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Cuba condanna nella ONU il
pretesto umanitario per aggredire i paesi
Waldo
Mendiluza
Cuba ha condannato nel Consiglio di Sicurezza
della ONU, l’uso del tema della protezione dei
civili nelle zone di conflitto, come pretesto
per intervenire in Stati sovrani.
“Nulla giustifica l’uccisione di persone
innocenti e Cuba condanna energicamente queste
azioni in qualsiasi luogo accadono, e non
accettiamo nemmeno il genocidio in nome della
pace e la falsa giustificazione di proteggere i
civili”, ha affermato il rappresentante
permanente dell’Isola, Rodolfo Reyes.
In un dibattito aperto, nel Consiglio di
Sicurezza, sulla protezione dei civili ha
avvertito che questo argomento può nascondere il
vero proposito di aggredire l’ordine politico,
economico e sociale, deciso da un popolo oggetto
dell’aggressione.
Per Reyes, i membri della ONU devono agire con
decisione per prevenire i conflitti.
“Questa è la via più sicura e meno costosa per
garantire la vita degli esseri umani”, ha detto
nell’organismo formato da 15 nazioni, in un foro
nel quale sono state fissate le azioni di 60
governi.
Il diplomatico cubano ha richiamato anche a non
attizzare le crisi nè alimentarle quando
scoppiano inevitabilmente.
Sul ruolo delle forze della ONU inviate nelle
zone di conflitto, una delle questioni più
dibattute, ha chiamato a dare priorità alla
ricerca della pace e del suo consolidamento.
“Le operazioni per mantenere la pace e in
particolare quelle che apportano mandati di
protezione dei civili, vanno guidate dai
principi della Carta delle Nazioni Unite, e in
nessuna circostanza devono diventare mezzi per
il cambio di governi, nè per interventi
militari”, ha precisato.
Reyes inoltre ha definito ingiustificabili le
spese militari globali equivalenti al 2.5% del
PIL mondiale.
“Contro chi si useranno queste armi? Sono
destinate forse alla protezione dei civili?
Le guerre in Afganistán, Iraq e Libia, citando
solo queste, dimostrano che no! I civili morti
in queste guerre sono più del 90% delle
vittime!”, ha ricordato.
Nel suo intervento l’ambasciatore cubano ha
menzionato la minaccia costituita dalle nuove
tecnologie per creare macchine assassine come i
droni armati e l’esistenza di arsenali capaci di
distruggere l’umanità. (Traduzione Granma
Int.)
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