniti si è 
                                opposto agli accordi di Kioto sull’ambiente, una 
                                linea di condotta che non ha conciliato nemmeno 
                                con i suoi più vicini alleati, i cui territori 
                                soffrirebbero tremendamente e alcuni dei quali, 
                                come l’Olanda, sparirebbero quasi interamente.
                                 
                                
                                Il pianeta oggi marcia senza politica su questo 
                                grave problema, mentre il livello del mare si 
                                alza, le enormi cappe di ghiaccio che coprono 
                                l’Antartide e 
                                
                                la Groenlandia, 
                                dove si accumula più del 90% dell’acqua dolce 
                                del mondo, si sciolgono con crescente ritmo, e 
                                già l’umanità, lo scorso novembre del 
                                
                                2011 ha raggiunto ufficialmente la cifra di 7000 
                                milioni di abitanti, che nell’area più povera 
                                del mondo crescono in forma sostenuta ed 
                                inevitabile.  Ma forse coloro che si sono 
                                dedicati a bombardare paesi e ammazzare milioni 
                                di persone negli ultimi 50 anni, si possono 
                                preoccupare del destino degli altri popoli?
                                 
                                
                                Gli Stati Uniti oggi non sono solo i promotori 
                                di queste guerre, ma anche i maggiori produttori 
                                ed esportatori di armi del mondo.   
                                
                                Come si sa questo poderoso paese ha firmato un 
                                accordo per fornire 60.000 milioni di dollari, 
                                nei prossimi anni, al regno dell’Arabia Saudita, 
                                dove le multinazionali degli Stati Uniti e dei 
                                loro alleati estraggono ogni giorno 10 milioni 
                                di barili di petrolio leggero, cioè dieci 
                                milioni di dollari in combustibile. Che cosa 
                                avverrà di questo paese e della regione quando 
                                queste riserve di energia termineranno? 
                                 
                                
                                Non è possibile che il nostro mondo globalizzato 
                                accetti senza discutere  lo spreco colossale di 
                                risorse energetiche che la natura ha tardato 
                                centinaia di milioni di anno a creare e la cui 
                                dilapidazione rende sempre più cari i costi 
                                essenziali.  
                                
                                Non sarebbe degno in assoluto del carattere 
                                intelligente attribuito alla nostra specie.
                                 
                                
                                Negli ultimi 12 mesi tale situazione si è 
                                aggravata considerevolmente, partendo da nuove 
                                scoperte tecnologiche che, lontane 
                                dall’alleviare la tragedia che deriva dallo 
                                spreco dei combustibili fossili, la peggiore  in 
                                modo notevole.  
                                
                                Scienziati e investigatori di prestigio mondiale 
                                stavano segnalando le conseguenze drammatiche 
                                del Cambio Climatico.   
                                
                                In un eccellente documentario cinematografico 
                                 del regista francese Yann Arthus-Bertrand, 
                                intitolato ‘Home’, ed elaborato con la 
                                collaborazione di prestigiose e ben informate 
                                personalità internazionali, diffuso alla metà 
                                del 2009, riavvertiva il mondo con dati 
                                indiscutibili di quello che stava avvenendo.
                                 
                                
                                Con solidi argomenti espone le conseguenze 
                                nefaste di consumare in meno di due secoli le 
                                risorse energetiche create dalla natura in 
                                centinaia di milioni di anni; ma il peggio  non 
                                è lo spreco colossale, ma la conseguenza suicida 
                                che avrebbe per la specie umana:  “Ti benefici 
                                di una favoloso legato di 40.000 milioni di anni 
                                somministrati dalla Terra; hai solamente 200.000 
                                anni, ma hai già cambiato la faccia del mondo!”
                                 
                                
                                Non ho incolpato nè potrei incolpare nessuno 
                                sino a questo momento, ma ho segnalato 
                                semplicemente una realtà obiettiva. Senza dubbio 
                                oggi dobbiamo incolparci, tutti noi per quello 
                                che sappiamo, non facendo  niente per cercare di 
                                rimediare. 
                                
                                (Continua domani) 
                                
                                  
                                
                                Fidel Castro Ruz - 4 gennaio del 2012 
                                
                                Ore 21.15 ( Traduzione Gioia Minuti) 
								-RIFLESSIONI 
                        FIDEL
                                
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