Prigionieri Politici dell'Impero| MIAMI 5  

     

E S T E R I

 L'Avana. 13 Febbraio 2014

   

Cuba condanna nella ONU il pretesto umanitario per aggredire i paesi

Waldo Mendiluza

Cuba ha condannato nel Consiglio di Sicurezza della ONU, l’uso del tema della protezione dei civili nelle zone di conflitto, come pretesto per intervenire in Stati sovrani.

“Nulla giustifica l’uccisione di persone innocenti  e Cuba condanna energicamente queste azioni in qualsiasi  luogo accadono, e non accettiamo nemmeno il genocidio in nome della pace e la falsa giustificazione di proteggere i civili”, ha affermato il rappresentante permanente dell’Isola, Rodolfo Reyes.

In un dibattito aperto, nel Consiglio di Sicurezza, sulla protezione dei civili ha avvertito che questo argomento può nascondere il vero proposito di aggredire l’ordine politico, economico e sociale, deciso da un popolo oggetto dell’aggressione.

Per Reyes, i membri della ONU devono agire con decisione per prevenire i conflitti.

“Questa è la via più sicura e meno costosa per garantire la vita degli esseri umani”, ha detto  nell’organismo formato da 15 nazioni, in un foro nel quale sono state fissate le azioni di 60 governi.

Il diplomatico cubano ha richiamato anche a non attizzare le crisi nè alimentarle quando scoppiano inevitabilmente.

Sul ruolo delle forze della ONU inviate nelle zone di conflitto, una delle questioni più dibattute, ha chiamato a dare priorità alla ricerca della pace e del suo consolidamento.

“Le operazioni per mantenere la pace e in particolare quelle che apportano mandati di protezione dei civili, vanno guidate dai principi della Carta delle Nazioni Unite, e in nessuna circostanza devono diventare mezzi per il cambio di governi,  nè per interventi militari”, ha precisato.

Reyes inoltre ha definito ingiustificabili le spese militari globali equivalenti al 2.5% del PIL mondiale.

“Contro chi si useranno queste armi? Sono destinate forse alla protezione dei civili?

Le guerre in  Afganistán, Iraq e Libia, citando solo queste, dimostrano che no! I civili morti in queste guerre sono più del 90% delle vittime!”, ha ricordato.

Nel suo intervento l’ambasciatore cubano ha menzionato la minaccia costituita dalle  nuove tecnologie per creare macchine assassine come i droni armati e l’esistenza di arsenali capaci di distruggere l’umanità. (Traduzione Granma Int.)
 

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