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Le promesse di Obama volano
via col vento?
• Lo sciopero della fame degli
immigrati illegali
Sono molti gli immigranti reclusi negli Stati
Uniti che effettuano lo sciopero della fame per i
maltrattamenti che subiscono e per chiedere la
sospensione delle deportazioni, hanno informato
gli attivisti.
Gli scioperanti della fame sono reclusi nel Centro
di Detenzione del Nordovest, a Tacoma, lo stato di
Washington, e sono circa 1300, tutti clandestini,
secondo i dati dell'Ufficio di Controllo delle
Dogane e Immigrazione (ICE).
Le norme dell’ICE stabiliscono che quando un
recluso rifiuta di mangiare per un periodo di 72
ore, lo si considera in sciopero della fame e lo
si invia dal personale medico per una valutazione.
Angelica Chazaro, un'attivista locale di Tracoma
ha detto che: “Loro vogliono che non si realizzino
più le deportazioni, e che si permettano le
riunificazioni con le famiglie e i figli”,
parlando con i mezzi della stampa.
“Reclamano un trattamento umano, perchè tutto
questo sistema è contro di loro”, ha osservato
ancora.
Vari gruppi che sostengono le richieste degli
immigranti manifestazioni davanti al centro da
diversi giorni, ha indicato Chazaro.
L'avvocato Sandy Restrepo ha riferito che alcuni
degli scioperanti sono stati minacciati che
riceveranno un’alimentazione forzata se
proseguiranno con la protesta.
Negli USA il movimento contro la deportazione che
colpisce milioni di famiglie, compresi cinque
milioni di bambini che potranno essere separati
dai loro genitori sta crescendo.
In Arizona, la deputata Jan Brewer ha chiesto alla
Corte Suprema l'esame di una legge antiemigrante
promossa in questo Stato.
La funzionaria ha sollecitato al tribunale la
revisione di una sentenza che ha impedito alla
polizia di fermare coloro che alloggino gli
immigranti che vivono negli Stati Uniti in maniera
illegale, dopo che nell’ ottobre scorso, il
Tribunale d’Appello del 9º Circuito aveva
determinato che la proibizione dell'alloggio era
poco precisa, superata dalla Legge federale.
(Traduzione Granma int.)
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